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Maltrattamenti negli asili e nelle Rsa: Stop al testo di Legge in Senato. In Lombardia la prima legge sulla videosorveglianza

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 03/04/2017 vai ai commenti

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Le cronache traboccano di storie di maltrattamenti che si consumano nelle scuole per l’infanzia, nelle case di riposo e nelle strutture sanitarie per disabili, a danno delle fasce più deboli delle società, i bambini, i diversamente abili, gli anziani; storie di violenza riversata nel corpo e nell’anima di chi non può difendersi per età, per incapacità, per fragilità.

Quello che le immagini rimandano è la punta di un iceberg di un fenomeno vile e vergognoso che non trova e non può avere una giustificazione; e se non trova scusanti, a questo bisogna trovare una soluzione che possa mettere fine a quanto di deleterio c’è nella condotta di chi, prestando la propria opera in queste strutture, dovrebbe prendersi cura degli indifesi, ed invece in uno dei peggiori tradimenti, aggiunge dolore al dolore in storie di solitudine, in chi lotta per cercare di tornare ad essere abile, in chi vive diviso tra un passato che non ricorda ed un presente che non riconosce, dilaniato dall’ Alzheimer.

Pare però che la soluzione tardi ancora ad arrivare: ha subito un netto rallentamento il disegno di legge n. 2574 “Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno di minori negli asili nido e nella scuola dell’infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità”.

Lo stop è arrivato con parere contrario dalla della 7ª Commissione Istruzione e Beni Culturali del Senato il 29 marzo scorso.

Il testo, restando fermi il patto educativo e l’alleanza terapeutica, disciplina la raccolta di dati utilizzabili a fini probatori in sede di accertamento delle condotte degli operatori. I punti salienti della legge sono: adozione, entro un anno, di un decreto legislativo in materia di formazione e valutazione attitudinale nell'accesso alle professioni educative e di cura in tali strutture; installazione di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso con immagini cifrate. L'accesso alle registrazioni è vietato salvo, nel caso di notizia di reato, di quanto previsto dal libro V (Indagini preliminari e l'udienza preliminare), vietato l’uso di webcam;Nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, l'utilizzo dei sistemi di videosorveglianza è consentito solo nel rispetto della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, e previo consenso degli interessati o dei loro tutori se minorenni o incapaci. Inoltre, entro 6 mesi dall'entrata in vigore della legge, il Ministro della salute, previa intesa in sede di Conferenza Stato-regioni, di concerto con le organizzazioni sindacali, deve adottare linee guida volte a stabilire le modalità di accesso nelle strutture socio-sanitarie per garantire, ove possibile, le visite agli ospiti lungo l'intero arco della giornata.

La Commissione, analizzato quanto scritto, ha ritenuto, che nell’urgenza di dare risposta ad un problema coinvolgente dal punto di vista emotivo e molto sentito dall’opinione pubblica, si potrebbe rischiare di dare vita ad una legge disorganica e di difficile attuabilità.

I dubbi manifestati dalla Commissione sono inerenti a:

  • possibilità dell’utilizzo dei sistemi di videosorveglianza, in quanto quest’ultima , anche negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia, qualora sia necessaria, può essere disposta per iniziativa della magistratura, senza appositi provvedimenti  legislativi reputato dunque inopportuno prevedere per legge tale possibilità perché essa avrebbe una valenza erga omnes, eccessiva, e testimonierebbe il fallimento della scuola, in quanto essa non sarebbe in grado di prevenire e controllare comportamenti inadeguati;
  • valutazione attitudinale per il personale, tenuto conto che gli educatori e i docenti compiono un preciso percorso formativo e pertanto ciò potrebbe evocare una volontà di controllo estranea alla attività pedagogica;

 

Mentre il testo di legge subisce quindi uno stop, in Lombardia, si approva la prima Legge regionale sull’installazione delle telecamere di videosorveglianza nelle case di riposo e strutture per disabili.

La nuova legge prevede che per la privacy le immagini raccolte dal sistema di sorveglianza saranno criptate, e l’accesso sarà possibile su autorizzazione dell’autorità giudiziaria. L’installazione delle telecamere non sarà obbligatoria, e chi vuole farvi ricorso, potrà contare su uno stanziamento di un 1 milione e 400 mila euro.

 

Fonti:

http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=49429

http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=44218

http://www.studiocataldi.it/articoli/25164-telecamere-negli-ospizi-approvata-la-prima-legge-regionale.asp

 

Ph: Panorama; Famiglia Cristiana, Fanpage