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L’ Ospedale di Comunità arriva in Stato- Regioni. Un infermiere e più figure di supporto per 20 posti letto. Ecco come funzionerà

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 01/08/2019 vai ai commenti

AttualitàLeggi e sentenze

L’Ospedale di Comunità, previsto dal dal DM 70/2015 (il regolamento sugli standard ospedalieri), si era arenato in attesa di ulteriori modifiche al testo. Oggi torna, con il testo modificato, ma quasi del tutto sovrapponibile al precedente, all’Ordine del Giorno della Conferenza Stato- Regioni.

Responsabilità clinica al medico e responsabilità assistenziale ad un infermiere che insieme ad un numero adeguato di figure di supporto dovrà gestire 20 posti letto, alcune delle prerogative dell’organizzazione, vediamo come funzionerà.

 

Cos’è

Il “Presidio sanitario di assistenza primaria a degenza breve/Ospedale di Comunità” (di seguito O.d.C.) come previsto dalla normativa vigente e dagli atti concertativi di riferimento (DM 70/2015, Patto per la Salute 2014-2016, Piano nazionale della cronicità), svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero.

L’O.d.C. è una struttura di ricovero breve che afferisce al livello essenziale di assistenza territoriale, rivolta a pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minori o per la riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica potenzialmente erogabili a domicilio, ma che vengono ricoverati in queste strutture in mancanza di idoneità del domicilio stesso (strutturale e/o familiare) e necessitano di assistenza/sorveglianza sanitaria infermieristica continuativa, anche notturna, non erogabile a domicilio.

L’O.d.C. non è una duplicazione o una alternativa a forme di residenzialità già esistenti, che hanno altri destinatari.

L’O.d.C. può avere una sede propria, essere collocato in strutture sanitarie polifunzionali, presso presidi ospedalieri riconvertiti, presso strutture residenziali oppure essere situato in una struttura ospedaliera, ma è sempre riconducibile all’assistenza territoriale.

Posti letto

Di norma ha tra i 15 e 20 posti letto. É possibile prevedere l’estensione fino a due moduli e non oltre, ciascuno di norma con un numero di 15-20 posti letto, per garantire la coerenza rispetto alle finalità, ai destinatari e alle modalità di gestione.

 

Responsabilità

La responsabilità clinica dei pazienti è:

- di un medico di medicina generale (o pediatra di libera scelta se ospedale pediatrico); 

- di un medico che  nella struttura scelto tra i medici dipendenti o convenzionati con il Ssn o incaricato dalla direzione della struttura; 

- per le strutture private, un medico incaricato dalla struttura. 

La responsabilità assistenziale spetta all’infermiere secondo le proprie competenze. 

I responsabili delle attività cliniche e infermieristiche raccolgono le informazioni sanitarie per i rispettivi ambiti di competenza, utilizzando una cartella clinico - assistenziale integrata, inserita in un processo di informatizzazione integrato con il fascicolo sanitario elettronico. 

 

In caso di necessità, l’infermiere attivala figura medica prevista dai modelli organizzativi regionali.

 

In caso di emergenza, dovranno essere attivate le procedure di emergenza tramite il Sistema di Emergenza Urgenza territoriale. Nel caso in cui la sede dell'ospedale di comunità sia all'interno di un presidio ospedaliero potranno essere attivate le procedure di emergenza del presidio ospedaliero. 

 

Fabbisogno personale sanitario

L’assistenza/sorveglianza sanitaria è infermieristica ed è garantita nelle 24 ore.

Per un modulo fino a 20 posti letto dovrà essere garantita la presenza h24 di una figura infermieristica e di una adeguata presenza di figure di supporto diurne e notturne commisurata al case mix dei pazienti. É auspicabile che venga assicurata la funzione dell’infermiere case manager.

L’assistenza medica è assicurata dai medici incaricati nel turno diurno (8-20) per almeno una ora di presenza settimanale per singolo ospite, sei giorni su sette; nel turno notturno (20-8) e diurno festivo e prefestivo in forma di pronta disponibilità, anche organizzata per più strutture dello stesso territorio, con tempi di intervento conformi a quanto previsto dalle norme in materia.

L’assistenza notturna può essere garantita anche da medici di continuità assistenziale, in base a specifici accordi locali, oppure da medici che operano nella struttura.

 

 

Target di utenza

Possono accedere all’O.d.C. pazienti con patologia acuta minore che non necessitano di ricovero in ospedale o con patologie croniche riacutizzate che devono completare il processo di stabilizzazione clinica, con una valutazione prognostica di risoluzione a breve termine (15-20 giorni), provenienti dal domicilio o da altre strutture residenziali, dal Pronto soccorso o dimessi da presidi ospedalieri per acuti.

I pazienti ospitati necessitano di assistenza infermieristica continuativa e assistenza medica programmata o su specifica necessità.

Gli O.d.C. possono prevedere ambienti protetti, con posti dedicati a pazienti con demenza o con disturbi comportamentali, in quanto affetti da patologie croniche riacutizzate a domicilio o in dimissione ospedaliera.

Queste strutture temporanee potrebbero ridurre l’istituzionalizzazione e l’ospedalizzazione in ambienti ospedalieri non idonei.

Il personale deve essere adeguato al target di utenti per formazione e numerosità.

In prossimità di Ospedali Pediatrici è possibile prevedere la realizzazione di O.d.C. dedicati a pazienti pediatrici, con la responsabilità clinica del pediatra e la presenza di personale di assistenza specificamente formato e competente per tale target di pazienti.

 

Modalità di accesso

Per l’accesso all’O.d.C. è necessario che siano soddisfatti i seguenti criteri:

• diagnosi già definita

• prognosi già definita

• valutazione del carico assistenziale e della stabilità clinica eventualmente attraverso scale

standardizzate

• programma di trattamento già stilato e condiviso con il paziente e/o con la famiglia (ad eccezione

del Pronto Soccorso).

É inoltre auspicabile una valutazione multidimensionale anche in fase di accesso. L’accesso avviene sumprescrizione del medico di medicina generale (pediatra di libera scelta se O.d.C. pediatrico), del medico di continuità assistenziale o dello specialista ambulatoriale o del medico ospedaliero, anche direttamente dal Pronto Soccorso, previo accordo con la struttura.

 

Formazione

Devono essere promossi ed assicurati: la formazione continua di tutto il personale, la valutazione e il miglioramento continuo della qualità dell’assistenza.

 

Da Quotidiano Sanità