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Abusivismo professionale in sanità. Si deve fare di più

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 26/07/2017 vai ai commenti

AttualitàEditoriali

In Italia si stimano almeno 30mila falsi professionisti con titoli di studio e curriculum artefatti, che esercitano abusivamente una professione. Una vera e propria epidemia, tutti sono passibili di contraffazione, dal commercialista, all’l’ingegnere; ma ben 15 mila di professionisti abusivi si trovano in ambito sanitario.

Tra le professioni più taroccate abbiamo gli infermieri e i dentisti. I NAS di Bologna nel primo quadrimestre del 2017 hanno controllato 80 strutture sanitarie e trovato ben 14 professionisti abusivi. Odontotecnici e assistenti alla poltrona colti nello svolgimento di mansioni di esclusiva pertinenza dell’odontoiatra; pseudo dietologi che prescrivevano diete dimagranti; persone sorprese a dispensare farmaci, all’interno delle farmacie, pur non avendone titoli; falsi fisioterapisti che agivano su pazienti con difficoltà motorie; passando poi ai falsi infermieri, veterinari, odontotecnici con falso diploma, ecc..

Una vera e propria epidemia che prolifica ogni anno. Le misure a contrasto, completamente inadeguate. Un qualsiasi venditore abusivo nelle piazze o in spiaggia può ricevere una multa di 5 mila Euro; mentre i truffatori che esercitano una professione sanitaria esclusiva regolamentata, per titolari di specifiche lauree, non rischiano praticamente nulla, al massimo una multa di 516 Euro e la reclusione fino ad massimo di 24 mesi è sempre inapplicata.

L’abusivismo professionale in sanità è una piaga, oltre a comportare gravi rischi e danni oggettivi ai cittadini truffati, la beffa e lo svantaggio per i veri e onesti professionisti sanitari, l’ammanco erariale per l’elusione fiscale nelle casse dello Stato è calcolata di circa 75 milioni l’anno. Riportare equità e dignità in questo ambito è doveroso e improcrastinabile per cittadini e professionisti. Il Ddl Marinello è ingiustificatamente fermo da oltre 1 anno, l’inasprimento del reato penale di esercizio abusivo di una professione sanitaria deve essere al più presto ratificato. Il provvedimento approvato all’unanimità al Senato nel 2014 e dalla commissione Giustizia della Camera nel 2016, interviene sul codice penale, modificando l’articolo 348 (esercizio abusivo di una professione). Le punizioni prevedono la pena congiunta della reclusione e della multa, quella accessoria della pubblicazione della sentenza di condanna e la confisca obbligatoria delle attrezzature e degli strumenti utilizzati. Per il concorso nel reato di persona che ha indotto altri nell’esercizio abusivo della professione, è introdotta la reclusione da 1 a 5 anni e una multa da 15mila a 75mila euro. In caso di lesioni gravi o gravissime, omicidio colposo, causato nell’esercizio abusivo di una professione per cui è richiesta una speciale abilitazione dello Stato o di un’arte sanitaria, sono previste delle particolari aggravanti.

Il codice penale, con questo delitto, intende tutelare l'interesse generale affinché determinate professioni, in ragione della loro peculiarità e competenza richiesta per il loro esercizio, siano svolte solo da chi sia provvisto di standard professionali accertati da una speciale abilitazione rilasciata dallo Stato.

I nostri rappresentanti di Governo e gli Ordini Professionali dovrebbero mostrare un maggiore impegno.

La Federazione Nazionale IPASVI dopo un primo comunicato stampa del 2012 : http://www.ipasvi.it/attualita/abusivismo-della-professione-occhio-all-albo-ipasvi--id689.htm, che evidenziava la pericolosità del fenomeno, si limitava poi a suggerire cautela per i cittadini, invitandoli a consultare l’Albo online dei Professionisti iscritti e abilitati e altre guide sanitarie accreditate, non ha promosso ulteriori interventi incisivi. 

Apprezzabile, anche se purtroppo isolata, l’iniziativa dell’IPASVI di Teramo, il Direttivo con il Presidente Cristian Pediconi, in occasione del 12 maggio 2017 Giornata Internazionale dell’Infermiere,  lanciano una campagna informativa contro l’abusivismo nella professione infermieristica, terminata il 31 maggio scorso. Il messaggio della campagna ABUSIVISMO Io sto con l’infermiere. L’obiettivo, quello di mettere in guardia i cittadini da chi svolge abusivamente pratiche sanitarie, sensibilizzando gli utenti a rivolgersi per prestazioni assistenziali infermieristiche solo ed esclusivamente a professionisti regolarmente iscritti al Collegio Ipasvi, alla Cassa di previdenza sociale ed in possesso di un’assicurazione professionale.

Contro l’abusivismo in sanità, si può, si deve fare di più. È una vergogna che mina la fiducia di ogni cittadino nelle istituzioni dello Stato. Oggi la triste realtà ci consegna che qualsiasi persona in Italia, può praticare senza nessuna conseguenza il delicato lavoro del professionista sanitario.

Ph:ualr.edu