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Infermieri. Tanto per iniziare vogliamo comportarci da Professionisti? La riflessione di Alfonso Megna

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 12/02/2018 vai ai commenti

Editoriali

di Alfonso Megna

 

Scovati da i Nas 31 infermieri abusivi: cosi tuonava il titolo di un articolo di una nota rivista.Una pubblicazione datata 02.02.2018.
Leggendo il pezzo si chiarisce subito che l’abusivismo è legato alla mancata iscrizione all’ordine. Chiarissimo il messaggio, siamo professionisti, abbiamo un ordine professionale e siamo obbligati a essere iscritti per esercitare la professione. A Campobasso 31 colleghi, scovati dai N.A.S., sono costretti a rispondere alla magistratura in merito alla violazione dell’art. 348 del C.P.
Sono convinto che non riflettiamo mai troppo su quello che può significare ricevere un avviso di garanzia. Un documento ufficiale che t’informa che si stanno compiendo indagini sul tuo conto.

La devastazione psicologica che scaturisce.

Sì perché un lavoratore, non avvezzo al sistema giudiziario, si devasta nel preoccuparsi di cosa gli può accadere. Magari cerca un avvocato, un altro professionista che come tale, sorride è cortese professionale, e ti chiede una parcella.

E te lo chiede nel modo più diffuso e per me corretto: “Per iniziare!”. Si proprio così per iniziare; l’avvocato non può darti certezze. Se si finisce l’indagine subito, se prosegue, se si arriva in giudizio, se devi ricorrere in appello. Una lungaggine che ti cambia la vita. Preoccupato, privato della serenità, del tempo e dei tuoi risparmi, tanto l’assicurazione, forse, non coprirà i danni perché non iscritto all’ordine.
Un attimo, un controllo incrociato e la tua vita che procedeva con le difficoltà, che da sempre impariamo a ripeterci come automi, diventano niente rapportate a quello ci aspetta.
Questa la mia impressione. Viviamo le difficoltà come automi. Ci incontriamo e sento rimbombare le solite affermazioni, siamo pochi, il lavoro è tanto, non ci sono figure di supporto, l’azienda non ha interessi per noi. Tutto risuona a ripetizione come l’eco nel gran canyon.
Alcuni, che si fregiano di essere sindacalisti (il C.P. dovrebbe prevedere un articolo per abuso di attività sindacale), ti propongono la soluzione ideale. Iscriviti, votami che poi vediamo se possiamo trasferirti. Pensa a te stesso, attraverso noi puoi assicurarti la tua isola felice.
C’è un altro punto di vista. Si potrebbe ipotizzare che non sistemeremo mai le cose. Fare andare tutto per il verso giusto comporta fatica inutile. Gestire isole felici, significa usare una tecnica antica è sempre attuale. Promesse per migliorarsi a discapito degli altri.
Un sindacato dovrebbe impegnarsi per migliorare le condizioni di tutti, lavorare per trasformare l’intera categoria, ottenere un gruppo di professionisti che, compatti, respingano ogni forma di offesa per la professione. Significa non potere più promettere al singolo, ma lavorare per la collettività. Dobbiamo smetterla di credere che il clientelismo sia l’unica soluzione. Il clientelismo è la sola soluzione per chi non vuole “fare”, sia come sindacato, sia come professionista.
A riflettere bene, quei 31 colleghi non potranno certamente dire al magistrato che loro sono della sigla sindacale X o Y. Al magistrato non interessa. Non interessa neanche quando i colleghi lamentano che il loro ordine non li tutela e non gli da servizi e quindi decidono di non pagarlo. Non interessa che sono soli in reparto con 30 pazienti, che devono fare straordinari, che il nuovo contratto toglierà loro i diritti acquisiti sulla pelle di chi ha lottato credendo che migliorare tutti era l’unica strada.
Al magistrato non interessa che loro non percepiscano l’essere professionisti. Lui, il magistrato, propone la pena di 6 mesi di reclusione perché tu PROFESSIONISTA non sei iscritto all’ordine. A questo punto, il tuo bel reparto conquistato con un voto, il corso ECM in più, l’agevolazione promessa che peso avrà?
Io sono allibito per quello che sento dire tra i colleghi. Sono sbigottito che parliamo di uno sciopero per recuperare un aumento dignitoso. Discutiamo di un contratto che prevede un aumento della voce straordinario e che elimina il diritto al riposo. Un contratto che spinge ancora una volta in unica direzione: “LA MANCATA VOLONTA’ DI RISOLVERE IL PROBLEMA DELLA CARENZA DI ORGANICO”.
Tutto fa pensare che continuiamo sulla linea dello sfruttamento. Ti aumento di una miseria, perché di elemosina si tratta, ti tolgo il diritto al riposo e aumentando lo straordinario, i bravi infermieri faranno a pugni per sopravvivere restando il più possibile al lavoro. Bravi colleghi! Organizzatevi bene perché fra qualche mese inizierete i turni seri, quelli tosti. Inizierete ad avere il turno per restare a casa perché saranno più le ore lavorate che quelle libere, basta poco. Un turno sfavorevole, una malattia di un collega, una reperibilità e uno straordinario programmato….perchè non si arriva a fine mese. Nel frattempo l’avvocato ti dice “tanto per iniziare”.
Sono allibito perché non dovremmo discutere di questo. Tutte le forze sindacali avrebbero dovuto lasciare il tavolo delle trattative. Non si può trattare in questi termini. Qualche mese fa ho venduto la mia vecchia auto, mi è rimasta impressa una telefonata. Mi chiedevano di pagarla il 50% del prezzo stabilito. La mia razione? Un sorriso e mi sono rifiutato di iniziare la trattativa. Non potevo iniziare una negoziazione in questi termini.
Perché se devo vendere una cosa, sono cosi rapido a capire quali sono i limiti accettabili e se tratto della mia vita no?
Colleghi si parla della nostra vita e della nostra professione. Il lavoro è una delle fette più ampie della nostra dignità. Non è dignitoso sentire da qualche sindacalista che non si sciopera perché l’aumento sarà ottenuto grazie a loro. Non è dignitoso discutere di briciole. Non è dignitoso essere costretti a subire un umiliante contratto, che sarà firmato a maggioranza, e che autorizzerà le aziende a trattarci da schiavi. Di questo si tratta, perché ci hanno elemosinato 10 euro di aumento annui negli ultimi 8.
Non è dignitoso ma è democratico. La maggioranza decide per tutti. Allora qualcuno, a giusta ragione, sciopera.
Non resta che invitarvi a riflettere qualche minuto in più prima di sostenere un sindacato, prima di autorizzare qualcuno a rappresentarvi. In forza di quella democrazia possiamo veramente ottenere una professionalità riconosciuta anche da un punto di vista economico. Perché un professionista pieno di responsabilità deve avere una retribuzione congrua. Cosi da potere pagare anche un avvocato, cosi da potere dignitosamente svolgere il proprio lavoro.
La scelta è sempre nostra, vogliamo continuare a essere considerati come ci descrive l’onorevole Sgarbi, oppure “tanto per iniziare” comportarci da professionisti?