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G.O.M. di Reggio Calabria, grave criticità di personale infermieristico, Il NurSind: "a rischio i livelli minimi di assistenza"

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La Redazione
Pubblicato il: 03/04/2019 vai ai commenti

CalabriaComunicati StampaNurSind dal territorio

Gravisime carenze di personale Infermieristico ed altre criticità nel Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria. Dalla Pediatria all'Oncologia passando per il Pronto Soccorso. 

Il NurSind attraverso i suoi delegati aziendali e provinciali lancia l'allarme: "a rischio la sicurezza dei pazienti e dei dipendenti e ancor di più la qualità dell’assistenza".

Nella nota stampa il segretario aziendale NurSind del GOM, Natale Scappatura ed il dirigente sindacale Michele Caludio Nucera, segnalano le gravissime criticità relative all’ineguatezza organica che da tempo immemore gravano sul pronto Soccorso, sulla Pediatria e sull'Oncologia.

"Conosciamo tutti le problematiche contestuali: molti Pronto Soccorsi afferenti all’ASP che facevano da “filtro” sono stati chiusi oppure declassati a Punti di Primo Intervento, cagionando un iperafflusso di pazienti presso il GOM che si perpetra da anni. Alla base del problema risiede il fatto che alla chiusura dei PS Spoke non è mai seguito un reale e proporzionale potenziamento del Pronto Soccorso del GOM (Hub)".

È opportuno specificare che sul GOM, proprio in quanto centro Hub, gravano non solo gli aspetti quantitativi dell’assistenza (legati all’iperafflusso di utenti), ma anche qualitativi in termini di complessità assistenziale. Attualmente presso il Pronto Soccorso del GOM giungono mediamente circa 170 accessi giornalieri. Gli Infermieri turnisti, ridotti oramai all’osso, sono costretti a saltare fin troppo spesso il giorno di riposo per garantire l’assistenza andando quindi incontro a difficoltà enormi nella gestione della continuità assistenziale.  Una situazione di grave e cronica inadeguatezza, che evidenzia l’assoluta inadeguatezza dell’organico in virtù dell’ampio e soprattutto complesso fabbisogno assistenziale. La diretta conseguenza, è l’elevatissimo RISCHIO CLINICO che mette a repentaglio la salute degli assistiti; un importante CARICO DI LAVORO che implementa il rischio di stress lavoro correlato per i Professionisti operanti presso il PSG, che vanno così incontro ad un maggiore rischio sia nel commettere errori che nel contrarre patologie.

Inoltre, sarebbe bene porre fine all’annosa quaestio relativa all’assenza di un Pronto Soccorso Pediatrico.

Particolare attenzione va data alla gestione dell’ emergenza. E’ doveroso far presente che la gestione dell’ emergenza che viene fronteggiata come Pronto soccorso pediatrico all’ interno del reparto di Pediatria, richiede la presenza di uno o più operatori “sottratti” costantemente dalle attività assistenziali del reparto.

Il personale Sanitario continua a supplire, nei momenti di maggiore affluenza, alle carenze di “supporto alberghiero” per dare continuità assistenziale alla particolarissima utenza lì servita, ma nonostante l’immissione in servizio dell’operatore socio sanitario le criticità persistono, in quanto all’operatore socio sanitario vengono assegnate mansioni da svolgere al di fuori dell’U.O.C.

Attualmente i codici rossi pediatrici che non hanno il tempo o la possibilità di essere trasportati in Pediatria, vengono assistiti presso il Pronto Soccorso Generale, negli stessi locali e dallo stesso personale che è chiamato assistere pazienti adulti ed anziani.

Infine nella nota il NurSind denuncia la grave criticità della carenza di personale infermieristico dell’U.O.C. di Oncologia Medica e Day Hospital. 

In particolare il servizio di Day Hospital e Day Service dove vengono trattati circa 80 pazienti al giorno. per le varie prestazioni sanitare, attualmente può contare solo su 5 unità infermieristiche di cui 2 prossime alla quiescenza. Risulta inoltre che a causa di questa dotazione organica non idonea a gestire il carico lavorativo, periodicamente i pazienti in regime di Day Hospital vengono trasferiti all’interno del reparto di degenza per poter concludere le chemioterapie e sistemati in locali (corridoi e sale di attesa) non idonei per la loro sicurezza e del personale che vi opera. di conseguenza questo comporta un notevole aumento del carico lavorativo per gli infermieri della degenza che si ritrovano ad assistere (spesso in 2 unità) contemporaneamente i pazienti ricoverati e quelli in regime di Day Hospital.