Iscriviti alla newsletter

Il Demansionamento infermieristico. La strana sindrome di Stoccolma

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 17/01/2018 vai ai commenti

Editoriali

Di Enrico Virtuoso

 

Che la Giurisprudenza consideri il demansionamento infermieristico un illecito poiché avviene in violazione della legge oltre che un inadempimento contrattuale è un fatto ormai risaputo; che nove volte su dieci quando un Infermiere ricorre presso il Giudice del Lavoro per l’avvenuto demansionamento professionale ottiene un risarcimento del danno è un fatto arcinoto; che il dequalificare la categoria sia un espediente anti economico e danneggi la salute dei Cittadini mi sembra un fatto ormai abbastanza provato dalla Letteratura Internazionale (vedi RN4 Cast)…. Eppure le Aziende Sanitarie italiane continuano ad agire il demansionamento infermieristico nella quasi certezza di impunibilità; allora perché una tal problematica che avrebbe dovuto essere risolta da tempo continua imperterrita ad essere presente nella quotidianità del lavoro sanitario? Dov’è che stiamo continuando a sbagliare? Potrebbe essere che non conosciamo ancora bene il fenomeno, che non lo abbiamo studiato a fondo tacciandolo sic et simpliciter come un fatto “culturale” o “generazionale”? Ma È veramente così?

Proverei a dare una diversa chiave di lettura inedita, diciamo del tipo “socio-antropologica, per verificare se si possa riuscire a capire meglio il fenomeno.

Un errore potrebbe essere il fatto che Il demansionamento infermieristico sia stato sempre visto in maniera meramente dualistica: da un lato i “demansionati” e dall’altro i “demansionatori” con una co-relazione diretta che intercorre tra questi due soggetti…. Magari fosse così semplice! Più che un rapporto dualistico mi sembra giusto vederlo come un pluralistico complesso.

Intanto, e per dovere di cronaca, bisogna distinguere gli Infermieri tra demansionati e non demansionati, normalmente i secondi si disinteressano delle problematiche dei primi, che i demansionati si trovano a lavorare quasi esclusivamente nelle degenze. E poi i demansionatori e i non demansionatori, i secondi sono una micro minoranza. Sembra lapalissiano affermare che dove ci sono demansionati vi sono sempre demansionatori.

Se in un‘Unità Operativa o in Ospedale o una RSA sono assenti o sono insufficienti le figure di supporto, il demansionamento dovrebbe essere un fatto ed una costante nella vita lavorativa di ciascun Infermiere e tutti (gli Infermieri) dovrebbero vivere il fenomeno più o meno allo stesso modo; eppure tra i “demansionati” ho potuto constatare una vasta gamma di posizioni nei confronti del fenomeno che vanno da Chi non lo considera neanche un problema a Chi lo considera il “il problema dei Problemi” non risolvendo il quale si parla solo di fuffa. Posizioni talmente diverse tra loro che sembra di ripercorrere lo spazio genetico che intercorre tra l’Homo Erectus e l’Homo Sapiens e si riscontrano diversissime variazioni di pensiero del tipo Borderline; partendo da posizioni professionali “iper conservatrici” a posizioni “ultra progressiste” distinguerei i demansionati, grosso modo, in tre categorie:

  • Demansionati tipo “Sindrome di Stoccolma”

  • Demansionati tipo “Free Rider”

  • Demansionati tipo “Evoluzionisti”

I demansionati del tipo “Sindrome di Stoccolma” non osteggiano in alcun modo i demansionatori (spesso saranno demansionatori essi stessi allorquando riescano ad occupare una qualsivoglia posizione di potere), come gli ostaggi affetti dalla Sindrome non odiano quelli che li hanno privati del bene supremo della Libertà e dell’autodeterminazione come sarebbe istintivo per quasi tutti gli esseri umani; sanno essere particolarmente comprensivi verso i problemi dei “dominanti” mentre sono insolitamente sospettosi e diffidenti verso le forze dell’ordine che vorrebbero ristabilire condizioni di legalità. Per loro il demansionamento professionale non è tale e non è tale da costituire un vulnus, anzi è punto di orgoglio e segno di totale abnegazione nei confronti del MALATO, già perché chiamarlo Utente o Cittadino bisognoso di cure diventerebbe particolarmente degradante poiché renderebbe meno nobile il titanico sforzo che tale missione richiede, mentre gli altri Infermieri non sarebbero che degli ignobili mercenari.

I demansionati del tipo “free Rider” sono dei battitori liberi (ritengo che mentre i primi siano semplicemente pericolosi per la crescita della Professione, i secondi sono certamente i più numerosi e quindi ancora più pericolosi), non amano particolarmente il proprio demansionamento ma adottano un comportamento tipico parassitario, come quello citato come esempio dalla Letteratura, degli evasori fiscali i quali non pagano le tasse e utilizzano però le risorse sociali alla bisogna (Sanità, Sistema Scolastico, Previdenza, Sicurezza e Giustizia); si tratta di un processo che mira a ottimizzare il vantaggio individuale a scapito di quello sociale, sembra un’operazione geniale! Salvo per il fatto che una Comunità può sopportare la presenza solo di un numero minimo di evasori mentre se questi superano un punto critico di presenza i servizi cosi parassitariamente sfruttati rischiano il collasso e di essere definitivamente perduti (per tutti). Cosi come nell’esempio i demansionati Free Rider non pagano dazio, non ci mettono la faccia, mandano avanti gli altri, non vivono i conflitti che la difesa dei propri diritti necessariamente comporta. Ai vantaggi di questa “ignavia volontaria” si sovrappongono però gli svantaggi economici e professionali come la mancata valorizzazione sociale (valore morale della prestazione lavorativa) ed il mancato incremento delle retribuzioni (valora economico della prestazione lavorativa), infatti nel libero mercato del lavoro nessuna parte Datoriale caccerebbe un centesimo in più per una prestazione svolta con una prevalenza di demansionamento o comunque eventuali incrementi sono semplicemente ridicoli come in effetti avviene.

