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Infermieri sulla Scena del Crimine. Utilizzano davvero tutti il Kit ed il report?

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 06/01/2018 vai ai commenti

Nursing

I professionisti sanitari che lavorano in ambito extraospedaliero, possono trovarsi catapultati sulla scena di un crimine.

Allertati i soccorsi, sono spesso i primi ad arrivare sul luogo del delitto, prima ancora delle forze dell’ordine, e questo pone in essere due tipi di priorità:

  • salvare la vita al paziente

  • salvaguardare tutte le prove della scena del crimine, evitandone la contaminazione.

 

Il successo delle indagini successive dipenderà da quanto il personale sanitario è riuscito a non inquinare la scena.

E questo non è per niente semplice, basti pensare a come la priorità di salvare una vita possa impedire di riflettere sul come non contaminare la scena e tutto il materiale che utilizziamo per la rianimazione possa essere di per sé inquinante.

Dal momento in cui entriamo nell’ambiente delittuoso, ogni passo fatto nella direzione sbagliata, può inquinare le prove.

Agire con lucidità, celerità ed attenzione alla scena non è semplice, per questo è importante che il personale sanitario sia adeguatamente formato e che si avvalga di un kit speciale e di una scheda/report che permetta di annotare tutto.

 

La scena del crimine

La prima cosa è sapere che cosa si intende per Scena del crimine, in modo da porre attenzione a tutti gli ambienti.

  • Scena del crimine primaria. Ambiente in cui è avvenuto il crimine

  • Scena del crimine secondaria. Ambiente attiguo alla scena del crimine primaria, nel quale l’aggressore potrebbe avere svolto altre azioni.

 

La corretta valutazione della scena del crimine è fondamentale per evitare di contaminarla.

Quando si accinge ad entrare in quello che è un ambiente in cui si è consumato un delitto, che la vittima sia ancora viva o morta, la prima cosa da fare è mettere in sicurezza l’ambiente in modo da mettere in sicurezza se stessi.

Porre dunque attenzione alla presenza di esalazioni di gas, di stufe accese, di armi da fuoco, di taglienti, alla presenza di spazi morti.

Indossare il Kit speciale, o almeno i calzari.

E’ bene ridurre il numero degli operatori sanitari all’interno della scena, ed entrare e uscire sempre dalla stessa via.

Che la vittima sia da rianimare o sia morta, le cose a cui dobbiamo prestare attenzione sono per lo più identiche, con delle accortezze in più nel primo caso.

Se la vittima è da rianimare, provare ad allontanarla dalla scene e portarla sul mezzo di soccorso e se non è possibile adoperare attenzione e predisporre alcuni accorgimenti.

  • predisporre un telo per appoggiare gli strumenti utilizzati durante le manovre rianimatorie, evitando di posizionarlo nei luoghi in cui ci sono tracce ematiche, biologiche o impronte.

  • Medico ed Infermiere dovrebbero posizionarsi entrambi su un unico lato della vittima utilizzando un telo per le ginocchia.

  • Cambiare spesso i guanti durante tutto il decorso delle attività sanitarie, per diminuire il rischio di contaminazione e alterare le possibili presenze di DNA.

  • Nell’effettuare un ECG è sufficiente l’utilizzo di tre elettrodi.

  • Gli indumenti della vittima devono essere tagliati aggirando le lacerazioni causate da armi da fuoco o da taglio; evitare le contaminazioni e riporre il tutto in singole buste di plastica.

  • Orologi, catenine, bracciali o altri oggetti manipolati o spostati devono essere conservati singolarmente nelle buste di carta o in contenitori chiusi, come dei barattoli.

 

Se la vittima è deceduta, l’operatore sanitario deve comunque esercitare le manovre rianimatorie, almeno che non vi sia la presenza di decapitazione.

E’ importante avere le stesse accortezze descritte sopra nel tagliare gli indumenti e lasciare il cadavere nella posizione in cui è stato rinvenuto. Non rimuovere niente di quanto applicato, dai cateteri venosi agli elettrodi.

 

Nell’affrontare la scena del crimine, sarebbe utile avere con sé, il kit scena del crimine e la scheda/report.

 

Kit Scena del Crimine

  • 4 guanti monouso in nitrile

  • 4 calzari monouso (resistenti ai fluidi)

  • 2 mascherine protettive monouso, preferibilmente con visiera

  • 2 mascherine filtranti monouso FFP3

  • 6 buste di carta di varie dimensioni, preferibilmente con adesivo per la chiusura

  • 2 provette e barattoli a chiusura ermetica con rilevatore etichette

  • 1 forbici (del tipo a taglio micro-seghettato e con piatto di taglio)

  • 6 buste di plastica di varie dimensioni 24

  • 1 nastro bicolore per delimitare la scena

  • 2 occhiali protettivi

  • 2 tute intere protettive monouso con copricapo in TNT

  • 1 pennarello indelebile

  • 1 pinza sterile monouso

  • 1 macchina fotografica digitale con funzione video e flash

 

Scheda/report

 

Contiene i dati riguardanti:

  • dai anagrafici operatori sanitari
  • identità della vittima
  • posizione del corpo
  • stato del corpo
  • stato degli indumenti
  • mezzi di contenzione
  • tipo di lesione
  • presenza di grandi traumatismi
  • epoca della morte
  • comportamenti dei sanitari
  • relazione dell'intervento
  • disegno posizione del corpo

 

 

Fronte. La Gestione della scena del Crimine. Marco Pellacani, Patrizia Ziccardi, Fabrizio Luppi, Fulvio Cani