Iscriviti alla newsletter

L’infermiere- maresciallo che scoprì l’acqua contaminatasulle navi. Stasera alle Iene Emiliano Boi

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 21/02/2018 vai ai commenti

Attualità

Dovrà presentarsi davanti ai giudici del Tribunale del Lavoro, il capo di prima classe della Marina ed infermiere, in servizio alla Spezia, Emiliano Boi, reo di aver rivelato comunicazioni militari riservate a Luca Marco Comellini, segretario del Partito per la tutela dei diritti dei militari e della polizia, e stasera sarà protagonista del programma televisivo “Le Iene”.

La Marina Militare accusa Boi, di aver trasmesso un messaggio riservato, sebbene non soggetto al segreto di Stato, rivelando il contenuto degli accertamenti condotti sulla potabilità dell' acqua utilizzata a bordo della nave in cui il maresciallo infermiere prestava servizio, ossia la "Caio Duilio".

I fatti risalgono al 2011: l’acqua che viene bevuta sulla nave è autoprodotta con dei dissalatori. I dubbi sollevati dall’infermiere sulla potabilità dell’acqua, inducono il Comandante a fare effettuare delle ulteriori analisi dall’Arpal. Risultato: la non conformità dell’acqua per uso umano, per la presenza di Trialometani ed idrocarburi, sostanze cancerogene volatili, sostanze che il laboratorio militare non aveva rilevato.

A questa clamorosa scoperta ne seguì un’interruzione della prassi dell’acqua autoprodotta.

Ma per Emiliano Boi sono cominciati i guai: “Fui allontanato in licenza obbligatoria per uno o due giorni durante i quali fu organizzata una conferenza per rassicurare l'equipaggio.

Io venni descritto come una scheggia impazzita, che faceva allarmismo inutile”

I militari sono intimoriti dalle gerarchie, i colleghi avevano paura di possibili ritorsioni ed io continuai a combattere la mia battaglia da solo», prosegue Boi, che, nonostante il processo in corso ed una carriera in stallo, non si è mai pentito di avere denunciato l'esistenza di questo grave pericolo per la salute dei suoi colleghi e di tutti i militari impiegati sulle navi, alcuni dei quali hanno sviluppato dei tumori, anche un carcinoma alle ghiandole salivari, sebbene non sia stato ancora accertato che la causa possa essere stata il consumo dell'acqua non potabile e cancerogena utilizzata a bordo.

«Ho temuto di perdere il mio lavoro, di finire in galera, ma ho fatto il mio dovere morale, agendo secondo i principi della Costituzione alla quale ho giurato fedeltà. Costituisce per me un sollievo pensare che quasi sicuramente ho salvato delle vite», dichiara il maresciallo con orgoglio.

Nei giorni scorsi, Luigi Pelazza delle Iene ha marcato stretto il maresciallo Boi, per ricostruire con lui la paradossale vicenda, quella di chi è passato da dallo stato di “garantista dei diritti” a “traditore della patria”, e per il quale su Change.org sono state raccolte 16.000 firme a sostegno e fatte recapitare al Ministro della Difesa, Roberta Pinotti.

Mi sento deluso e tradito dal mio Paese, un servitore dello Stato non dovrebbe temere di segnalare illeciti e non dovrebbe subire ripercussioni o essere perseguitato se lo fa. Io credo nella giustizia e mi aspetto che questa storia venga esaminata con cura dalla procura militare per capire cosa c'è dietro. Lo stallo professionale in cui mi trovo non è un fallimento mio, bensì istituzionale.

 

Che tipo di Stato è quello in cui un cittadino è costretto a lottare per la tutela della salute, che dovrebbe essere garantita?”

 

 

da: