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Modena: NurSind verso lo sciopero. Assemblee ai dipendenti per spiegarne le motivazioni

Sono iniziate venerdì a Modena le assemblee sindacali per spiegare le motivazioni che hanno portato il NurSind alla proclamazione dello sciopero nazionale fissato per il 23 Febbraio prossimo.

Non è facile capire ne spiegare a chi svolge la sua attività ogni giorno nelle corsie degli ospedali gli aspetti più tecnici e insidiosi della bozza del contratto così come è stato proposto dall'ente negoziale e che i sindacati confederali vogliono ad ogni costo firmare il prima possibile.

I colleghi presenti all'assemblea, hanno ben presto capito come alcune variazioni impatteranno sulla loro vita lavorativa di ogni giorno, l'ennesima deroga al recupero psicofisico di 11 ore tra un turno e l'altro, sulle ferie, sullo straordinario, sull'obbligo del lavoratore e sulla implicita autorizzazione delle aziende a imporre  straordinario con tetto di 1/3 superiore al debito orario per le emergenze ma anche per i casi di malattia, che di eccezionale ha ben poco.
In questo modo si autorizza, anzi si spingono le aziende sanitarie a ridurre ulteriormente gli organici perchè in mano hanno uno strumento contrattuale che in nome dello stato di necessità consente di chiedere e imporre al personale del comparto, ma soprattutto infermieristico ogni genere di straordinario, fino a 48 ore settimanali, per 12 mesi, per massimo 200 ore annuali ma se serve anche fino a 250 ore.
Facendo due conti è possibile rientrare due giorni la settimana, per 33 delle 52 settimane l'anno e siamo a 200 ore, poi non contenti per il 5% del personale è possibile salire a 250 ore annuali, in pratica 12 ore per 33 volte nell'anno ossia 3 volte al mese. 
I punti salienti di disaccordo esaminati:
  • innalzamento del tetto allo straordinario a 48 ore (da calcolare sui 12 mesi)
  • innalzamento del tetto annuo a 200 ore aumentabili ulteriormente a 250 per il 5% del personale
  • obligo dello straordinario e giustificazione del rifiuto
  • pronte disponibilità di norma non più di sei 
  • derga delle 11 ore con recupero eventuale nei 7 giorni anche frazionati
  • le esigenze organizzative che permettono le richieste datoriali comprendono la malattia, evento non così raro e di emergenza.
  • per ogni attività che comprenda un compenso si fa riferimento ai fondi che però non vengono incrementati e già da anni sono ampiamente insufficienti
  • introduzione della cessione delle ferie ai colleghi in difficoltà con un meccanismo che serve solo ad alimentare un meccanismo burocratico farraginoso per un monte ore tutto sommato esiguo.
  • le competenze avanzate per il personale amministrativo si possono raggiungere con 5 anni di anzianità di servizio, per gli infermieri con la laurea magistrale, non è una discriminazione e un incentivo ad incrementare ulteriormente la percentuale di posizioni organizzative del personale amministrativo?
  • la formazione viene definita importante e legata alla possibilità di partecipare a selezioni ma non viene definita una riduzione delle ore di lavoro per la formazione, privilegiando ulteriormente chi non ha obbligo di formazione ECM
  • non si prevede nessun rimborso degli oblighi di legge che comportano una spesa per il personale infermieristico come l'assicurazione e l'iscrizione all'ordine.
Basta questo per sconcertare i colleghi anche delle altre sigle che si chiedono come i sindacati a cui hanno dato fiducia possano firmare un accordo di questo tipo.
Tutti concordano che non è possibile attendere passivi pur con tutte le difficoltà legate allo sciopero e alla manifestazione. Se tutto questo non sembra sufficiente per protestare, l'aumento economico sarà di poche decine di euro mensili.