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NurSind FVG: confronto sulla collaborazione italiana sulla sanità albanese. Una delegazione friulana in visita in albania

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La Redazione
Pubblicato il: 08/11/2017 vai ai commenti

Comunicati StampaFriuli Venezia Giulia

CONFRONTO SULLA COLLABORAZIONE ITALIANA NELLA SANITA’ ALBANESE:

una delegazione friulana del Nursind incontra colleghi e autorità albanesi

 

A fine ottobre, il coordinamento regionale Nursind Friuli, composto da Gianluca Altavilla (segretario regionale), Rosella Bertolo, Stefania Bellotto, Caterina Gatto (direttivo  Pordenone), Afrim Caslli (segretario di Udine), Luca Petruz (segretario di Gorizia), Damiano De Vitis, Sergio Trevisan (segretario di Trieste) e Stefano Giglio del direttivo nazionale hanno incontrato le autorità della sanità albanesi.

L’Albania è un paese a medio reddito, che conta circa 3,3 milioni di abitanti e ha compiuto enormi sforzi per stabilire nelle ultime due decadi una democrazia multi partitica e un’economia di mercato. Prima della crisi, cresceva del 6 per cento l’anno in termini di Pil, aveva ridotto il tasso di povertà portandolo al 12,4 per cento e riusciva a mantenere un tasso di disoccupazione del 12,5 per cento. Durante la crisi, il tasso di povertà è aumentato sino al 14,3 per cento e la disoccupazione ha toccato il 16,9 per cento. Nonostante la crisi economica, il Paese è riuscito a mantenere crescita al 3 per cento e una buona stabilità finanziaria.

Il sistema di gestione dell’apparato è tuttora molto centralizzato, come ha spiegato Altavilla, e le strutture e i servizi sanitari di secondo e terzo livello sono gestiti direttamente o tramite le varie direzioni distrettuali dalle istituzioni centrali.

Il ministero della Sanità è l’istituzione responsabile dell’amministrazione, pianificazione e formulazione delle politiche e assegnazione delle risorse per la sanità. Tuttavia, ancora oggi, il ministero ha la gestione diretta della maggior parte dei servizi sanitari, con la parziale eccezione dei servizi sanitari di primo livello.

L’Isp (istituto di salute pubblica) dipende dal ministero ed è responsabile per la protezione della salute pubblica (in particolare con riferimento alla prevenzione e al controllo delle malattie infettive e al programma nazionale della vaccinazione), della salute ambientale, del monitoraggio della qualità degli alimenti (insieme al ministero dell’Agricoltura), dell’acqua potabile e dell’aria. Inoltre risponde per la promozione e educazione alla salute. L’istituto organizza e conduce ricerche e indagini, raccoglie dati statistici, monitora la qualità dei servizi, fornisce pareri sulle politiche sanitarie, provvede al supporto tecnico e funge da centro nazionale di ricerca e formazione.

A livello distrettuale, si distinguono tre direzioni che dipendono dal ministero e dall’Isp e che gestiscono le strutture e i servizi sanitari di secondo livello (solo in parte di primo livello) e che svolgono tutte le funzioni attinenti alle due istituzioni centrali:


  1. direzione distrettuale dei servizi sanitari di primo livello;

      2. direzione distrettuale ospedaliera;

      3. direzione distrettuale di salute pubblica.

I servizi sanitari di primo livello sono amministrati nelle aree urbane dal ministero della Sanità, mentre nelle aree rurali sono gestiti dalle amministrazioni comunali, cui il ministero delle Finanze eroga fondi ad hoc.

L’incontro più importante è stato con il principe dell’Albania, Leka II, col quale vi è stato un confronto in primis sui servizi sanitari erogati, coperti da un sistema misto di tassazione e assicurazione contro le malattie. La maggior parte dei fondi proviene dalla spesa pubblica: è il ministero delle Finanze a distribuire i fondi a quello della Sanità e ai comuni rurali per la gestione dei servizi sanitari di loro competenza. Esso inoltre provvede al finanziamento dell’Istituto di assicurazione per l’acquisto dei medicinali di base contro le malattie e per i sussidi previsti per strati particolari della popolazione (come i neonati). Una parte consistente delle risorse finanziarie è coperta dai servizi erogati a pagamento, mentre la parte restante viene fornita da donatori internazionali e da contributi versati dai datori di lavoro.

Quanto alle prospettive, il ministero della Sanità albanese ha identificato in accordo con le istituzioni internazionali alcune priorità strategiche. In particolare si continua a lavorare sul rafforzamento del sistema sanitario e sullo sviluppo di un sistema di finanziamento sostenibile e capace di garantire una copertura universale alla popolazione. La promozione della salute e la prevenzione delle malattie restano a oggi un campo di potenziale miglioramento. Infine lo sviluppo delle risorse umane, sia in ambito strettamente medico sia soprattutto in quello delle competenze manageriali e organizzative, rappresenta una priorità nelle politiche governative che deve essere affiancata dal continuo miglioramento del sistema informativo del sistema sanitario stesso e potenziare le infrastrutture. Inoltre l’introduzione del sistema del drg in alcuni ospedali albanesi ed una comparazione con l’esperienza di alcune aziende ospedaliere toscane.

Le delegazione ha visitato il punto di primo soccorso di Valona, dove si è discusso del potenziamento del sistema di pronto soccorso dei cinque ospedali regionali delle città della zona costiera. Progetto in collaborazione con la regione Toscana, che ha previsto l’acquisto di strumentazione di emergenza per gli ospedali di Scutari, Lezhe, Durazzo, Valona e Saranda e la formazione del personale sull’equipaggiamento acquistato.

Altra visita all'ospedale psichiatrico di Tirana, dove è  stato analizzato il  progetto di cooperazione internazionale che Puglia e Sardegna hanno realizzato, con un intenso lavoro iniziato nel 2007, e che contempla il mettere la moderna concezione della salute mentale al servizio del sistema sanitario albanese.

Alcuni risultati sono già visibili nell’assistenza territoriale, con l’apertura a Valona della prima “casa famiglia”, nell’ambito del programma Art Gold delle Nazioni Unite (2007-2008), che la Puglia ha finanziato. La casa, abitata da 10 donne ex ricoverate dell’ospedale psichiatrico di Valona, ha rappresentato la prima importante esperienza di lavoro d’integrazione sociale e di rete nel territorio, cui ha fatto seguito l’apertura di due nuove case famiglia. Anche attraverso l’attività del Centro comunitario di salute mentale è stato possibile ridurre di 90 unità i posti letto del grande ospedale psichiatrico cittadino (da 260 a 170).

Infine la delegazione  ha visitato  la clinica urologica della capitale del  professor Kim M Drasa.