Iscriviti alla newsletter

In Chirurgia si recita a “soggetto”. Arresti di medici ed infermieri a Cefalù (Pa)

Osvaldo Barbadi
Osvaldo Barba
Pubblicato il: 18/07/2017 vai ai commenti

NurSind dal territorioSicilia

Un vero e proprio “indotto del crimine” quello scoperto a Cefalù (Pa) dove personale ospedaliero e funzionari regionali, in perfetto stile di connivenza, avrebbero messo in atto una colossale truffa ai danni del Servizio Sanitario Regionale.

Peculato, falso, abuso d'ufficio, truffa e illecita gestione di specialità medicinali ad azione stupefacente sono le accuse di 34 indagati tra medici, infermieri e personale amministrativo in servizio presso la Fondazione ospedaliera San Raffaele Giglio di Cefalù e presso l'assessorato regionale della Salute.

In pratica i clienti “selezionati” acquisivano una sorta di WILD CARD sanitaria immateriale che consentiva loro non solo di scavalcare illecitamente le regolari liste d’attesa per l’accesso alla Chirurgia Generale del “San Raffaele Giglio” ma soprattutto di ottenere la compartecipazione al costo delle prestazioni sanitarie. 

Tutto parte da un’inchiesta avviata nel 2012 su un intervento effettuato su una minore al “San Raffaele” e mai registrato.

Da quell'intervento fantasma è iniziata una lunga indagine condotta dai carabinieri del Nas coordinata dalla procura di Termini Imerese.

I carabinieri attraverso indagini tradizionali e intercettazioni hanno contestato al primario "un uso privatistico del reparto dell'ospedale Giglio".

Un “copione” perfettamente collaudato che vedeva protagonisti tutta l’organizzazione e che preveda ingressi concordati con medici del pronto soccorso di quei pazienti che, ben istruiti per bene su quali patologie dichiarare al momento dell'arrivo nell'area d'emergenza, venivano immediatamente presi in carico dai medici della Chirurgia.

Con questo sistema i posti erano sempre occupati e, solo quando c'era un nuovo ingresso concordato, il posto si liberava.

Nell'inchiesta sono finiti anche i funzionari della commissione regionale Salute che avrebbero attestato falsamente la presenza dell’ex primario di Chirurgia del “San Raffaele” oggi al Civico  in commissione mentre i carabinieri che lo pedinavano lo avrebbero sorpreso in studio a visitare. Adesso dopo la notifica dei provvedimenti scatteranno gli interrogatori. Poi il giudice deciderà sul rinvio a giudizio.