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Gli infermieri: vittime "volontarie" dell'informazione.

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 06/07/2017 vai ai commenti

Editoriali

Di Osvaldo Barba.

Che il periodo socio-economico non sia dei migliori per tutto il pubblico impiego purtroppo è un dato di fatto.
Che oggi l'informazione in genere tende fondamentalmente ad esasperare, più o meno volontariamente, la oramai quasi decennale "paralisi" salariale è sotto gli occhi di tutti.
Ma che spesso ci soffermiamo quasi esclusivamente al titolo, senza nemmeno cliccare sul link per leggere di cosa trattasi anche questo, purtroppo, è diventato una triste consuetudine.

E noi infermieri, spesso, diventiamo vittime-carnefici di un processo di autosvilimento e di autoflagellazione legato a titoli, ripeto, titoli di organi di informazione in genere che, dietro l'apparenza catastrofica nascondono o una fake news o molto più semplicemente articoli di satira.

Già: la riforma Madia per molti aspetti nella realtà, propone davvero evoluzioni non molto piacevoli per il pubblico impiego.

Eppure, nonostante l'argomento sia stato affrontato in tutte le sue criticità da tutti gli organi di informazione, lo stesso non ha minimamente scalfito l'apparente serenità degli infermieri.
È bastato scrivere, che ci sarebbe stato uno scongiurabile quanto improbabilissimo dimezzamento delle ferie annuali per scatenare un putiferio (articolo satira).

Eppure che l'articolo sia satira è ben evidente già sotto il titolo (evidenziato in rosso).

Ma nessuno ci ha fatto caso. O quanto meno: molto pochi.

Certo: se poi anche Money, una importantissima rivista di economia, riprende il mio articolo traendone di contro, conclusioni apocalittiche allora le cose sono due: o io sono il nuovo Messia (ma l'ipotesi oltre che remota è geneticamente incompatibile) oppure davvero è un periodo di grandissima insicurezza in cui nessuno è detentore di verità assolute.

Quindi?

Beh cari colleghi: partiamo dal presupposto che viviamo con angoscia e irrequietezza il nostro presente ma soprattutto futuro lavorativo.
Da un lato lottiamo ogni giorno per essere riconosciuti Professioni della Salute, dall'altro viviamo con l'incubo di uno stato di fatto che ci rende "schiavi" di noi stessi, della nostra "non voglia" di essere protagonisti della sanità.

Portiamo insito in noi quello Status Quo di "subalterni" di qualcuno, chiunque esso sia, che può decidere delle nostre azioni, dei nostri diritti, soprattutto della nostra dignità tanto lavorativa quanto soprattutto di uomini.

Per la vicenda ferie? Godiamoci serenamente l'estate. Almeno quella del 2017