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La buona sanità c’è. Un infermiere mi ha salvato la vita

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 12/04/2017 vai ai commenti

NurSind dal territorioToscana

Umberto Guidi 65anni giornalista della La Nazione (redazione di Viareggio) in pensione,  è stato dimesso, ora sta bene, la sua vita la deve ad un infermiere "anonimo" che per alcuni giorni ha cercato con appelli sul web e poi "trovato" secondo quanto riportato da Nurse24. È Stefano Cremonini 36 anni infermiere alla Croce Rossa di Bologna quella domenica a incrociare Umberto Guidi, proprio nel momento del suo malore fatale.

L'arresto cardiaco improvviso è accaduto a Volterra lo scorso 26 marzo mentre passeggiava nella città etrusca insieme alla sua famiglia in occasione delle giornate del FAI. Inaspettato un forte dolore al petto,... cala una cortina nera, cade a terra. Quel giorno il suo destino è sotto una buona stella , tra gli astanti c'è un infermiere, che con professionalità, calma e destrezza gestisce la situazione di panico ed esegue alla perfezione la procedura BLSD (Basic Life Support Defibrillation)

L'appello di Umberto:

"Devo tutto a questo anonimo benefattore. Di solito per le persone di questa tempra si usano definizioni un po’ abusate come ‘angelo’, ‘buon samaritano’ o ‘cireneo’. Senza retorica, preferirei parlare di un professionista capace, che ha agito con precisione ed altruismo. Non so come si chiami, ma io e mia moglie vorremo tanto ringraziarlo di persona".....non so come si chiami il misterioso infermiere che mi ha salvato la vita. Non l’ho visto in faccia, ero privo di sensi. All’arrivo dei sanitari del 118, grazie alle sue cure, già respiravo, se pur debolmente. Mia moglie mi ha raccontato che si trattava di un ragazzo giovane, sulla trentina. Pensi che all’arrivo dell’ambulanza si è discretamente allontanato. Ecco, a lui vorrei rivolgere un appello: se legge queste righe lo prego di contattarvi, di chiamare anche in redazione (0584.4388111) per farsi dare il mio numero di telefono. So che non potremo esprimere sufficiente gratitudine per quello che ha fatto, ma sentiamo di doverci comunque provare"

Umberto dalla brutta esperienza a lieto fine ha colto il meglio, ha provato di prima mano che la buona sanità esiste per merito di tanti professionisti competenti. Per testimoniarlo al termine della degenza all'ospedale di Pontedera dove è stato curato, ha indetto una conferenza stampa,:

«…Ci sono anche i ringraziamenti, ma è molto più facile che il tema sanità sia associato alla parola “mala”, almeno sui quotidiani. Lo sappiamo per esperienza giornalistica. E invece in questo caso vorremmo intervenire per l’esperienza diretta che abbiamo avuta dall’altra parte. Da paziente in codice rosso e familiari. Alla conclusione di un percorso critico, ci siamo resi conto di essere fieramente italiani e toscani. Abbiamo trovato sia all’Utic dell’ospedale “Lotti” di Pontedera, sia nel reparto di cardiologia e Utic del “Versilia”, personale molto professionale e competente. Medici di tutte le età che si sono alternati nelle cure con eguale precisione, chiarezza e disponibilità. Personale infermieristico del medesimo livello.... Senza niente chiedere, nessun ticket, nessuna assicurazione privata. Non è scontato, non lo è dovunque, lo è solo quando la sanità è di buon livello, nonostante tutte le polemiche.
Grazie di tutto. Grazie a tutti»
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Fonte

www.lanazione.it