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Varese: Conferenza mondiale su ambiente di lavoro e rischio cardiovascolare

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 30/04/2017 vai ai commenti

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La correlazione tra ambiente di lavoro e rischio per la salute, è un tema sempre attuale, molto dibattuto, di cui la redazione si è già occupata, ad esempio raccontando di un corso di formazione recentemente svolto ad Ancona (Leggi qui), riferendo delle Linee guida del sistema di valutazione e gestione dello stress lavoro correlato nelle strutture sanitarie della Regione Siciliana (Leggi qui), riportando di una sentenza della Corte di Cassazione relativa a giusto indennizzo per chi si licenzia a causa del suo sfruttamento (Leggi qui). Un tema sul quale vi è un notevole sviluppo della ricerca e che finisce necessariamente per innescare una discussione più ampia sulla contrattazione e sulla definizione del tempo lavoro. Discussione che ha portato alcuni paesi europei ad essere avanguardisti sul tema, andando a ridurre l'orario di lavoro settimanale.

Per la prima volta dalla sua fondazione, la ICOH, International Commission on Occupational Health, organizza la sua settima conferenza internazionale in Italia, a Varese dal 3 al 5 maggio e sarà presieduta dal professor Marco M Ferrario, docente di Medicina del Lavoro, dell’Università degli Studi Insubria, sulla cui pagina home page è riportata la notizia dell'evento che, si legge, ha come obbiettivo quello di “aggiornare le conoscenze sui fattori di rischio per i lavoratori nei confronti delle malattie cardiovascolari e fare il punto sullo stato dell’arte e sugli interventi possibili su stress, attività fisica e screening, al fine di colmare il divario esistente tra le conoscenze e gli interventi preventivi, anche con lo sviluppo di politiche pubbliche di sostegno che migliorino le condizioni di lavoro sia a livello locale che globale”.

Nell'occasione, saranno presentati i dati di uno studio ventennale realizzato tra il Centro Epimed (Epidemiologia e Medicina preventiva) dell’Università degli Studi dell’Insubria e la struttura complessa di Medicina del Lavoro dell’Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese che insieme sono giunti alla conclusione che “esiste il 78% in più di rischio di infarto del miocardio tra coloro considerati ad alto stress da lavoro percepito” quelle persone cioè che “hanno carichi di lavoro molto alto, scarso potere decisionale e scarse risorse”.

Qualsiasi infermiere alla lettura in questo momento, si starà guardando attorno per capire se questa definizione gli appartenga o meno. In effetti, sembra proprio che gli infermieri, almeno in molti casi, rientrino a pieno titolo in questa definizione e siano di conseguenza fortemente esposti a questo pericoloso rischio. Come se non bastassero già le condizioni intrinseche della professione, fatta di grande coinvolgimento emotivo, costante altissimo livello della soglia dell'attenzione e conseguenze legate alla turnistica. E' del tutto evidente che la ricerca non ha come target esclusivo il personale infermieristico ma anzi si è svolta "su un campione di popolazione formato da oltre 4100 lavoratori della Brianza, uomini appartenenti alle categorie dei colletti bianchi e colletti blu".

Sono dati che devono far riflettere e che non mancheranno di suscitare clamore ma che ci auguriamo, serviranno anche da stimolo per andare ad individuare le migliori soluzioni possibili perché l'organizzazione del lavoro in corsia ne abbia diretta conseguenza.

 

Andrea Tirotto

 

foto copertina staibene.it