La carenza di operatori sanitari tra le cause della mancata attivazione negli ospedali della Kangaroo mother care
La Kangaroo mother care (KMC), pratica che consiste nel creare un contatto skin to skin (pelle a pelle) tra madre/padre e neonato, può ridurre del 40% la mortalità e le malattie neonatali.
(da Quotidiano Sanità ed Ipasvi)
A spiegarlo, Grace Chan del Boston Children’s Hospital in Massachusetts, autore della revisione di ben 86 studi sulle pratiche Kangaroo mother care e skin to skin.
Cos’è la Kangaroo mother care
Introdotta nel 1978 da Edgar Rey, presso l’Istituto Materno infantile di Santa Fe, a Bogotà, in Colombia, come alternativa alle cure convenzionali offerte ai neonati prematuri; inizialmente fu concepita come mezzo per ovviare alla mancanza di incubatrici.
Questa si basava sul contatto pelle a pelle tra il neonato con la madre, con alimentazione esclusiva di latte materno.
Il bambino veniva posizionato verticalmente sull’addome della madre, tra i seni, ancorato in maniera sicura, in modo da poter restare in quella posizione giorno e notte; da qui il nome Kangaroo, per le similitudini con i marsupiali nell’accudire i loro piccoli.
La KMC, si è poi diffusa in tutto il mondo, dai paesi rurali a quelli più avanzati, con le dovute differenze: la non esclusività del latte materno, all’attuazione in maniera discontinua, e solo se il bambino è stabile dal punto di vista emodinamico e respiratorio.
L’Oms ha reso noto come le complicanze della nascita pre- termine, quali le ipotermie, le malattie respiratorie e le infezioni siano la causa principale della morte nei bambini inferiore a 5 anni.
La KMC, secondo gli studi eseguiti, mostra vantaggi in termini di mortalità, specie nei bambini LBW( a basso peso dalla nascita), stabilizzati.
Si è osservato come questi vadano meno incontro ad ipotermia, ipoglicemia, infezioni nosocomiali. Inoltre il contatto pelle a pelle riduce l’incidenza delle apnee e delle malattie del tratto respiratorio inferiore.
Migliora ancora il rapporto tra madre e bambino, la genitorialità e la sicurezza della madri nell’accudire il proprio bambino.
Il team di ricerca di Chan ha individuato le 6 cause per le quali negli ospedali si fa fatica ad adottare queste pratiche:
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i costi
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la carenza di personale sanitario
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il tempo per mettere in piedi il sistema in maniera continuativa
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l’accesso alle risorse ed alla formazione
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difficoltà relative alle norme di sicurezza
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problemi inerenti alla salute del bambino e/o della madre
Ma è la carenza di personale sanitario uno dei maggiori ostacoli, così come anche la mancata formazione in merito a delle pratiche, dalle quali trarrebbero benefici non solo i neonati, ma anche il personale sanitario che vedrebbe diminuire i propri carichi di lavoro.
Ph:cochrane