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Vaccini: alla Toscana il primato di applicazione della legge

Daniela Sardodi
Daniela Sardo
Pubblicato il: 09/10/2017 vai ai commenti

AttualitàToscana

Alla Toscana va il primato di una celere applicazione della legge sull’obbligatorietà delle vaccinazione per l’accesso ai nidi e alle materne e alla scuola dell’obbligo. Nello specifico è l’Asl Toscana Centro, a cui afferisce un terzo dell’intera popolazione regionale, a far registrare nel solo mese di settembre, il più alto tasso di prenotazione di vaccini.

Duemila prenotazioni in più: il Cup metropolitano ha fissato 4.300 appuntamenti contro i 2.300 dello stesso mese dell’anno scorso, un aumento del 90%. Le prenotazioni riguardano  bambini nella fascia di età compresa tra 0 ai 6 che rischiavano di non essere accolti nei nidi e nelle materne. Per la scuola dell’obbligo elementari e medie, infatti, c’è tempo fino al 31 ottobre per mettersi in regola rischiando, in caso contrario solo una sanzione pecuniaria.

Non altrettanto virtuoso il resto della regione: si calcola che dei circa 260mila bambini residenti nelle provincie di Firenze, Prato, Pistoia, circa il 10% non sia in regola. La copertura totale sembra un obiettivo difficile da raggiungere, ma secondo gli esperti basterebbe riuscire a vaccinare anche solo la metà di quei 26mila bambini per ottenere l’effetto gregge.

Non dimentichiamo, infatti, che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, per ottenere la cosiddetta immunità di gregge, la soglia di copertura vaccinale dev’essere pari al 95%. I dati forniti dal Ministero della salute mostrano, però, per l’Italia livelli di copertura più bassi della soglia raccomandata dall’OMS, che toccano punte preoccupanti per malattie come la rosolia, per cui la percentuale è oggi attestata all’87,2%, o la varicella, per cui la copertura raggiunge il 46,1%. Caso a parte lo fa il morbillo che, dall’inizio del 2017, ha colpito oltre 2.800 soggetti, il 500% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

In Toscana la diffusione della vaccinazione cambia, come ovunque nel resto di Italia, a seconda che si tratti dell’esavalente, che si fa tra il terzo e il sesto mese di vita e copre contro difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite b ed emofilo di tipo B, o la quadrivalente contro morbillo, parotite, rosolia e varicella. Nel primo caso la copertura vaccinale è al 94%, nel secondo all’88%.

Questo dato dovrebbe far riflettere: forse la sola obbligatorietà non basta per elevare la soglia di copertura vaccinale nei confronti di malattie ritenute, nel senso comune, “innocue”: leggendo attraverso i dati si comprende che gli italiani non sono antivaccinisti in toto, ma solo spaventati. L’unica strada percorribile, dunque, è informazione, educazione, ma anche e soprattutto partecipazione.

 

 

Ph: nostrofiglio.it

Fonte: Repubblica