Periodo di prova e licenziamento. Punto per punto cosa spetta al lavoratore

Quello del periodo di prova resta per certi versi una materia oscura, perché nonostante sia chiaramente disciplinata, molto di quanto può accadere durante, è affidato alla giurisprudenza ed alle varie sentenze della Cassazione.

E’ il caso del licenziamento, quando questo avviene durante o alla fine del periodo di prova.

Vediamo quindi cosa spetta al lavoratore nelle diverse modalità di licenziamento.

Il periodo di prova, porta se superato, alla firma del contratto a tempo indeterminato.

Ma può capitare che questo non venga superato, a seconda dei casi che ne prevedono l’interruzione, il lavoratore ha diritto a delle tutele.

• Il lavoratore che viene licenziato durante o alla fine del periodo di prova per il mancato superamento di questa, perché ritenuto inidoneo alle mansioni affidategli, ha diritto alla NASPI, indennità mensile di disoccupazione, a patto che abbia raggiunto le 30 giornate lavorative e le 13 settimane contributive.

• La Naspi spetta anche al lavoratore che rassegna le dimissioni per giusta causa. Se il dipendente si dimette per ragioni personali, che esulano il rapporto di lavoro, non ha diritto all’indennità.

Quello che ancora rimane oscuro e contradditorio, e che è stato reso ancora meno chiaro dall’entrata in vigore del Jobs Act, è il licenziamento durante o alla fine del periodo di prova, definito illegittimo.

La giurisprudenza maggioritaria ritiene sussista il diritto alla reintegra solo sulle basi dell’insussistenza della giusta causa (in tronco) o del giustificato motivo soggettivo (con preavviso). Al reintegro sul posto del lavoro si aggiunge una indennità risarcitoria fino alle 12 mensilità.

Difficile, a causa del Jobs Act, diventa provare l’illegittimità del licenziamento.

A fare da giurisprudenza in questo caso sono le diverse sentenze.

da Laleggepertutti

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