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Aviano. Sentenza sull'orario di lavoro non applicata al CRO. NurSind: pronti allo sciopero

E' passato quasi un anno da quando il giudice ha dato ragione ai lavoratori del Cro di Aviano sul regolamento dell'orario di lavoro, ma l’istituto oncologico non ha ancora ottemperato alla sentenza del 13 aprile 2017.

L’Azienda continua infatti a mettere in atto la decurtazione giornaliera di trenta minuti per la pausa, anche se quest'ultima viene effettuata in misura inferiore o addirittura non viene proprio effettuata, nonché a  decurtare i primi dieci minuti di straordinario.

«Nonostante il provvedimento giudiziale di divieto di decurtare l'orario di lavoro corrispondente a prestazioni effettivamente realizzate dai dipendenti e le diffide inviate dal nostro legale, i pochi  incontri con l’amministrazione del Cro hanno portato a una proposta sull'organizzazione lavoro che abbiamo ritenuto vessatoria nei confronti delle maestranze e che avrebbe procurato disservizi all'utenza, tant'è che è stata ritirata - dichiara il Segretario Territoriale del NurSind, Gianluca Altavilla -.

Abbiamo portato pazienza, ma adesso è venuto il momento di dire basta: la questione sbarca in Prefettura, alla quale abbiamo inviato la dichiarazione di stato di agitazione, e in tribunale.

Abbiamo chiesto infatti la restituzione delle ore decurtate dei lavoratori del Cro e l’applicazione della sentenza».

Altavilla si chiede «se sia normale che un'azienda pubblica non ottemperi a una sentenza della giustizia italiana.

Serve andare dal Prefetto e fare un'ingiunzione in tribunale, sperperando soldi dei contribuenti, anziché concentrarsi sugli investimenti nei servizi?

I dipendenti del Cro sono pronti a scioperare e manifestare nelle piazze della provincia  per fare conoscere la vertenza e condividere con la cittadinanza quanto amaro c'è dietro l'efficienza del loro lavoro».

Il NurSind ricorda che le maestranze dell'istituto di Aviano hanno incentivazioni economiche che sono le più basse a livello regionale e nazionale.

«Lavorare al Cro, tra l'altro, non è semplice, ma gli addetti continuano a tenere duro - conclude Altavilla -.

Un’amministrazione seria dovrebbe tutelare i suoi dipendenti come un buon padre di famiglia, ma i fatti in questo caso dicono altro. Questa è un'operazione di miseria per risparmiare ore straordinarie anziché sui consulenti. Il dissenso passerà dalle corsie alle urne».