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Pisa. Disagi al Cisanello per le trasfusioni. NurSind: personale sottodimensionato anche nei servizi territoriali

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La Redazione
Pubblicato il: 21/01/2018 vai ai commenti

Comunicati StampaNurSind dal territorioToscana

NurSind denuncia la gestione dei servizi territoriali da parte dell’Asl Nord Ovest: La domanda è aumentata ma il personale Infermieristico è sempre lo stesso.

Quanto accaduto in questi giorni per l’impossibilità di gestire al Centro Trasfusionale dell’AOUP alcuni pazienti con la necessità di eseguire trasfusioni, è sì causato dalla contingenza di assenze contemporanee di personale infermieristico, ma in realtà è anche la conseguenza dello stato di estrema difficoltà dell’assistenza territoriale nel territorio dell’ex USL 5.

NurSind, ha più volte segnalato che il personale infermieristico dei servizi territoriali è sottodimensionato per la quantità di pazienti da assistere a domicilio.

Come dichiarato il responsabile del Centro Trasfusionale di Cisanello, in molti casi le trasfusioni potrebbero essere praticate a domicilio dal personale infermieristico con la presenza del medico di medicina generale, evitando così ai pazienti lunghi trasferimenti e estenuanti attese.

L’aumento delle prestazioni sul territorio doveva essere uno dei punti cardine e degli obiettivi della LEGGE REGIONALE 28 dicembre 2015, n. 84 (modifiche alla l.r. 40/2005) visto l’accentramento (e diminuzione) dei servizi offerti dalle strutture ospedaliere.

In particolare, teoricamente tutto quanto riguarda le malattie croniche è stato demandato all’assistenza territoriale togliendo tale incombenza agli ospedali.

Doveva essere, ma così non è: benchè a fronte di un vertiginoso aumento di pazienti posti a carico delle Cure Primare e  delle Cure Palliative territoriali,  non c’è stato nessun incremento di personale infermieristico e quindi scarse possibilità di fornire prestazioni assistenziali ai pazienti cronici.

E in effetti, come vedremo dai dati che seguono, all’indomani dell’entrata in vigore della legge regionale 28, ovvero il 1 gennaio 2016, vi è stato un enorme incremento dei pazienti assistiti in regime di assistenza domiciliare.

I dati che vedremo dimostrano come l’obiettivo di garantire un’assistenza domiciliare adeguata, sia completamente fallito nell’ambito di quella che è stata la ex USL 5, a causa del fatto che il personale infermieristico necessario per far fronte all’aumento dei cittadini che necessitano di assistenza domiciliare non sia aumentato di una sola unità nel corso dell’anno 2016 e che nel 2017 (a parte per un breve periodo con l’aumento di 1 unità dopo poco tempo trasferita in altra sede) ha avuto una diminuzione di 2 unità e al momento nessun incremento è previsto per il 2018.

I dati benchè risalgano a qualche mese fa, tracciano il quadro della situazione preoccupante in cui versa l’assistenza territoriale.

Fino al 2015, i pazienti in carico al servizio di CURE PRIMARIE, erano stati circa 70. All’indomani dell’entrata a regime della nuova legge i pazienti in carico sono schizzati ad oltre 350.

Gli Infermieri delle CURE PRIMARIE forniscono una serie di prestazioni che comprendono i prelievi al domicilio del paziente, le trasfusioni, le nutrizioni artificiali per chi non può alimentarsi, la gestione delle stomie, la gestione  delle lesioni cutanee (piaghe da decubito e lesioni difficili), le terapie endovenose, e in generale di tutta l’assistenza infermieristica necessaria ad un paziente.

A fronte di un così enorme aumento di cittadini da assistere, ci si sarebbe aspettati un incremento del numero di infermieri dedicati. Invece il numero è rimasto invariato: ad oggi la dotazione organica è rimasta di 15 infermieri, ma funzionalmente ridotta perché 1 infermiere è in part time e altri 1 assente per gravidanza e 1 assente per assistenza disabile.

Stesso discorso vale per il servizio CURE PALLIATIVE, i pazienti in carico erano circa 60 fino al 2015, nel 2016 si è passati ad oltre 250. Stiamo parlando di pazienti con patologia oncologica (con terapia del dolore e trasfusioni) e SLA quindi di pazienti ad alta complessità assistenziale.

Anche in questo caso, il personale infermieristico dedicato è rimasto lo stesso, ovvero 7 infermieri (di cui 1 rimane in struttura per la gestione organizzativa) e 1 Operatore Socio Sanitario (erano 2 ma 1 è stata trasferita)

C’è inoltre un pool di soli 2 infermieri che si occupa del servizio Scompenso Cardiaco, che al momento ha avuto un incremento di pazienti da assistere modesto rispetto alle situazioni precedenti 

Nonostante la situazione, e con i pochi mezzi a disposizione, gli infermieri dell’assistenza domiciliare riescono ancora a garantire un buon livello di assistenza, ma è evidente che non potrà essere garantito ancora per molto senza un incremento della dotazione organica e della soluzione dei problemi evidenziati.

Nonostante le continue segnalazioni, l’Azienda Nord Ovest non ha in programma nessun aumento di personale infermieristico, e i pazienti non hanno altra scelta che ricorrere al Pronto soccorso di Cisanello con tutte i disagi che questo comporta.

Ph: Web