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Roma. Caos al San Camillo. Mancano le barelle, pazienti "sequestrati" sulle ambulanze. NurSind: situazione drammatica.

La Redazionedi
La Redazione
Pubblicato il: 03/05/2017 vai ai commenti

Lazio

Caos pazzesco all'Ospedale San Camillo di Roma. Ma nel resto degli ospedali della Capitale la situazione è uguale. L'Umberto I° senza medici. Il Gemelli ed il Sant’Andrea in tilt. Bloccato il pronto soccorso del San Camillo. I pazienti a causa della mancanza di barelle, rimangono ricoverati sull’ambulanza. 12 quelle bloccate nella «Piazzetta ambulanze». E cosi i mezzi di soccorso che non possono ne partire ne arrivare. 

Foto: Il Tempo Pronto Soccorso ridotti in barella ieri nel Lazio, con le ambulanze impilate come carrelli davanti ai supermercati: «fino a 12 quelle "sequestrate" contemporaneamente dal blocco-barelle al San Camillo», quantifica Stefano Barone del sindacato infermieristico NurSind.

Ma in tutta La Regione alle ore 19 c'erano ancora 461 pazienti in sala d'aspetto e 325 in attesa di ricovero o trasferimento in cerca di un posto letto.

Il sovraffollamento più corposo si è però verificato all'Umberto I°, che verso l'ora di  cena contava complessivamente 141 pazienti nella struttura d'emergenza: 47 in attesa di ricovero o trasferimento, 38 insala d'aspetto, uno in osservazione breve e 55 in trattamento.

Però nella top-ten delle strutture più congestionate figurano tutti i principali ospedali romani:

Tor Vergata e Sant'Andrea appaiati al secondo posto con 97 pazienti trattati contemporaneamente (e 29 in attesa di ricovero), ma anche al Pertini, Gemelli, Casilino, Sant'Eugenio e Grassi, oltre ai nosocomi di Latina e Frosinone.

Foto dal web

«La situazione dei Pronto soccorso continua ad essere drammatica e la Regione continua ad osservare questo disastro senza aver mai nemmeno tentato di risolverlo», denuncia il consigliere regionale Fabrizio Santori (FdI), che chiede «un intervento immediato da parte del Prefetto di Roma e del ministro della Salute Beatrice Lorenzin: non possono permettere questo scempio e auspichiamo che si faccia immediata chiarezza sulla questione delle ambulanze bloccate negli ospedali della Capitale che continuano ad essere un problema serio per i cittadini e una forma di sperpero di denaro pubblico vista l'attivazione delle ambulanze spot dei privati in sostituzione di quelle pubbliche».

Il ricorso alle prestazioni extra delle ambulanze private, le cosiddette "chiamate a spot", costa caro, infatti, all'Ares 118: circa 17.000 euro al giorno.

Questa è la media giornaliera dell'intero costo sostenuto dalla Regione nel 2016, paria 6 milioni e 200 mila euro, per far fronte ai Pronto soccorso sempre più sovraffollati che causano il blocco-barelle del 118 (interessando circa la metà, il 46%, degli accessi nel primo semestre dello scorso anno), tenendo ferme le ambulanze delle varie postazioni, che in questo modo rimangono scoperte.

Così l'Ares 118, «a causa delle criticità dovute sia alla carenza di personale sia al fenomeno del cosiddetto blocco barelle presso i Pronto Soccorso dei nosocomi ed, in particolare, della Capitale», è costretta a far «ricorso a soggetti esterni per integrare le attività di soccorso a chiamata cosiddetta a spot».