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Oss abilitati alla tracheobroncoaspirazione. E’ guerra tra l’Opi e la Asl di Taranto che ha organizzato corsi ad hoc per il personale di supporto

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 18/01/2019 vai ai commenti

AttualitàContenuti Interprofessionali

Corsi di tracheo-bronco-aspirazione per la gestione del paziente a domicilio, rivolti agli Oss, organizzati dalla Asl di Taranto, e contro i quali si è scagliata ferma e senza mezzi termini la Presidente dell’Opi di Taranto, Benedetta Mattiacci, in una lunga lettera di denuncia.

La tracheo- bronco- aspirazione è una procedura di competenza infermieristica e non è attribuibile al personale di supporto.

Il corso organizzato dalla Asl non è puramente informativo, ma mira ad addestrare gli Oss alla procedura, da poter poi mettere in atto, nella gestione del paziente a domicilio.

Le sei giornate formative, dal 23 gennaio al 27 marzo, prevedono teoria e 2 giorni di tirocinio presso il reparto di anestesia e rianimazione dell’Ospedale Santissima Annunziata di Taranto e domicilio dei pazienti tracheostomizzati.

“Trattandosi di una tecnica di stretta competenza infermieristica -si legge nella lettera inviata dalla Presidente Mattiaci -si chiede l’immediata sospensione dei corsi”.

 

Le mansioni attribuibili all’Oss in relazione ad un paziente tracheostomizzato

  • controllare che sia pulita ed in ordine la zona della stomia
  • segnalare ogni condizione che ponga il malato a rischio di soffocamento
  • invitare il paziente ad eliminare le secrezioni con la tosse quando è possibile
  • mobilizzazione del paziente
  • assistere il paziente nell’alimentazione

 

Il nodo della questione, e per la quale la Asl ha ben pensato di organizzare il suddetto corso per gli Oss, risiede nell’Accordo Stato- Regioni che prevede la formazione del personale non sanitario, ovvero del caregiver, in seno alla tracheo- bronco- aspirazione, in modo da poter intervenire in urgenza, nella gestione del familiare a casa.

Va bene la formazione dei parenti- replica Mattiaci -ma non quella degli operatori socio sanitari, che diverrebbero professionisti a tutti gli effetti, in grado di offrire consulenza a domicilio, su una procedura che è di pertinenza esclusiva degli infermieri”.

 

da Quotidiano di Puglia