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Emilia Romagna. Vaccinazioni obbligatorie per gli operatori sanitari di reparti a rischio, pena la temporanea inidoneità

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 16/03/2018 vai ai commenti

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Rischio biologico e criteri per l’idoneità alla mansione specifica dell’operatore sanitario”, è questo il documento redatto dai medici competenti delle Aziende sanitarie, da infettivologi e da esperti dell’Università e della Regione Emilia Romagna ed approvato dalla Giunta regionale, al centro della delibera che obbliga gli operatori sanitari, medici infermieri, ostetriche ed oss, alla vaccinazione per morbillo, parotite, rosolia e varicella.

La delibera, approvata dopo un incontro con le forze sindacali, sancisce che gli operatori sanitari che operano nelle unità operative di Oncologia, Ematologia, Neonatologia, Ostetricia, Pediatria, Malattie infettive, nei Pronto soccorso e nei Centri trapianti dell’Emilia-Romagna, debbano risultare immuni nei confronti di morbillo, parotite, rosolia e varicella.

Qualora dal medico del Lavoro, ne venga accertata la mancata immunità, il rifiuto o l’impossibilità a vaccinarsi, questo ne rilascerà giudizio di idoneità parziale temporanea, con limitazioni a non svolgere attività sanitaria nelle aree ad alto rischio e a non prestare assistenza diretta a pazienti affetti dalle quattro patologie perché potrebbero contagiare l’operatore stesso ed i propri pazienti.

Il documento, che vale sia per i lavoratori in forza che per i nuovi assunti, traccia le attività e le aree che possono rappresentare un effettivo rischio per la trasmissione di patologie per via ematica (epatite B, epatite C, HIV) e per via aerea (tubercolosi, morbillo, parotite, rosolia e varicella).

 

Da Quotidiano Sanità

ph credit: dal web