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E' possibile diventare positivi anche dopo il vaccino?

Giuseppe Romeodi
Giuseppe Romeo
Pubblicato il: 20/02/2021 vai ai commenti

CoronavirusProfessione e lavoroStudi e analisi

La Società italiana di malattie infettive. «Contagiarsi, anche dopo avere ricevuto la seconda somministrazione, non significa automaticamente che il vaccino è stato poco efficace», spiega il direttore scientifico Massimo Andreoni, virologo del Policlinico Tor Vergata. «In tutti i casi che abbiamo preso in esame finora, ci siamo trovati davanti a persone completamente asintomatiche».

 

L’obiettivo principale del vaccino, continua Andreoni , «è bloccare la malattia, non bloccare l’infezione».

 

C’è un aspetto cruciale che però ancora va chiarito: «Ad oggi non sappiamo se chi è stato infettato dopo il vaccino è anche infettivo». Insomma, se oltre ad essere contagiato è anche contagioso per gli altri. Mancano studi definitivi, in un senso o nell’altro. Per questo il Ministero della Salute ha optato per la linea della massima cautela e il governo ha comunicato al tavolo con le Regioni che «al momento, al vaccinato si applicano gli stessi provvedimenti di un non vaccinato». Compreso l’obbligo di quarantena per chi entra in contatto con un positivo.

 

Come conferma Luigi Toma, infettivologo dell’Ifo, «non abbiamo evidenze scientifiche sul fatto che il vaccinato positivo al Covid sia contagioso o no. In assenza di studi approfonditi, non possiamo trarre conclusioni, è presto». Alcuni punti fermi però si possono fissare, facendo un raffronto con altri virus. «Per le malattie infettive classiche, c’è la possibilità che una persona vaccinata contragga la stessa patologia per cui ha ricevuto il vaccino. Ed è molto probabile che questa persona non abbia sintomi. Quanto però possa essere contagiosa è un aspetto estremamente variabile, cambia a seconda del tipo di paziente e del ceppo virale dal quale viene infettato».

 

Qui entrano in scena le varianti. Per il ceppo brasiliano, le indagini preliminari condotte a Manaus «suggeriscono una potenziale maggiore trasmissibilità o propensione alla reinfezione», si legge in una circolare del Ministero della Salute del 31 gennaio. Ma si tratta appunto di valutazioni iniziali, tutte da approfondire. «Nel frattempo - conclude Toma dell’Ifo - è bene mantenere tutte le misure di precauzione, perché il rischio di contagiare gli altri, potenzialmente, c’è sempre».