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A colloquio con Paolo Chiari, padre dell’EBn in Italia

Daniela Sardodi
Daniela Sardo
Pubblicato il: 06/06/2017 vai ai commenti

Le interviste

Il Centro studi EBN (Evidence- Based Nursing) del Policlinico S.Orsola di Bologna ha recentemente (27 maggio u.s )  festeggiato  i suoi diciotto anni di attività con un Convegno dal titolo “Evidence-Based Practice : Passato, Presente e Futuro”.

Parliamo con il fondatore del Centro EBN, il Dott. Paolo Chiari, non che professore associato di Med 45 all’Università di Bologna.

 

 

1) Dott. Chiari tracci un bilancio di questi diciotto anni di attività del Centro EBN.

 

Dal 1° corso condotto con 15 volontari delle diverse aree del Policlinico, siamo arrivati a formare circa 600 professionisti sanitari nell’ospedale e decine di corsi sparsi in tutta Italia. Oltre alla formazione decine e decine di revisioni e traduzioni messe a disposizione liberamente a tutti attraverso il sito www.evidencebasednursing.it. Il sito è di libero accesso, totalmente gratuito e lo sarà sempre e ad oggi siamo ad oltre 2.200.000 accessi. Fra queste ricordo le schede per il miglioramento dell’assistenza infermieristico, ostetrica e riabilitativa; le traduzioni della Best Practice del Joanna Briggs australiano e le linee guida del RNAO. Più recentemente all’attività dell’EBP si è affiancata l’attività di ricerca originale. Questi sono solo alcuni degli aspetti più rilevanti.

 

2) Quali sono , secondo lei, le azioni più efficaci che un azienda sanitaria può mettere in campo per promuovere la cultura della pratica assistenziale basata su prove di efficacia?

 

Formare i professionisti e fornire le occasione di mettere a frutto ciò che hanno appreso lavorando in gruppo e sul miglioramento della propria attività clinico-assistenziale quotidiana. Basta un po’ di formazione, un po’ autonomia nella scelta dei temi ed un po’ di tempo riconosciuto per lavoraci insieme agli altri… Ad esempio, favorire la partecipazione dei professionisti sanitari alla definizione, implementazione e valutazione dei PDTA.

 

3) Quali, invece, le strategie che il singolo professionista può mettere in atto nel proprio ambito lavorativo?

 

Applicare ciò che ha appreso al miglioramento continuo delle proprie conoscenze ed operare con i propri colleghi per portare l’innovazione nella pratica assistenziale. Dopo la formazione base ed avanzata il professionista è in grado di strutturare revisioni critiche della letteratura (CAT – Critical Appraisal Topic) per individuare quelle evidenze utili per la propria attività professionale.

 

4) Quali prospettive  per il futuro del Centro Ebn nello specifico e  più in generale per la ricerca infermieristica?

 

Il Centro vede a breve un incremento dell’attività formativa rivolta a tutta l’area bolognese, la continuazione dei gruppi di lavoro multiprofessionali e multidisciplinari con la produzione di CAT da diffondere liberamente e gratuitamente attraverso il sito www.evidencebasednursing.it come rispetto del proprio principio etico: “ci guida la convinzione che la condivisione delle informazioni sia un bene positivo di formidabile efficacia, e che sia un dovere etico facilitare l'accesso alle informazioni ogni qualvolta sia possibile.”

Per la ricerca infermieristica ho una idea… parliamone in un prossimo convegno al Policlinico! Se l’affluenza è come questa … si può fare!