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Crisi economica e precoce uscita dall’età feconda. Calano così i nati in Italia

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 14/06/2017 vai ai commenti

NurSind dal territorioStudi e analisi

L’ Istat fotografa la popolazione italiana, è al 31 dicembre 2016, gli italiani residenti sono 60.589.445 di cui 5.000.000 sono cittadini stranieri. (Da Quotidiano Sanità)

Una popolazione che invecchia e che muore, più di quanto nasca, quella italiana, il trend è ormai questo dal 2008; a contribuire a questo irreversibile andazzo è la crisi economica che ha caratterizzato tutta l’Europa, ma anche cambiamenti strutturali delle donne in età feconda.

Naturale conseguenza dei flussi migratori a cui abbiamo assistito negli ultimi anni è la diminuzione dei residenti italiani, mentre aumenta la popolazione straniera, all’interno della quale diminuisce la componente femminile.

Questo spiega la diminuzione delle nascite, nemmeno più in aumento negli stranieri, come era avvenuto ad inizio millennio.

Le nascite restano infatti al di sotto del mezzo milione, con una maggiore diminuzione nelle isole.

Sicuramente crisi economica e diminuzione delle dai nati camminano di pari passo, ma quello che l’analisi Istat porta alla luce è anche la riduzione delle potenziali madri, la precoce uscita dall’età feconda della numerosa generazione nata all’epoca del baby boom ed ancora, la diminuzione della popolazione femminile dovuta ad un calo delle nascite dagli anni ’70 in poi.

Diminuiscono le nascite tra gli stranieri, perché all’interno dei flussi migratori, diminuisce la componente femminile.

Se diminuiscono i nati, aumentano i decessi, anche se il trend rimane stabile, anzi nel 2016 muoiono 32 mila persone rispetto al 2015, anno record per decessi.

L’inflessione delle morti è naturale dopo un anno record e soprattutto in un paese che invecchia, anche se restano i dati più alti registrati dal 1945.

 

ph credit: agenpress; algheronews