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Allarme attentati: Le linee guida per le Maxi- emergenze per gli operatori sanitari

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 10/10/2017 vai ai commenti

AttualitàNursing

Madrid, Parigi, Brussels, Nizza, Londra, meravigliose città europee accomunate tutte dallo stesso tragico accadimento, gli attentati di stampo terroristico.

Una realtà con la quale l’Europa deve fare i conti già da un decennio.

Le catastrofi che siano naturali (terremoti, alluvioni etc) o non (disastri aerei, ferroviari, attentati) sono sempre più probabili, e questo mette a dura prova le organizzazioni sanitarie ed i servizi essenziali.

Le Maxi emergenze indotte dall’uomo o non, benché possano essere anche non traumatologiche (infettive, nucleari, chimiche), l’esperienza dimostra come esse rimangano le più frequenti e probabili.

Sappiamo benissimo l’impatto che una catastrofe può avere e la confusione che può generare, con la perdita di minuti preziosi nel tentativo di salvare una vita; per ovviare a questo è necessario mettere in atto un Piano di Emergenza, quanto realizzato dalla SICUT (Società Italiana di Chirurgia d’Urgenza e del Trauma).

(da ResponsabileCivile.it)

Premesso che è obbligo di legge per tutti gli Ospedali dotarsi di Piani di Emergenza sia esterna che interna (legge 626/1994) e che le emergenze e le Maxi-emergenze sanitarie devono essere gestite secondo livelli assistenziali che devono lavorare in rete (Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza GU n.76 del 31/3/1992 – ben noto in quanto istituisce il numero unico 118 – e successivo DPR 27 Marzo 1992, Linee Guida sul Sistema di Emergenza Sanitaria, note come Linee Guida Guzzanti), è la Protezione Civile che è responsabile della risposta alle Maxi-emergenze (Legge 225/1992 – che istituisce la nascita del Dipartimento di Protezione Civile) e ne delinea i “criteri di massima” (Dipartimento della Protezione Civile, Servizio Emergenza Sanitaria, pubblicazione n. 54 settembre 1998).

Per quanto negli anni successivi siano state pubblicate ulteriori numerose disposizioni normative a carattere nazionale e regionale questi documenti costituiscono ancora oggi la base legislativa per la formulazione dei Piani di Emergenza per Massiccio Afflusso di Feriti (PEMAF).

Tutti gli ospedali, anche quelli che non fanno parte della Rete trauma, possono essere investiti da una maxi-emergenza, per prossimità all’evento per esempio.

E’ necessario dunque che essi siano dotati di un piano di emergenza e si pongano il problema di quale contributo possano dare in caso di Emergenza come ad esempio, ospedale per l’effettuazione di un triage avanzato, ospedale sui cui far convergere le attività di maxi- emergenza, ospedale dove far convergere i codici minori.

Il Documento, è stato realizzato facendo riferimento alla Normativa nazionale e regionale e traccia le linee guida per redigere i PEMAF (Piano per il massiccio afflusso di feriti), con lo scopo di avere una risposta adeguata ed efficace alle Maxi- emergenze traumatologiche, al fine di ridurre il tempo di confusione e di abbassamento delle capacità di cura degli ospedali.

Esso fa riferimento alle Linee Guida della risposta alle Maxi-emergenze dello Stato di Israele, alle Linee Guida della risposta sanitaria ad una Maxi- emergenza della Rete Europea MRMID (Medical Response to Major Incidents and Disasters) e della Disaster and Military Surgery Section ESTES (European Society for Trauma and Emergency Surgery), ed alle Linee di Indirizzo della Associazione Italiana di Medicina delle Catastrofi (AIMC).

 

Del Documento complesso ed articolato, che vi invitiamo a leggere, vi diamo una panoramica generale.

 

I requisiti essenziali di un Ospedale per poter far fronte alle Emergenze sono:

  • Disponibilità immediata di un Chirurgo

  • Numero adeguato di Infermieri addestrati in Area Critica

  • Una Sala Operatoria immediatamente disponibile per un intervento chirurgico di emergenza

  • Un Centro Trasfusionale

  • Un Reparto di Terapia Intensiva

 

Lo schema suggerito dal documento è il seguente, flessibile e capace di rapida attivazione:

 

  • postazione rossa, dotata di presa di ossigeno e aspiratore, ventilatore, monitor/defibrillatore

  • possibilità di eseguire la prima valutazione/trattamento secondo i dettami ATLS (Rx torace e bacino, E-FAST)

  • trauma team composto almeno da 1 chirurgo con esperienza di gestione del trauma, 1 rianimatore con esperienza di gestione del trauma, 2 infermieri con esperienza di area critica

  • disponibilità immediata di sangue

  • disponibilità immediata di indagine TAC

  • disponibilità immediata di sala operatoria, attrezzata per interventi di chirurgia generale e staffata almeno da 2 chirurghi (di cui almeno uno in grado di effettuare la “Damage Control Surgery”), 1rianimatore, 2 infermieri (strumentista ed assistente all’anestesia)

 

Il documento che da indicazioni operative basate sulla esperienza e al tempo stesso sulle evidenze scientifiche assume in questo momento storico una grande importanza, e dovrebbe essere attuato in ogni realtà ospedaliera.

 

 

http://www.sicut.net/wp-content/uploads/2017/06/PEMAF-SICUT.pdf