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Chiusura punti nascita aree disagiate, montane e insulari. CISADeP: lo smantellamento è già iniziato

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La Redazione
Pubblicato il: 10/10/2017 vai ai commenti

Comunicati Stampa

Il CISADeP,  Coordinamento Italiano Sanità Aree Disagiate e Periferiche, interviene con un comunicato, in merito alla chiusura dei punti nascita sul territorio.

Castelnovo ne’ Monti (Re), Pavullo nel Frignano (Mo) e Borgo Val di Taro (Pr). In questi Presidi Ospedalieri l’attività dovrà essere sospesa.

Questa problematica, riguarda tutte le regioni Italiane, nessuna esclusa. In alcune lo smantellamento è già iniziato, in altre è in corso. 

Chi ci governa da Roma e dai vari capoluoghi regionali, - afferma la Presidente Emanuela Cioni - a parole fanno promesse di voler votare leggi mirate con significativi  interventi per contrastare il crescente spopolamento dalle aree disagiate e fare in modo che tutti quelli che se ne sono andati ritornino, poi di fatto, continuano a smantellare i servizi essenziali, primo tra tutti la sanità. 

Il ministero della salute ha concesso la deroga sui punti nascita - dice Emanuela Cioni - con meno di 500 parti all’anno solo per gli ospedali di Scandiano (Re) e per i due del cratere sismico: Mirandola (Mo) e Cento (Fe).

Non viene concessa per le strutture di Castelnovo ne’ Monti (Re), Pavullo nel Frignano (Mo) e Borgo Val di Taro (Pr). Di conseguenza, l’attività in questi ultimi punti nascita dovrà essere sospesa.

Ancora una volta la politica perde una occasione per dimostrarsi vicina ai cittadini, - afferma Cioni - anzi penalizza proprio le realtà piu lontane, piu scomode rispetto alle città; questa decisione ci rattrista perché comporta conseguenze molto negative anche per il nostro territorio, crediamo infatti che sia così messa una pietra sopra alle possibilità di riaprire il punto nascita di Porretta Terme; ma contemporaneamente questa decisione ci da ancora maggiore determinazione, perché conferma che è necessario, fondamentale, difendere con tutte le forze i presidi ed i servizi ancora presenti ed attivi nelle aree disagiate.

Dobbiamo quindi ribadire che le persone residenti in montagna sono considerate cittadini di serie B - continua Emanula Cioni - e che la volontà della politica, dietro parole come sicurezza e ottimizzazione è di smantellare un pezzo alla volta gli ospedali delle zone più disagiate!

La Regione afferma che verranno messi in campo investimenti per potenziare gli ospedali montani - ribadisce -  e per mettere in sicurezza i futuri parti, benissimo, vogliamo crederci, ma secondo noi i protocolli messi in atto finora nel nostro territorio non garantiscono la tanto decantata sicurezza di partorienti e nascituri.

Seppur delusi, - conclude Emanuela Cioni Presidente del CISADeP - siamo ancora più motivati e determinati a continuare questa lotta, chiedendo l’aiuto dei cittadini, perché è ormai chiaro che i nostri diritti dobbiamo difenderli da soli.