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Allarme Oms: 22 milioni gli aborti non sicuri nel mondo. La nuova guida per gli operatori sanitari

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 03/07/2017 vai ai commenti

Studi e analisi

 

L’aborto è ancora una pratica a rischio, a denunciarlo l’OMS, che lancia l’allarme: su 56 milioni di aborti indotti, in donne di età compresa tra i 15 e i 44 anni, 22 milioni sono gli aborti non sicuri, con un tasso di mortalità che va da 4,7% al 13,2%. (da Quotidiano Sanità)

Quella che dovrebbe essere una pratica sicura non lo è ancora per tutti, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo e in quei Paesi dove l’aborto non è legale come l’India, l’America Latina ed ancora Cile, Nicaragua, El Salvador.

La non legalità genera, come ben conosciamo la pratica clandestina, che ancora oggi è responsabile di morti e delle non meno gravi complicanze che lasciano spesso dietro di sé disabilità.

Sette milioni sono le donne ricoverate per complicanze da aborto, che si stima abbiano un costo sociale di 680 milioni di dollari:

  • Aborto incompleto
  • Emorragie
  • Infezioni
  • Perforazione uterina
  • Danni al tratto genitale e/o agli organi interni.

In molti Paesi, specie in quelli in via di sviluppo e laddove l’aborto è ancora stigmatizzato, si conta il numero maggiore di morti e di complicanze, per la mancata fornitura tempestiva di trattamenti di emergenza, laddove la donna non fornisca informazioni su chi ha eseguito l’aborto illegale.

Gli operatori sono obbligati a fornire cure mediche salvavita a qualsiasi donna, e questo secondo gli standard dei diritti umani delle Nazioni Unite.

 

Chi è a rischio?

Qualsiasi donna con una gravidanza indesiderata, che non possa accedere all’aborto sicuro a causa di:

 

 

 

 

  • leggi restrittive
  • scarsa disponibilità di servizi
  • costo alto
  • obiezione di coscienza da parte degli operatori sanitari.

 

Quali le cause di aborto non sicuro?

Se da una parte, come ribadito, la presenza di leggi restrittive e la mancata legalizzazione dell’aborto generano in aborti clandestini, anche l’ignoranza, la mancata educazione sessuale, il mancato uso di contraccettivi efficaci sono ancora cause principali di aborto non sicuro, d’altra parte l’OMS denuncia la mancata adozioni da parte di molti Paesi, di normative e protocolli di garanzia.

Laddove il personale medico ed infermieristico è competente, e laddove si raggiungono standard ottimali di sicurezza, utilizzando tecniche corrette e procedure sicure per l’aborto medico (effettuato con i farmaci) e l’aborto chirurgico (con aspiratore manuale o elettrico), diminuiscono gli aborti indotti a rischio, le morti e le complicanze.

 

Guida per gli operatori sanitari.pdf