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Autorità Garante. Togliere l’esclusività per la certificazione medica all’attività sportiva non agonistica

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 10/05/2017 vai ai commenti

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Quanto costa al cittadino un certificato medico d’idoneità all’attività sportiva non agonistica? Secondo dati da Sanità24 - Il Sole24Ore, a livello nazionale il prezzo è molto variabile. In media al nord il certificato è più oneroso, anche 60 Euro, mentre al sud c'è il caso che possa essere a costo zero. Anche il regime fiscale, appare molto variopinto, per alcuni l’IVA è compresa, per altri dal 21 al 22%; molto strano, perché la legge stabilisce che i certificati di buona salute per attività sportiva non agonistica sono esenti Iva e la ricevuta è d'obbligo.

Ulteriore problema segnalato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ai rispettivi rappresentanti del Governo, Presidenti del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e del Consiglio dei Ministri, riguarda il monopolio della certificazione suddetta, ad appannaggio esclusivo di una parte di professionisti medici.

La normativa vigente non favorisce il libero mercato e concorrenza dell’attività di rilascio dei certificati medici attestanti l’idoneità alla pratica sportiva non agonistica.

Solo tre categorie: i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, relativamente ai propri assistiti, gli specialisti in medicina dello sport ovvero dai medici della Federazione medico-sportiva italiana del Comitato olimpico nazionale italiano; sono autorizzati al rilascio dei certificati per l’attività sportiva non agonistica (art. 42-bis,comma 2, D.L. n. 69/13, modificato dalla L. n. 125/13, convertita dal D.L. n. 101/13).

Nel documento pubblicato nel sito istituzionale dell’AGCM (www.agcm.it), il Garante per la tutela della concorrenza rileva che le disposizioni legislative, D.M. della Salute 8 agosto 2014, Approvazione delle linee guida in materia di certificati medici per l'attività sportiva non agonistica, in G.U. Serie Generale n. 243 del 18 ottobre 2014, definiscono che la prestazione demandata al professionista medico ai fini del rilascio della certificazione sportiva non agonistica, consiste nell’effettuare:

  • l’anamnesi
  • l’esame obiettivo del paziente
  • una misurazione della sua pressione arteriosa
  • l’esame di un suo elettrocardiogramma a riposo “effettuato almeno una volta nella vita”

Valutazioni che nella loro bassa complessità non appaiono di per se giustificare e circoscrivere la certificazione unicamente a queste 3 categorie di professionisti, potendo le stesse essere effettuate anche dagli altri professionisti medici .

La normativa vigente è arbitrariamente restrittiva ed il Garante auspica che possa essere rivista, allo scopo di favorire un più corretto confronto competitivo tra professionisti medici.

Una opportunità che andrebbe colta, perché una maggiore concorrenza tra medici nella fornitura di tale prestazione professionale potrebbe portare, a un significativo ampliamento delle possibilità di scelta e benefici sotto il profilo dei costi economici sostenuti dai cittadini.

Ph: ilTempo