Infine abbiamo i demansionati “Evoluzionisti” cioè coloro che ritengono che una volta oltrepassato il Rubicone dell’evoluzione professionale non si possa più tornare indietro e vivono la forzata regressione occupazionale con una sofferenza indicibile. È gente che ha investito troppo sulla Professione per lasciarla andare ad una deriva demansionata, ritiene di essere l’ultimo baluardo dell’infermieristica italiana a difesa della Dignità e del Decoro professionale. Non vogliono molto, solo il rispetto della legge! Ma basta questo per essere dei sovversivi dell’ordine costituito.

Anche tra i demansionatori, in fine dei conti, si possono distinguere tre grossolane categorie:

  • I demansionatori “Seriali”

  • I demansionatori “Utilitaristici”

  • I demansionatori “Contingenti”

I demansionatori “Seriali” sono fra tutti i più pericolosi… perché sono tutti Infermieri, perché vengono dalla cultura degli ex demansionati con “Sindrome di Stoccolma”, perché sono intimamente convinti che svolgere i compiti anche degli Ausiliari rientri nella filogenesi degli Infermieri. Fosse per loro il mondo del lavoro in Sanità sarebbe composto solo da tre figure: Chi comanda, i Medici che fanno i medici e gli Infermieri che fanno il resto|!

Tra i demansionatori “Utilitaristici” sono i corrispondenti dei demansionati Free Rider, nel gruppo troviamo una buona rappresentanza infermieristica e sono di solito quelli che ricoprono ruoli apicale nel Management Aziendale; mentre i demansionatori “Seriali” utilizzano il potere eventuale per portare avanti le loro convinzioni professionali, gli “Utilitaristici” utilizzano le loro convinzioni professionali corredate da pseudo interpretazioni fantasiose delle Norme per ottenere il potere.

I demansionatori “Contingenti” sono di norma i non Infermieri, si fidano dei suggerimenti in materia dei primi due tipi o in mancanza si servono degli stereotipi propri, e qui troviamo: Direttori Generali, Direttori Sanitari, Assessori alla Salute, Politici in genere. Da loro non ci si può che aspettare la difesa del demansionamento infermieristico di fatto il quale si rende necessario ovviamente per motivi contingenti: contenimento della spesa per il Personale, ottimizzazione dell’uso delle risorse umane, flessibilità, crisi economica ed altre amenità del genere.

Infine mi vengono in mente due soggetti i quali hanno solo svantaggi dal demansionamento degli Infermieri: gli OSS e gli Utenti.

Gli OSS sono una categoria di Lavoratori formati ed addestrati fin dal lontano 2001 (Accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2001) per compiere sul Paziente atti di assistenza igienica-domestico-alberghiera e di aiuto al personale sanitario infermieristico sotto la supervisione e la responsabilità di quest’ultimo. Sono Lavoratori che ad oggi sono poco rappresentati nella realtà dei reparti di degenza anche perché gli Infermieri compiono regolarmente le loro mansioni e forse saranno loro a spingere letteralmente gli Infermieri in avanti.

E gli Utenti? Lo studio internazionale (in essere anche in Italia) RN4 Cast ha stigmatizzato come fenomeni di carenza infermieristica e di demansionamento infermieristico provochino sostanzialmente l’incompiutezza dell’atto assistenziale infermieristico mettendo a rischio la stessa sicurezza delle cure; solo per questo motivo le Associazioni dei malati dovrebbero mettersi sul piede di guerra per pretendere la presenza al capezzale della pluralità di professionalità prevista dalle norme, ma purtroppo non succede! In definitiva all’Utente (ai suoi familiari e Rappresentanti ed anche agli Organi d’informazione) interessa poco o nulla Chi in quel momento sta cambiando la biancheria, gli basta solo che qualcuno lo faccia! In linea teorica potrebbe essere lo stesso Direttore dell’Unità Operativa o il Direttore Generale a farlo e gli Utenti non se ne accorgerebbero nemmeno, poiché che sono le azioni professionali ad indentificare il professionista e non il contrario; Per l’Utente funziona così: “se il Direttore cambia le lenzuola non può essere un Direttore e neanche un Medico e nemmeno un Infermiere ma deve essere per forza uno del Personale ausiliario.

In definitiva, ecco il motivo per cui il problema del demansionamento non è stato ancora risolto: gli Infermieri si presentano di fronte all’Autorità in ordine sparso e disomogeneo, fra di loro vi sono demansionati, non demansionati e demansionatori a vario titolo, di fronte a tale pluralità di posizioni contrastanti sul fenomeno le organizzazioni sindacali e le organizzazioni di rappresentanza potrebbero essere tentati (e lo sono), come si dice in siciliano:” di levare l’acqua” cioè di non sprecare il prezioso liquido nell’irrigazione del deserto parlando di “altro” e non di quello che veramente interessa…

In sostanza: finché vi sarà demansionamento fra gli Infermieri, non vi sarà alcuna valorizzazione del nostro lavoro né sociale né tantomeno economico, tranne che per i piccoli aggiustamenti salariali (quando ci sono) nei CCNL (quando si fanno).

Il DEMANSIONAMENTO non è una questione giuridica, non è una questione culturale o generazionale, è una questione antropologica.