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Infermieri e Compassion fatigue. Tutto quello che devi sapere: cos’è, i fattori di rischio e come difenderti

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 04/12/2019 vai ai commenti

Lavoro usuranteStudi e analisi

Il benessere del lavoratore non è ancora al centro delle politiche aziendali, spesso disorganizzate, caratterizzati da eccessivi carichi di lavoro e da protocolli focalizzati sull’efficienza e non sull’efficacia, con una riduzione della qualità di vita lavorativa.

La compassione fatigue è una condizione caratterizzata da una graduale e progressiva riduzione nel tempo, del desiderio di prendersi cura, della compassione.

Definita come un disordine psicologico, è paragonabile per effetti al disturbo da stress post traumatico (Post Traumatic Stress Disorder) anche se con una comparsa molto più lenta e subdola: infatti, essa non appare da subito e chiaramente evidente agli altri membri dell’équipe e lo stesso operatore che ne è colpito fatica a capire all’inizio quello che prova.

È dimostrato che il malessere colpisca il settore a 360 gradi, diffondendosi su tutte le figure coinvolte nell’equipe di cura. In un recente studio ad esempio, più del 25% del personale volontario e gli operatori in servizio nelle ambulanze soffrono di una serie di gravi sintomi, che dal punto di vista psicologico possono essere classificati come stress post-traumatico. Un’altra ricerca su questo tema attesta che questa medesima sindrome psicologica si evidenzia nel 34% degli infermieri intervistati (Beck 2011)

 

Fattori di rischio:

  • tipo di patologia che affligge i pazienti assistiti
  • condizione specifica di ciascun paziente (comportamenti inadeguati; aggressività o rabbia)
  • turni di lavoro troppo stancanti
  • difficoltà nel gestire le decisioni dei propri superiori
  • gestione della responsabilità
  • lavoro d’équipe
  • cattiva gestione dei ruoli all’interno del reparto o dell’organizzazione sanitaria stessa
  • limiti personali o esperienze traumatiche personali precedenti non risolte o elaborate
  • età dei pazienti e nello specifico proprio la cura dei bambini e degli adolescenti e la relazione con le loro famiglie è un fattore esponente particolarmente insidioso.

 

Effetti della Compassion Fatigue

•ipersensibilità

•Isolamento e senso di solitudine

•produzione di immagini intrusive e ansiogene

•incubi

•irritazione ed irrequietezza

•ansia diffusa e generalizzata

•disturbi del sonno

•instabilità, alterazioni dell’umore

•rabbia, ma anche depressione e tristezza

•senso di inutilità

•perdita di obbiettività.

 

I segni di questa condizione possono inoltre sfociare in quello che viene definito Stress traumatico secondario (STS) o trauma vicario. Il nome deriva dal fatto che si tratta di ferite emotive derivanti dalla sola conoscenza di eventi traumatici esperiti da altri, per interposta persona. Questa condizione di forte carico emotivo e impegno percepito nella cura nascono in questo caso da un trauma subito da un altro individuo, in seguito al tentativo di supportarlo.

L’operatore compito da Trauma vicario arriva a:

divenire incapace di verbalizzare le sue emozioni

•a provare perfino conforto nella sofferenza altrui (dato che non ha colpito lui) •osservare ed interagire con altri uomini e donne sofferenti senza provare alcuna compassione ma arrivando ad atteggiamenti al limite del cinismo.

 

Il burnout è un’ulteriore forma di compassion fatigue (Beck 2011; Ricard 2015), tra le più gravi e drastiche conseguenze della scarsa qualità di vita professionale nelle professioni d’aiuto, e comporta una totale perdita d’interesse nei confronti delle persone a cui il professionista dovrebbe rivolgere le proprie attenzioni e cure. In particolare, è dimostrato che la persona in questo stato prova costantemente un esaurimento emotivo, tende a mettere in atto una depersonalizzazione della persona da curare, sperimentando una ridotta realizzazione personale, frustrazione e mancanza di gratificazione.

 

Come misurare lo stress

Uno degli strumenti di misura è il Professional Quality of Life Scale (PROQOL) è un test autosomministrato ideato da Figley, uno dei massimi esponenti nella ricerca sulla compassion fatigue, che ha lo scopo di stimare il rischio di un eccessivo coinvolgimento nella relazione con il paziente e allo stesso tempo la percezione della propria soddisfazione. 

Il test è composto di items che analizzano la condizione personale, l’identificazione con il proprio lavoro, il rapporto con l’ambiente di lavoro e con i colleghi, e fornisce un punteggio che misura il livello di soddisfazione della professione d’aiuto, il rischio generale di burnout e la possibilità di sviluppare la compassion fatigue.

 

 

Strategie per la tutela del benessere del lavoratore

  • Self-Care Strategies, strategie di tutela dell’operatore, che si differenziano dalle semplici strategie difensive in quanto sono di tipo costruttivo e non involutivo:
  • fisiche: esercizio fisico, ore di sonno adeguato, buona alimentazione;
  • psicologiche: compensazioni nella vita personale, occasioni di relax, contatto con la natura, espressione creativa, aumento delle abilità di comunicazione (assertività), di riduzione dello stress, di ristrutturazione cognitiva dei problemi, di organizzazione del lavoro e di gestione dei propri tempi; ancora pratiche di meditazione o esercizio di spiritualità, autoconsapevolezza;

•sociali: presenza di una rete di supporto psicologico ed emotivo nell’ambiente professionale e personale, capacità di chiedere aiuto, attivismo sociale;

  • professionali: capacità di porsi dei limiti di tempo e di impiego delle proprie risorse mentali, fisiche e psicologiche; atteggiamento realistico rispetto alle proprie capacità e possibilità professionali; capacità di interagire con numerose figure professionali

 

  • una gestione orientata ed oculata dell’organizzazione del lavoro
  • la predisposizione di una supervisione attenta e competente a disposizione degli operatori esposti al rischio
  • un piano completo di formazione continua declinato su questi stessi aspetti specifici.

 

 

Da: Compassion Fatigue Secondary Traumatic Stress Disorder Vicarious Trauma (prof.ssa Bobbo) e Stress traumatico secondario, compassion fatigue e burn out nelle professioni sanitarie: cosa sono e come difenderci