Iscriviti alla newsletter

Aggressioni al personale sanitario: definanziamento sanità o problema culturale?

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 16/05/2017 vai ai commenti

AttualitàLazio

Le aggressioni al personale sanitario sono in costante aumento; al fenomeno, NurSind ha dedicato la Giornata Internazionale dell’Infermiere con lo slogan:” Prenditi cura di noi affinché possiamo prenderci cura di te”. (Prenditi cura di noi affinchè ci prendiamo cura di te. La campagna NurSind per il 12 maggio, Giornata internazionale dell’Infermiere)

A 4 anni di distanza si riaccendono i riflettori sull’annoso problema con una nuova indagine, ancora in embrione ma già significativa.

I dati raccolti dal 13/04/2017 al 26/04/2017, derivanti dal questionario somministrato al personale sanitario, sono ancora in elaborazione eppure, da una prima lettura di questi, emerge chiaramente che le aggressioni al personale sanitario sono in aumento, numeri importanti che incidono non solo sulla persona aggredita, ma su tutto il sistema.

Al 26/04 hanno risposto al questionario 4.591 professionisti sanitari, e da i primi risultati emerge che per il 60,9% la percezione del fenomeno è in aumento ed in forte aumento per il 16,4%.

La percentuale che dichiara di essere stata aggredita è del 60%.

Nel primo quadrimestre del 2017 sono state aggredite 1.163 operatori sanitari a fronte dei 1.999 per l’intero anno del 2016.

Questo vuol dire che se il trend fosse confermato, ci sarebbe una crescita esponenziale delle aggressioni del 75% rispetto al 2016.

Pronto soccorso e reparti di emergenza rimangono le unità operative in cui le aggressioni si manifestano più frequentemente; cresce la tendenza a colpire maggiormente le donne.

Tempi di attesa, ritardi nelle visite mediche, pagamento dei ticket, sono i motivi scatenanti della violenza di pazienti e familiari di questi a scapito del personale sanitario.

Disfunzioni organizzative che nascono dal perpetrato definanziamento alla sanità pubblica che si traduce nell’assenza dei servizi e nel depauperamento delle risorse umane.

Questo provoca rabbia nella popolazione che al vedersi negare il Diritto alla salute sfoga le proprie frustrazioni contro gli operatori sanitari.

( Da Quotidiano Sanità) Su quest’ultima analisi non è d’accordo Tiziana Frittelli, Direttore Generale Fondazione Policlinico Tor Vergata Rom che, riconduce l’aumento delle aggressioni ad un cortocircuito culturale, ad una errata comunicazione tra il personale sanitario e gli utenti.

Questo gap culturale va superato con l’aiuto:

  • Della politica, che deve lanciare una vera e propria riforma organizzativa del sistema, adeguandola al quadro sociale ed epidemiologico
  • Delle organizzazioni sanitarie, che debbono mostrare sensibilità consapevole ai problemi di tutti gli stakeholders del sistema
  • Della stampa, che non colpevolizzi strutture e sanitari nei momenti di maggiore crisi
  • Degli operatori sanitari, che sappiano comunicare con gli utenti
  • Degli utenti, che possano apprezzare e preservare il bene prezioso del nostro welfare ed i suoi eccellenti operatori.

 

Occorre per questo, secondo la Frittelli, investire in comunicazione, per ripristinare il clima di fiducia e di rispetto.

Al fine di monitorare il fenomeno, all’interno della struttura diretta dalla Dottoressa, è stato avviato un tavolo di riflessione e proposte, coordinato dal Rischio Clinico e dal Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) che, in linea con le “Raccomandazioni del Ministero della Salute sulla prevenzione e protezione dagli atti di violenza a danno degli operatori sanitari” (Raccomandazione n 8 del novembre 2007), ha redatto un documento di Valutazione dei rischi e di misure di miglioramento.

Da alcuni anni, il SPP ha elaborato un database, per la registrazione e classificazione degli eventi.

Dall’analisi di quanto incamerato ed analizzato, si evince che per quanto riguarda il Lazio, nel 2016 si è evidenziata una flessione degli episodi di violenza, questo perché la Regione ha dotato i pronto soccorso di personale qualificato che, nelle sale di attesa, coadiuva il personale sanitario nelle relazioni con i pazienti e familiari di questi.

A queste si aggiungono altre attività atte a contrastare la violenza come:

- Ripristino ed integrazione video sorveglianza interna e perimetrale
- Ripristino pulsanti di chiamata di emergenza diretta alla Sala Controllo Vigilanza. dislocati negli Open Space dei Reparti, al CUP principale, al CUP prelievi, PS Odontoiatria
- Presenza di una Guardia Giurata armata dalle 7:00 alle 22:00 in galleria principale
- Presenza di due Guardie Giurate armate h24/365 gg presso il PS
- Specifico piano formativo rivolto ai lavoratori in tema di sicurezza (il Servizio Prevenzione e Protezione ha erogato 14  eventi specifici riconducibili alla prevenzione del rischio violenza,  per 59 ore d’aula e 311 partecipanti).

 

Ph: ilmoralizzatore.it