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Toscana: migranti impiegati come infermieri? Integrazione o strategie elettorali?

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 01/06/2017 vai ai commenti

Toscana

I richiedenti asilo potrebbero essere impegnati come Infermieri, in un programma di accoglienza messo a punto dalla Regione Toscana.(da Redattoresociale)

Sabato 24 maggio 2017, a Firenze, presso il Palazzo Strozzi Sacrati, si è svolto un incontro sulle esperienze e proposte di integrazione dei migranti, alla presenza di associazioni, assessori e funzionari delle prefetture.

La proposta emersa, per una maggiore integrazione, è stata quella dello sviluppo di un database che permetta la raccolta dei curriculum richiedenti asilo, in modo da favorirne la ricerca di un lavoro.

La Toscana appare una regione virtuosa in tema di integrazione, ed esempio ne sono le diverse esperienze, dove i migranti imparano l’italiano a:

Firenze: visitando i musei

Siena: coltivando l’orto

Montemurlo: frequentando laboratori teatrali

Valdarno: attraverso i corsi di professionali “Operatori di bosco”

Pistoia: con i laboratori di maglieria

Scandicci: occupandosi di pubblica assistenza

Mugello: con i laboratori di Giornalismo

Livorno: riparando biciclette.

L’argomento migranti è delicato, ed è difficile esprimere un’opinione senza essere additati come razzisti ed omofobi; ma senza ipocrisia mi chiedo se tutte queste strategie di accoglienza siano poi frutto di un reale desiderio di integrazione o solo una delle tante manovre in cerca di elettori?

Ma davvero pensiamo sia saggio, impiegare i migranti non qualificati nella pubblica assistenza?

E questo non lo sostengo perché sono stranieri, lo direi di chiunque sia impiegato in un settore che ha bisogno di competenze e professionalità e non ne ha.

Sinceramente, è ambiguo parlare di pubblica assistenza, potrebbe essere tutto e niente; mentre le esperienze negli altri settori sono chiare, come sempre il nostro settore è avvolto da ambiguità.

Ed è pericoloso questo modus operandi oscuro. Specialmente in un momento storico, in cui i nostri giovani e meno giovani infermieri sono costretti ad emigrare; pericoloso in un settore delicato come quello della sanità in cui non serve l’improvvisazione.

 

Ph: walfare network; Dire.it