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Competenze infermieristiche; "targeting zero" nelle Infezioni correlate ad accessi vascolari: il futuro è #sutureless

Sutureless è una parola ancora distante dal gergo infermieristico comune. Una parola che però noi infermieri dobbiamo imparare a conoscere e quindi contestualizzare.

Il contesto, di ampio respiro ed anche di grande ambizione, è quello del “targeting zero” nel controllo delle ICA (Infezioni Correlate all’Assistenza) nell’ambito degli accessi vascolari.

In questi anni, attraverso la formazione e l’esperienza sul campo, abbiamo tutti imparato a conoscere il pesante impatto che le ICA hanno sulla salute della collettività in termini di allungamento delle giornate di degenza, costi e soprattutto mortalità.

Uno degli argomenti più incisivi inerente questo aspetto, riguarda sicuramente il controllo delle infezioni correlate ai dispositivi di accesso vascolare: CVP, CVC, Pressione Arteriosa Invasiva, Midline e Picc.

L’utilizzo dei device sutureless per il fissaggio dei dispositivi di accesso vascolare, è consigliato come misura di categoria 1A da tutte le linee guida prodotte dalle Società Scientifiche di settore (GAVECELT, GIPE e WOCOVA) ed è sicuramente preferibile a qualunque altro tipo di sistema, in particolar modo ai punti di sutura.

I punti di sutura, infatti, nel fissaggio dei device di accesso vascolare, sono ormai considerati pericolosi per l’operatore, al quale possono causare punture accidentali, e per il paziente, essendo veicolo quasi certo di infezioni, infiammazioni e quant’altro.

Considerando quindi i punti di sutura come il pericoloso e dannoso passato, cosa ci prospetta allora il futuro?

Le linee guida di cui sopra, suggeriscono al personale infermieristico, la messa in atto di alcune strategie assistenziali, che consentono di ridurre al minimo le ICA correlate ai dispositivi di accesso vascolare.

Ad esempio la Sicilia, ha diramato una Direttiva Assessoriale, la numero 1004/2016 denominata Programma Regionale per l’azzeramento delle infezioni CVC correlate - “Targeting Zero” (Direttiva Regionale "Targeting zero") la quale all’art.2 sancisce che:

“Tutte le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate della Regione devono dare attuazione alle indicazioni contenute nel Programma Regionale di cui all’art. 1 attraverso”:

-          Formalizzazione e adozione di un documento aziendale per l’implementazione del Programma Regionale per l’azzeramento delle infezioni CVC correlate – Targeting Zero;

-          Adesione agli studi regionali di prevalenza sulle ICA – ECDC (European Center Diseas Control) secondo le direttive regionali;

-          Implementazione dei Bundle per l’inserimento e la gestione dei Cateteri Venosi Centrali e Periferici;

-          Formalizzazione team dedicato;

-          Realizzazione del processo di conferimento dei privileges per gli operatori coinvolti nell’inserimento e gestione dei cateteri venosi centrali e periferici e valutazione dell’effettiva applicazione;

-          Coinvolgimento dei pazienti e dei familiari;

-          Compilazione delle “Schede di gestione accessi venosi” per tutti i pazienti;

-          Conduzione di audit periodici.

Le novità apportate dalle Linee Guida, spesso come in questo caso recepite e tradotte in normativa dalle Regioni, riguardano l’utilizzo di dispositivi che consentono il fissaggio e l’ancoraggio dei device di accesso vascolare bypassando l’utilizzo di cerotti e di pericolosi punti di sutura; stiamo parlando, ad esempio, degli Statlock .

Trattandosi di device sutureless, permettono di ancorare CVP, CVC, Picc, Midline, accessi arteriosi, in maniera salda e sicura, sia da un punto di vista del fissaggio, che da quello della gestione, oltre che dal punto di vista microbiologico. Questi dispositivi hanno i seguenti benefici:

-          Evitano la dislocazione;

-          Aumentano il comfort del paziente;

-          Evitano il dolore tipico dei punti di sutura;

-          Evitano punture accidentali;

-          Abbattono le infezioni;

-          Facilitano la medicazione;

Chiaramente, questi device da soli, non bastano per gestire ed abbattere in toto il rischio infettivo.

Per questo le Società Scientifiche hanno diramato una serie di comportamenti e precauzioni, concretizzati e riassunti nei Bundle Infermieristici.

I Bundles infermieristici, sono la rappresentazione grafica sintetica di protocolli e procedure assistenziali, che collocati ben visibili nei luoghi dell’assistenza, hanno funzione di memorandum, ricordano all’infermiere cosa fare e quando farlo,sostenendo la memoria visiva, d’impatto.

 Il loro utilizzo è sempre più raccomandato dalle linee guida e trova significativo riscontro nella pratica assistenziale quotidiana.

Gavecelt, ad esempio, definisce i Bundle come “un insieme di raccomandazioni cliniche che – se applicate in maniera simultanea, assidua e controllata da ogni operatore per ogni paziente – è in grado di minimizzare o azzerare determinate complicanze, garantendo il miglior outcome possibile. È fondamentale che un Bundle sia costituito da un numero limitato di raccomandazioni (di solito da quattro a sette), ognuna delle quali sia di per sé fortemente basata sulla evidenza. Il Bundle, inoltre, deve essere semplice da ricordare e da applicare, poiché la sua efficacia si basa sulla possibilità di essere attuato in ogni paziente, ogni singola volta che una determinata manovra viene eseguita”.

Un esempio, è rappresentato dai Bundle emanati dalla Gavecelt (Bundle targeting zero), relativamente al targeting zero nella ICA da accesso vascolare, i quali raccomandano:

-          Igiene delle mani e misure di barriera;

-          Scelta appropriata del sito di infusione;

-          Impianto eco guidato;

-          Utilizzo di clorexidina al 2%;

-          Impiego di sutureless device;

-          Impiego di medicazioni semipermeabili trasparenti;

-          Impiego di clave e microclave;

-          Rimozione immediata del catetere vascolare non più indispensabile;

 

 

L’utilizzo dei dispositivi di cui sopra, unitamente ai Biopatch ed alle medicazioni trasparenti e traspiranti (magari con annessa piastra di gel con clorexidina a rilascio prolungato), permette all’infermiere di gestire ottimamente gli accessi vascolari, abbattendo il rischio infezioni, aumentando la qualità dell’assistenza ed al contempo riducendo i carichi di lavoro. Alcune medicazioni, infatti, possono permanere fino a 7 giorni mantenendo la massima efficacia.

 

È importante, che le Aziende si muniscano di protocolli e di procedure assistenziali aderenti alle più recenti linee guida, e che il personale infermieristico orienti la propria assistenza quotidiana a questi, imparando soprattutto a dare evidenza e prova dell’espletamento di una assistenza conforme ai protocolli, attraverso la corretta annotazione e la tracciabilità dei percorsi nella cartella infermieristica, nei diari e mediante l’adozione di apposite schede quotidiane di valutazione.

 

Un altro punto a favore che dimostra, come la Professione si concretizzi nel mettere in atto strategie assistenziali fondate sull’incontro e la fusione tra teoria & pratica.