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NurSind dice NO al declassamento della Terapia Intensiva Neonatale dell’ASST di Cremona

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La Redazione
Pubblicato il: 05/12/2019 vai ai commenti

AttualitàLombardia

A cura di Vincenzo Raucci

 

Il NurSind Cremona si schiera al fianco dei colleghi infermieri e dei cittadini contro la delibera della Regione Lombardia (approvata l’11 novembre scorso) avente per oggetto la “Rete regionale per l’assistenza materno neonatale: requisiti e strutture dei centri di medicina materno fetale ad elevata complessità assistenziale; requisiti e strutture sede dei centri di Terapia Intensiva Neonatale (TIN)”.

In poche parole, il testo mira a declassare la TIN di Cremona, trasformandola in Terapia Sub-Intensiva Neonatale.

“La scelta del declassamento - afferma l’ex Direttore Carlo Poggiani - porrebbe i Neonatologi nell’impossibilità di farsi carico dell’assistenza sia ai neonati gravemente prematuri che a quelli a termine di gravidanza con l'esigenza di un supporto ventilatorio, di ipotermia terapeutica, di infusione di sostanze inotrope, di nutrizione parenterale totale, e così via”.

La Patologia Neonatale con TIN è punto di riferimento della Provincia di Cremona per l’assistenza sia ai neonati a termine affetti da gravi patologie sia ai neonati affetti da grave e gravissima prematurità che presentano un peso alla nascita inferiore a 1500 grammi (neonati di peso molto basso) e inferiore a 1000 grammi (neonati di peso estremamente basso).

L’Unità Operativa offre una risposta completa da un punto di vista diagnostico alle esigenze dei neonati affetti da patologie endocrino-metaboliche, cardiologiche, malformative. L’assistenza neonatale è fortemente integrata con quella alla gravidanza e al parto, con figure di riferimento in grado di guidare la famiglia lungo tutto il percorso. La cura dei pazienti non ha termine all’atto della dimissione ma prosegue mediante un follow-up ambulatoriale polispecialistico. Dal 2006 la Regione Lombardia ha attribuito alla struttura la funzione dell’assistenza al Neonato Gravemente Immaturo che necessita di Terapia Intensiva, dal 2011 la struttura è considerata tra i Centri Hub regionali di Terapia Intensiva Neonatale.

Ora, però, è arrivata questa scelta incauta, che creerebbe un notevole disagio a cittadini e operatori: i neonati dovrebbero essere per forza trasferiti a Brescia, con che mezzo non è dato saperlo ma è utile precisare che fra Cremona e Brescia ci sono circa 48 km, che si traducono in 40 minuti di autostrada senza considerare traffico, lavori o eventuali incidenti che potrebbero allungare i tempi.

Secondo l'ex Direttore, si tratterebbe, circa, di quasi 200 trasporti l'anno, di cui tra i 50 e gli 80 di bambini con necessità ventilatorie, tra i 20 ed i 30 di neonati di peso molto basso o estremamente basso, a cui andrebbero aggiunti neonati con convulsioni, crisi di astinenza e così via.

Chi si farà carico di questi trasporti? Chi si assumerà il rischio che comporta trasportare un bambino di 1 kilo (o anche meno)con gravi problematiche di salute legate ad una nascita fortemente prematura? Chi starà vicino a quei genitori che, già messi a dura prova da una nascita avvenuta troppo presto (con tutte le paure e le preoccupazioni che questa comporta), saranno costretti a lunghe trasferte giornaliere, anche nel cuore della notte in caso di emergenza?

“Tutto questo avviene per ragioni puramente politiche - afferma il Segretario Territoriale NurSind Cremona, Vincenzo Trigila - e la cosa danneggia pesantemente i cittadini cremonesi, mettendo a repentaglio l’accessibilità alle cure dei più piccoli. L’attuale politica di tagli, di Regione Lombardia, unita ad ampie aperture, invece, alla sanità privata umilia gli sforzi e la professionalità di tutti gli operatori sanitari, tra cui gli infermieri che ci onoriamo di rappresentare. Come NurSind abbiamo anche deciso di sostenere la protesta attraverso l'utilizzo del "fiocco giallo", poiché il fiocco è il simbolo delle nascite e il giallo è il colore delle divise delle infermiere della TIN”.

Ricordiamo che sulla piattaforma “Change.org” si stanno raccogliendo firme a sostegno della protesta e, al momento in cui pubblichiamo l’articolo, sono quasi arrivate a quota 13.000!