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Lo scambio diabolico tra ASA/OSS = Infermieri

Elsa Frogionidi
Elsa Frogioni
Pubblicato il: 01/11/2017 vai ai commenti

AttualitàEditoriali

Rieccoci nel giorno di Halloween si ripresenta puntuale il diabolico switch. Tocca al quotidiano on line QUICOMO.it, che nella foga di far capire "bene" ai propri lettori il contenzioso in atto in alcune categorie di lavoratori, lancia i titoloni per ben 2 volte: Villa Fulvia di Lipomo, continua la battaglia degli infermieri costretti a fare le puliziee l’11 ottobre Lipomo, i sindacati accusano: infermiere usate come donne delle pulizie.

Su questo ennesimo abuso della qualifica infermiere assimilata ad altre categorie professionali demandate all’assistenza di base come ASA e OSS, il NurSind ha prontamente inviato segnalazione alla testata giornalistica con richiesta di rettifica e all’IPASVI di Como per gli adempimenti di competenza.

Leggendo i comunicati si evince che la querelle dei lavoratori Ausiliari Socio Assistenziali (ASA) e Operatori Socio Sanitari, fa leva più sulla carenza della dotazione organica della casa di cura per anziani che sul demansionamento.

In pratica i dipendenti chiedono per le “pulizie igieniche generali”, che consistono nella quotidiana sanificazione degli ambienti di vita degli ospiti (pavimenti, pareti, bagni, ecc.), siano impiegate delle “squadre di pulizia” appositamente addette.
La legittimità della rivendicazione ha il suo fondamento non sulla tipologia di mansione svolta, ma nei carichi di lavoro e sugli obiettivi assistenziali, infatti da quanto dichiarato: “…Secondo le operatrici (ASA e OSS) il tempo impiegato nelle pulizie generali viene sottratto all’assistenza di base: assistenza che prevede compiti come la cura e pulizia degli ausili personali e la sanificazione degli ambienti e degli oggetti usati dagli ospiti, come comodini, letto, armadio protesi varie.“

Una istanza che i Professionisti Infermieri in quanto responsabili del processo assistenziale, (D.M. 739/94) possono senz’altro sostenere. L’assistenza di base è prioritaria e anche se l’igiene degli ambienti è prevista nelle mansioni attinenti al personale ASA e OSS, l'esecuzione di queste attività possono avere ripercussioni negative per gli assistiti, se diminuiscono il tempo necessario alla cura degli ospiti. 

È il tempo il fattore qualità dell’assistenza sia di base diretta a soddisfare i bisogni primari/essenziali dell’assistito che di quella infermieristica, deputata alla pianificazione, monitorizzazione, supervisione e valutazione del percorso assistenziale individuale, oltre che all’esecuzione di specifici interventi assistenziali complessi, definiti da procedure e tecniche ad elevata responsabilità professionale; competenze certificate da percorsi e specializzazioni universitarie.

Equiparare figure di supporto all’assistenza  ASA e OSS come Infermieri, data la qualificazione e competenze nettamente diverse, in realtà svilisce e demansiona il decoro della nostra categoria Professionale.

Gli ASA e OSS per ottenere la qualifica, frequentano corsi regionali (a pagamento), che vanno dalle 800 ore per gli ASA alle 1000 ore per gli OSS. Accedono con il diploma di scuola dell’obbligo di 3° media. Alcune regioni derogano anche su questo punto, per i lavoratori disoccupati o in mobilità o per facilitare l’integrazione di persone straniere, accettando anche la sola conoscenza della lingua. Anche il tirocinio pratico per gli ASA e OSS è abissale in confronto a quello dell’infermiere. A seconda delle Regioni, si prevede un numero minimo di 450 ore, che generalmente non supera le 600 ore. Il corso complessivamente si conclude entro un anno scolastico.

L’infermiere per ottenere la sua qualifica professionale, deve accedere alla formazione Universitaria. Il requisito di base inderogabile è il diploma di maturità di scuola superiore e il superamento del test di ammissione alla Facoltà, che ogni anno decima migliaia di giovani.

Il piano di studio universitario per infermieristica, comprende un percorso triennale teorico/pratico, con un sostanzioso monte ore di tirocinio, una media di 1800 ore complessive. Il superamento di molteplici esami per ottenere il traguardo di 180 CFU e la stesura finale di una tesi e relativa discussione. Spesso gli studenti d’infermieristica per l’onerosità del percorso formativo, sono costretti ad aggiungere anni fuori corso per conseguire la laurea. ..E non finisce qui, per esercitare la professione infermieristica hanno l'obbligo d'iscrizione all'albo dei Collegi IPASVI territoriali e all'aggiornamento obbligatorio a proprie spese. Quando riescono, dopo molti sacrifici a svolgere la professione, devono sottostare a regolamenti deontologici e a norme di legge che la giurisprudenza sta acclarando con responsabilità puntuali, coerenti allo sviluppo delle competenze assistenziali infermieristiche.  

Proprio uguale alla formazione ASA/OSS?

La FNIPASVI e i Collegi devono monitorare con accuratezza e agire con determinazione ogni qual volta la dignità e il decoro professionale è svilito da questi continui abusi della qualifica professionale dell’infermiere.

L’etichetta d’infermiere è appiccicata a forza su ogni figura lavorativa che si approcci nei confronti dell’assistito, chi ha il dovere di difendere il nostro ruolo lo concretizzi.

Esigere pubbliche scuse e approfondire ruolo e funzioni infermieristiche nella propria testata giornalistica, il minimo da reclamare.

La società e la scienza si evolvono, il mondo sanitario per affrontare la complessità della sua inarrestabile evoluzione ha definito ruoli e professionalità diverse. L’assistenza è un contenitore che include una serie variabile di fattori, tutti ugualmente importanti per la persona. Nella realizzazione di comuni obiettivi assistenziali di salute condivisi da tutti gli attori e dall’individuo, il professionista responsabile del progetto assistenziale è l’infermiere. Essere un professionista infermiere rispettato al pari di altri nel proprio ruolo e funzioni, è un principio che in Italia sembra sempre più difficile.