Pisa. Pronto Soccorso ad alta tensione. Daniele Carbocci NurSind " Soluzioni adottate solo apparenti"
Pronto soccorso ad alta tensione
Sovraffollamento e aggressioni al personale: tre episodi in poche ore
TRE EPISODI in una settimana, anzi a distanza di poche ore. Una situazione potenzialmente esplosiva che continua a reggere soltanto grazie alla professionalità (e alla pazienza) dello staff del pronto soccorso e dei vigilantes che prestano un’attenzione particolare a quell’unità operativa, per definizione la più delicata.
Mercoledì notte un uomo ha accompagnato la figlia di pochi anni a Cisanello perché non stava bene. Intollerabile per lui, molto probabilmente in stato di ebbrezza, l’attesa: prima ha alzato la voce protestando per un altro baby paziente cui era stata data priorità, poi ha iniziato a minacciare il personale sanitario. Situazione riportata per fortuna alla normalità.
GIOVEDÌ invece un doppio caso. Al mattino una trans, arrivata in ambulanza in evidente alterazione, ha dato in escandescenze. Urla e parolacce tra i barellati in attesa di essere visitati o ricoverati. Gli infermieri sono stati costretti a chiamare la polizia che l’ha prontamente allontanata. Nella notte poi un’altra anomalia.
L’arrivo di un altro «strano» paziente: uno straniero sporco di sangue e agitatissimo che ha iniziato ad inveire contro i presenti. Anche in questa occasione, insulti e la minaccia di passare dalle parole ai fatti. Il personale anche stavolta costretto a chiedere aiuto con l’esagitato che alla fine è scappato via rinunciando addirittura alle cure. Insomma, tanti imprevisti in una routine già di per sé complessa. Senza considerare, rta l’altro, i senzatetto che nelle sale d’attesa e nei parcheggi sotterranei cercano da sempre rifugio.
«Lo sforzo delle guardie è già massimo: non possiamo chiedergli di più vista la convenzione che hanno – spiega Daniele Carbocci, segretario del Nursind di Pisa –. La verità è che per una realtà importante come la nostra, è impensabile non poter contare su un servizio prezioso ed essenziale come il posto fisso di polizia h24. Non siamo un piccolo ospedale. Cisanello è frequentato da migliaia di persone al giorno. Al solo pronto soccorso contiamo in media tra i duecento e i trecento accessi quotidiani ai quali vanno sommati gli accompagnatori e i familiari. Con una simile affluenza è quasi scontato incappare in situazioni spiacevoli...».
Soprattutto se il clima diventa ad alta tensione anche per ragioni organizzative.
«Il problema di fondo è la gestione dell’utenza – continua Carbocci –. Medici ed infermieri si trovano sempre più spesso ad affrontare da soli, contando sulle proprie forze, emergenze alle quali è difficile dare risposta. Mi riferisco alla carenza di posti letto che li ‘costringe’ a trattenere decine di degenti nei corridoi in attesa che si liberi una sistemazione nei reparti di competenza».
UNA EVENTUALITÀ che sembra essere diventata la regola, con picchi periodici sempre più frequenti.
«Nelle ultime settimane è capitato di avere fino a trenta degenti in sosta al pronto soccorso, sulle barelle in attesa di essere ricoverati. Ma non lo spazio non c’è – conclude Carbocci –. La preoccupazione, anzi la rabbia, degli stessi malati o dei loro parenti ricade direttamente sul personale sanitario dal quale si pretendono spiegazioni. La tensione fa presto a salire. Le reazioni possono essere anche estreme. E chi difende medici e infermieri?».