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Salute mentale. Il 31,2 per cento degli interventi e` rappresentato da attività` infermieristica, in coda gli psichiatri

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 14/10/2019 vai ai commenti

AttualitàStudi e analisi

Chi lavora nel settore pubblico della salute mentale?  Nel 2017 si contano 28.692 unita`: il 18,6% rappresentato da medici (psichiatri e con altra specializzazione), il 7,1% da psicologi, il 45% da infermieri, il 10% da Operatori Socio Sanitari, il 6% da educatori professionali e tecnici della riabilitazione psichiatrica e il 4,5% da Assistenti sociali. Il 31,2% degli interventi e` rappresentato da attività` infermieristica al domicilio e nel territorio, il 24,1% da attività` psichiatrica, il 15,6% da attività` di riabilitazione e risocializzazione territoriale, il 6,5% da attività` psicologica psicoterapica e il 6% da attività` di coordinamento.

Sono quindi gli infermieri quelli che hanno il peso maggiore nella cura dei pazienti affetti da problemi inerenti la salute mentale.

E’ quanto emerge dal Rapporto Salute Mentale 2017, a conferma di quanto espresso dall’OMS in occasione della giornata mondiale della salute mentale, che evidenziano inoltre come vi sia un gradiente rilevante fra numero di posti letto ospedalieri in questa area fra i paesi europei. 

L’Italia è all’ultimo posto in Europa con 9 posti letto per 100 mila abitanti, contro i 69 della media europeameno della metà del paese penultimo in classifica – Cipro – e meno di un terzo del terzultimo paese, la Spagna.

 

Il Rapporto Salute Mentale 2017

 

Gli assistiti dai servizi specialistici nel 2017 sono 851.189 (mancano i dati della P.A. di Bolzano), con tassi standardizzati che vanno dal 79,9 per 10.000 abitanti adulti in Sardegna fino a 230,1 nella regione Puglia (valore totale Italia 169,4).
Sono di sesso femminile nel 53,5% dei casi, mentre la composizione per età riflette l’invecchiamento della popolazione generale, con un’ampia percentuale di pazienti al di sopra dei 45 anni (67,6%).
In entrambi i sessi risultano meno numerosi i pazienti al di sotto dei 25 anni mentre la più alta concentrazione si ha nella classe 45-54 anni (25,3% nei maschi; 23,5% nelle femmine); le femmine presentano, rispetto ai maschi, una percentuale più elevata nella classe > 75 anni (7,2% nei maschi e 12,0% nelle femmine).
I pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno 2017 con i Dipartimenti di Salute Mentale sono 335.794 di questi il 91,7% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita (first ever pari a 307.812 unità).

Le patologie
I tassi delle persone trattate per patologia evidenziano importanti differenze legate al genere. I tassi relativi ai disturbi schizofrenici, ai disturbi di personalità, ai disturbi da abuso di sostanze e al ritardo mentale sono maggiori nel sesso maschile rispetto a quello femminile, mentre l’opposto avviene per i disturbi affettivi, nevrotici e depressivi.
In particolare per la depressione il tasso degli utenti di sesso femminile è quasi doppio rispetto a quello del sesso maschile (29,2 per 10.000 abitanti nei maschi e 48,3 per 10.000 abitanti nelle femmine).

Il personale
La dotazione complessiva del personale all’interno delle unità operative psichiatriche pubbliche, nel 2017, risulta pari a 28.692 unità. Di queste il 18,6%è rappresentato da medici (psichiatri e con altra specializzazione), il 7,1% da psicologi, il personale infermieristico rappresenta la figura professionale maggiormente rappresentata (44,9%), seguita dagli OTA/OSS con il 10,3%, dagli educatori professionali e tecnici della riabilitazione psichiatrica pari al 6,6% e dagli assistenti sociali con il 4,5%.

 

da: 

Rapporto salute mentale. Analisi dei dati del Sistema informativo per la salute mentale (SISM) - http://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=2841