Iscriviti alla newsletter

Falsi infermieri. L'Ipasvi Pescara chiede controlli e rigore.

La Redazionedi
La Redazione
Pubblicato il: 23/10/2017 vai ai commenti

AbruzzoComunicati StampaNurSind dal territorio

La Presidente del Collegio Ipasvi di Pescara, Irene Rosini: “Scoperti e denunciati due casi in due mesi, intervenga la Asl”.

Il Collegio Ipasvi di Pescara torna a chiedere l’aumento dei controlli e maggiore rigore nelle fasi di reclutamento del personale infermieristico, sia da parte delle cooperative e sia da parte della Asl che si avvale delle cooperative per svolgere il servizio di assistenza domiciliare sul territorio.

Dopo i due casi di false infermiere che hanno lavorato senza avere né titoli né abilitazione, scoperte e denunciate la prima nell’agosto scorso e la seconda pochi giorni fa, la presidente del collegio Ipasvi di Pescara Irene Rosini si dice “molto preoccupata per questo ripetersi di episodi in cui si scoprono falsi certificati e diplomi di laurea, mancati controlli e superficialità evidente nel reclutare infermieri, chiamati ad assicurare cure e assistenza sul territorio e al domicilio dei pazienti”.

“Risale ad agosto – sottolinea Irene Rosini – il primo episodio denunciato dal Collegio Ipasvi di Pescara. Adesso, a due mesi di distanza, è stato smascherato e immediatamente denunciato ai Nas di Pescara un altro grave episodio.

Il Collegio Ipasvi ha accertato che nessun titolo è stato mai conseguito dalla “sedicente infermiera” che ha risposto all’annuncio della cooperativa sociale che opera nell’assistenza domiciliare integrata in convenzione con la Asl.

Oltre a non risultare iscritta a nessun albo professionale sul territorio nazionale e a non essere quindi abilitata nell’esercizio della professione infermieristica, abbiamo accertato che la donna non si è mai laureata all’università di Modena, come invece aveva dichiarato in fase di selezione”.

“Tutto questo – aggiunge Irene Rosini - rappresenta un grave danno sia nei confronti dei cittadini, che dovrebbero essere assistiti da professionisti qualificati, sia nei confronti di quegli stessi infermieri, specializzati e competenti, che operano sul territorio.

Stupisce molto che venga fatta a posteriori, e non in fase di reclutamento, la richiesta e la verifica dei documenti che certificano il percorso formativo e l’iscrizione dell’infermiere all’albo professionale gestito dal Collegio Ipasvi.

Evitare questo genere di episodi e mantenere la fiducia dei cittadini sono obiettivi primari per chiunque abbia a cuore la qualità delle cure e dell’assistenza.

Per questa ragione auspichiamo con forza un aumento dei controlli e maggiore rigore nelle fasi di reclutamento, sia da parte delle cooperative e ancora di più da parte della Asl”.