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Elevare le indennità di turno. La proposta di NurSind Cagliari per utilizzare il fondo residuo dell’art.80 per l’anno 2018

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La Redazione
Pubblicato il: 26/09/2019 vai ai commenti

Comunicati StampaNurSind dal territorioSardegna

Elevare l’indennità notturna di 1 euro/ora a , 8 euro a notte, 40 euro al mese e 400 euro all’anno, compensando grandi linee il mancato pagamento delle festività infrasettimanali: questa la proposta del NurSind Cagliari.

Come fare

Premettendo che NurSind è l’unica Organizzazione Sindacale Rappresentativa a non aver sottoscritto il contratto, oltre che averlo rigettato e ripudiato con tutte le forze, tuttavia non possiamo esimerci nell’esprimere alcuni concetti che sono sfuggiti ai meno avveduti, vuoi per faziosità o vuoi per mancanza di competenze.

Inizio per parlare in modo molto elementare, per essere capito anche da chi è totalmente avverso alla materia sindacale e contrattuale, nonché a tutti quei dipendenti che ritengono futile conoscere il CCNL.

Proprio il CCNL 2016-2018 annovera due art. 80 e 81 che trattano di fondi per il personale del comparto (personale sanitario, tecnici e amministrativi).

 

L’art. 80 definito dal legislatore (fondo per condizioni di lavoro e incarichi), prevede la remunerazione della maggior parte delle voci variabili della busta paga, le cosiddette indennità (di turno, servizio notturno, pronta disponibilità ecc...) oltre che la parte contrattata tra azienda e organizzazioni sindacali per la retribuzione degli incarichi di funzione (ex posizioni organizzative, coordinamenti, professionista esperto e specialista). 

L’art. 81 definito (fondo fasce e produttività), serve appunto per remunerare i due istituti. 

L’attuale controversia nasce da un residuo (porzione di fondo non utilizzato) di 220.000 euro del fondo dell’art.80 per l’anno 2018. 

Ma per risalire ai motivi per il quale si crea questo residuo, bisogna inevitabilmente fare un po' di cronistoria. 

Sino a qualche anno fa, in tutte le unità operative vigeva la pronta disponibilità (reperibilità), voluta dall’azienda con il benestare dei sindacati per sopperire alle lacune nelle dotazioni organiche, nella fattispecie l’istituto veniva impropriamente e illegittimamente usato per sostituire nel turno notturno il collega assente per malattia o quant’altro. 

Questo abuso provocava costantemente lo sforamento del fondo, aggravato dal fatto che sino a qualche anno fa venivano pagate ai lavoratori turnisti le festività lavorate. 

 

NurSind è stata l’unica sigla ad opporsi a questo sistema (tutti i documenti sono facilmente consultabili e depositati), pertanto da alcuni anni a questa parte, sotto pressione, l’azienda ha deciso di intervenire sopprimendo tutte le pronte disponibilità nelle degenze ordinarie. 

Da quel momento, facendo due più due, non gravando più sul fondo le pronte disponibilità nelle degenze e le festività del personale turnista, si liberano i contesi 220.000 euro, che euro più o euro meno saranno una costante per gli anni a venire. 

Ora la domanda è inevitabile! Chi ha diritto ad intascarsi quei soldi? 

Non ci sono dubbi, i turnisti! A loro sono stati sottratti e loro se ne devono riappropriare. 

Tirando due somme, se andasse in porto la nostra proposta sull’elevazione dell’indennità notturna, di 1 euro/ora, 8 euro a notte, 40 euro al mese e 400 euro all’anno, si compenserebbe a grandi linee il mancato pagamento delle festività infrasettimanali. 

Cosa vorrebbero fare invece, coloro i quali si contrappongono alla nostra proposta? Udite, udite! Trasferire il residuo al fondo dell’art. 81 per l’attribuzione delle fasce. 

Ancora una volta si evidenzia una paurosa lacuna nella conoscenza del contratto, pertanto è assolutamente incontestabile che tale residuo non può avere tale utilizzo, esistendo già un fondo fasce, salvo incorrere in danno erariale che verrebbe prontamente accertato dalla corte dei conti, chiedendo la restituzione delle somme illegittimamente corrisposte ai lavoratori beneficiari della PEO. 

L’amministrazione a sua volta conferma, impossibilità di utilizzare il suddetto residuo per l’attribuzione delle fasce e nel contempo si pronuncia, evidenziando la disponibilità nel fondo dell’art.81 di 65.000 per consentire l’avanzamento di fascia al 50% degli esclusi nel 2018, quantificati in circa 174 unità. 

L’altra proposta che sta prendendo piede in questi giorni è la possibilità di ripartire il residuo in quanto produttività tra i 1030 dipendenti del comparto dell’azienda. 

A onore del vero attuabile contrattualmente ma che metterebbe indistintamente circa 200 euro nelle tasche dei dipendenti, tecnici, amministrativi, coordinatori e non turnisti in generale. 

La nostra proposta va ben oltre le 400 euro intascate, bensì esprime la possibilità di incentivare e premiare il disagio dei turnisti, oltreché arginare l’inevitabile fuoriuscita dai turni del personale sanitario. 

Pertanto invitiamo calorosamente, chi di nostra conoscenza a rileggersi il contratto, se mai lo avessero fatto prima di sottoscriverlo, per non incorrere nei tempi a venire in 

spregiudicatezze obbrobriose a discapito della classe lavoratrice!