Iscriviti alla newsletter

Sanità. Cittadini insoddisfatti, Lea non garantiti. Le analisi di Eurostat e Gimbe

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 04/04/2017 vai ai commenti

AttualitàStudi e analisi

Un’analisi Eurostat del 2015 ha fotografato il livello di soddisfazione dei bisogni di cura dei Paesi Europei, ponendo l’Italia al quarto posto con la percentuale più alta di insoddisfazione, e questo perché le cure mediche sono eccessivamente costose.

Nonostante il Servizio Sanitario nazionale italiano sia il più universalista ed i Lea garantiscono cure gratuite su tutto il territorio, il livello di soddisfazione in merito ai bisogni sanitari, cala.

Si posizionano ai primi posti, per percentuale di insoddisfazione, la Grecia, la Romania e la Lituania, con la differenza che mentre Romania e Lituania sono andati, negli ultimi 5 anni, migliorando, Grecia ed Italia peggiorano.

Non è difficile capire che ad influire sull’insoddisfazione degli italiani e dei greci, sia la crisi economica ed il definanziamento alla salute pubblica, che offre sempre meno servizi, spostando le cure sul versante privato, al quale costo, non tutti possono accedere, con la rinuncia ad esse.

L’Istat, infatti, analizzando il dettaglio, per quintili di reddito ha rilevato che la percentuale di insoddisfazione è più alta nei redditi minori, ad essere maggiormente colpite dai costi giudicati eccessivi sono proprio le fasce più fragili della popolazione, quelle a cui il nostro SSN avrebbe dovuto garantire la gratuità delle cure.

Ma l’universalità della sanità italiana è reale o mero principio enunciato? L’ accesso ai Lea è davvero garantito a tutti?

Da un’analisi del Dpcm sui Lea condotta dall'Osservatorio per la sostenibilità del Ssn della Fondazione Gimbe, l’accesso ai Lea è ancora molto lontano e non solo per il sempre minore investimento di risorse, ma delle vere e proprie falle nel provvedimento.

Ad affermarlo è Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, che evidenzia i gap del Dpcm, che lo rendono difficilmente applicabile e quindi impedisce la fruibilità dei Lea in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, da parte dei cittadini.

Le falle rilevate dal Presidente del Gimbe sono:

  • nomenclatori della specialistica e della protesica sono sprovvisti di tariffari;
  • reti e registri regionali delle malattie rare non sono ancora disponibili;
  • La definizione di criteri uniformi per l'individuazione di limiti e modalità di erogazione delle prestazioni è rinviata a successivi accordi sanciti dalla Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, Regioni e Province autonome, su proposta del ministro della Salute, questo vuol dire, che la standardizzazione dei criteri di erogazione delle prestazioni dei nuovi Lea, sarà rimandata ad atti successivi dall’incerta tempistica;

La tanto vantata universalità della sanità italiana non è poi così reale, non lo era nel periodo di riferimento dell’analisi dell’Eurostat, non lo è adesso alla luce di quella che sull’onda dell’entusiasmo mediatico, sembrava una conquista.

 

Fonte:

http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=49434

http://www.adnkronos.com/salute/sanita/2017/04/03/ecco-perche-accesso-nuovi-lea-resta-miraggio-analisi-della-fondazione-gimbe_B7AztFZ3BBk7JJLEFE78BM.html?refresh_ce

- Ph: asfosanita.it;