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Il Nursind FVG porta in tribunale il CRO di Aviano: disattesa applicazione della sentenza del giudice sull'orario di lavoro

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La Redazione
Pubblicato il: 08/11/2017 vai ai commenti

Comunicati StampaFriuli Venezia Giulia

A sei mesi dalla sentenza che rimodulava l’orario di lavoro, l'istituto non ha assunti i provvedimenti prescritti nell'udienza di aprile: da qui la decisione di fare sentire la propria voce. «Nell'udienza del 13 aprile è stata stabilita la disapplicazione delle disposizioni relative a riposi e pause e alla decurtazione dei primi dieci minuti di lavoro eccedenti il dovuto giornaliero e delle eccedenze orarie che risultano residue al 31 dicembre 2015, ma oggi l’azienda continua a mettere in atto la decurtazione giornaliera di trenta minuti per la pausa, anche se effettuata in misura inferiore o non effettuata, e continua a decurtare i primi dieci minuti di lavoro eccedente - spiega Gianluca Altavilla, segretario regionale del NurSind- Basta un click sul computer per disattivare la decurtazione. Abbiamo avuto pazienza, la direzione aveva promesso che a fine agosto ci sarebbe stato il primo incontro per il nuovo regolamento che avrebbe recepito la sentenza, poi slittato a settembre, ma nulla. Adesso basta».

Sono passati sei mesi dalla sentenza e tre dal possibile ricorso del Cro, ma si continua a non rispettare la decisione del giudice. «Una situazione inconcepibile - osserva Altavilla -: si persevera nell'applicare una sanzione disciplinare ai lavoratori del Cro. Non ottemperando alla sentenza, sono stati sottratti ai ricorrenti oltre 6 mila euro, che potrebbero lievitare se moltiplicati per i dipendenti del comparto dell’istituito. Faremo ingiunzione in tribunale per chiedere la restituzione della somma e la nomina di commissario per fare ottemperare la sentenza». «Tutto ciò poteva essere evitato, se il Cro non avesse rifiutato di incontrarci per una conciliazione prima della sentenza - conclude -. Questo ha comportato una spesa giudiziaria a carico del cittadino, perché il Cro è obbligato a pagare le spese legali pregresse e future. Nell'istituto si respira un’aria di insoddisfazione e poca fiducia del domani».