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Messina. Divise e scarpe logore per i soccorritori del 118, il NurSind solleva il caso all'Asp: "A rischio la sicurezza dei lavoratori"

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La Redazione
Pubblicato il: 14/02/2019 vai ai commenti

Comunicati StampaNurSind dal territorioSicilia

In quasi otto anni non hanno ricevuto quasi mai i dispositivi di sicurezza.

Pettorine, divise, scarpe antiurto, altri indumenti sanitari indispensabili per curare i pazienti senza correre pericoli: ormai questo materiale è ormai fortemente deteriorato.

L’allarme è lanciato dal NurSind di Messina, il sindacato degli infermieri guidato da Ivan Alonge, che accende i riflettori nuovamente sul personale dell'Asp addetto al servizio di emergenza e urgenza. 
“I dipendenti – spiega la sigla autonoma – sono ormai in condizioni pietose, vanno al lavoro anche con proprie calzature che di certo non sono quelle a norma”.
Il NurSind ha più volte chiesto all’Asp, che è l'azienda da cui dipendono, un intervento per l’acquisto almeno dei dispositivi, ma ad oggi non è arrivata alcuna soluzione.
una volta negli anni passati a un gruppo di lavoratori sono stati consegnati alcuni indumenti da lavoro, mentre per le scarpe niente. “La situazione è delicata – spiega Carmelo Desimone, responsabile 118 del NurSind – gli indumenti necessari sono particolari, evitano ad esempio di entrare in contatto col sangue della persona soccorsa. Tra l’altro secondo la normativa andrebbero lavati dall’azienda sanitaria stessa per questioni di igiene e invece i dipendenti lo fanno a casa propria. Nelle etichette è persino indicato un numero di volte massimo dei lavaggi, ovviamente impossibile da rispettare considerato che dal 2011 sono stati forniti solo una volta”. 
Per segnalare la situazione che si è venuta a creare, il Nursind ha mostrato persino la foto di un medico che nei mesi scorsi, in estate, è andato a lavorare in ciabatte e altre immagini dove si evince lo stato di deterioramento dei dispositivi.
“Non c’è più tempo da perdere - spiega la segreteria del NurSind – bisogna intervenire e non escludiamo azioni di protesta a tutela della sicurezza dei lavoratori”.