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La carenza di operatori sanitari tra le cause della mancata attivazione negli ospedali della Kangaroo mother care

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 12/09/2017 vai ai commenti

Studi e analisi

La Kangaroo mother care (KMC), pratica che consiste nel creare un contatto skin to skin (pelle a pelle) tra madre/padre e neonato, può ridurre del 40% la mortalità e le malattie neonatali.

(da Quotidiano Sanità ed Ipasvi)

A spiegarlo, Grace Chan del Boston Children’s Hospital in Massachusetts, autore della revisione di ben 86 studi sulle pratiche Kangaroo mother care e skin to skin.

 

Cos’è la Kangaroo mother care

Introdotta nel 1978 da Edgar Rey, presso l’Istituto Materno infantile di Santa Fe, a Bogotà, in Colombia, come alternativa alle cure convenzionali offerte ai neonati prematuri; inizialmente fu concepita come mezzo per ovviare alla mancanza di incubatrici.

Questa si basava sul contatto pelle a pelle tra il neonato con la madre, con alimentazione esclusiva di latte materno.

Il bambino veniva posizionato verticalmente sull’addome della madre, tra i seni, ancorato in maniera sicura, in modo da poter restare in quella posizione giorno e notte; da qui il nome Kangaroo, per le similitudini con i marsupiali nell’accudire i loro piccoli.

La KMC, si è poi diffusa in tutto il mondo, dai paesi rurali a quelli più avanzati, con le dovute differenze: la non esclusività del latte materno, all’attuazione in maniera discontinua, e solo se il bambino è stabile dal punto di vista emodinamico e respiratorio.

 

L’Oms ha reso noto come le complicanze della nascita pre- termine, quali le ipotermie, le malattie respiratorie e le infezioni siano la causa principale della morte nei bambini inferiore a 5 anni.

La KMC, secondo gli studi eseguiti, mostra vantaggi in termini di mortalità, specie nei bambini LBW( a basso peso dalla nascita), stabilizzati.

Si è osservato come questi vadano meno incontro ad ipotermia, ipoglicemia, infezioni nosocomiali. Inoltre il contatto pelle a pelle riduce l’incidenza delle apnee e delle malattie del tratto respiratorio inferiore.

Migliora ancora il rapporto tra madre e bambino, la genitorialità e la sicurezza della madri nell’accudire il proprio bambino.

 

Il team di ricerca di Chan ha individuato le 6 cause per le quali negli ospedali si fa fatica ad adottare queste pratiche:

 

  • i costi

  • la carenza di personale sanitario

  • il tempo per mettere in piedi il sistema in maniera continuativa

  • l’accesso alle risorse ed alla formazione

  • difficoltà relative alle norme di sicurezza

  • problemi inerenti alla salute del bambino e/o della madre

 

Ma è la carenza di personale sanitario uno dei maggiori ostacoli, così come anche la mancata formazione in merito a delle pratiche, dalle quali trarrebbero benefici non solo i neonati, ma anche il personale sanitario che vedrebbe diminuire i propri carichi di lavoro.

 

Ph:cochrane