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Andare in pensione con la Manovra 2024. Tutte le vie d’uscita dal lavoro

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 30/01/2024

Previdenza

In un contesto economico sempre più complesso, l'approvazione della Legge di Bilancio 2024 ha portato significative sfide per chi si appresta a fare il grande passo verso la pensione. L'impatto delle nuove normative si fa sentire su diversi fronti, rendendo il raggiungimento del traguardo pensionistico un obiettivo più difficile da conseguire.

Requisiti più Rigidi: La legge Fornero, già oggetto di dibattito in passato, si fa sentire ancora una volta con l'inasprimento dei requisiti per accedere alla pensione. Ciò significa che i lavoratori dovranno affrontare una maggiore difficoltà nel soddisfare i criteri necessari per beneficiare della sicurezza economica garantita dalla pensione.

Riduzione delle Forme di Accompagnamento: Uno dei cambiamenti più rilevanti è rappresentato dalla riduzione o disincentivo alle forme di accompagnamento alla pensione. Questo implica che gli strumenti e le opzioni che in passato agevolavano il percorso verso la pensione saranno limitati, richiedendo una maggiore pianificazione individuale da parte dei lavoratori.

Impatto sulla Fascia Alta delle Pensioni: La riduzione della copertura inflazionistica delle pensioni nella fascia alta rappresenta un ulteriore ostacolo. I pensionati di livello più elevato potrebbero vedere il loro potere d'acquisto eroso nel tempo, con ripercussioni significative sulla qualità della loro vita durante la pensione.

Taglio alle Pensioni per alcune Categorie di Dipendenti Pubblici: Le nuove disposizioni colpiscono anche specifiche categorie di dipendenti pubblici, con una riduzione della misura della pensione. Questo potrebbe generare disagi e preoccupazioni tra chi ha dedicato anni al servizio pubblico, vedendosi ora confrontato con un futuro pensionistico meno sicuro di quanto inizialmente previsto.

 

Ma vediamo punto per punto il pacchetto previdenziale cosa stabilisce.

REQUISITI PENSIONISTICI ANTE 31 DICEMBRE 1995

Per i vecchi iscritti alla previdenza, ante 31 dicembre 1995, il quadro resta  immutato e lo rimarrà fino al 31 dicembre 2026:

 

  • Pensione di vecchiaia uomini e donne, privati, pubblici ed autonomi: 67 anni

 

  • Pensione anticipata donne: 41 anni e 10 mesi di anzianità contributiva (2175 contr. Sett.)

 

  • Pensione anticipata uomini: 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva (2227 contr. Sett.)

 

  • Pensione lavoratori precoci: 41 anni

 

  • Quota 103: 62 anni di età e 41 anni di contribuzione.

 

Requisiti pensionistici nuovi iscritti post 31 dicembre 1995: pensione di vecchiaia

I nuovi iscritti alla previdenza, ovvero quelli che hanno cominciato a versare i contributi dal 1°gennaio 1996, potranno andare in pensione per vecchiaia con: 67 anni, 20 di contributi e se hanno maturato un valore dell’assegno pari al valore dello stesso assegno sociale; in pratica si passa da un valore dell’importo soglia (pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale) che per il 2023 è stato di 754,90 € mensili, ad un valore dell’importo soglia per il 2024 corrispondente all’ammontare dello stesso segno sociale che, indicativamente, tenendo conto degli aggiustamenti e delle rivalutazioni previste dal decreto perequazioni, (decreto 20 novembre 2023) dovrebbe aggirarsi attorno ai 534 € mensili.

 

REQUISITI PENSIONISTICI NUOVI ISCRITTI POST 31 DICEMBRE 1995:

 

  • Pensione di vecchiaia uomini e donne, privati, pubblici ed autonomi: 67 anni e 20 anni di contributi, importa soglia parti almeno all’assegno sociale, oppure 71 anni e 5 anni di contribuzione effettiva, non importo soglia.

 

  • Pensione anticipata donne: 41 anni e 10 mesi di anzianità contributiva (2175 contr. Sett.)

 

  • Pensione anticipata uomini: 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva (2227 contr. Sett.)

 

PENSIONE ANTICIPATA CON REQUISITI RIDOTTI PER NUOVI ISCRITTI

A chi va in pensione anticipata con requisiti ridotti viene posto in un tetto massimo all’importo spettante liquidabile fino al compimento dell’età pensionabile, tetto pari a 5 volte il trattamento minimo che, partendo dal dato ufficiale 2023 di 567,94 euro, a cui aggiungere il dato previsto di rivalutazione 2024 del 5.4%, porta a 598,61 euro. Questo dato che dovrà essere ufficializzato dall’Inps, porta ad un tetto di 2.993 euro di pensione lorda mensile.

Infine, la pensione anticipata con i requisiti ridotti avrà una decorrenza di 3 mesi successivi alla maturazione.

 

Opzione donna

Per poter lasciare il lavoro usufruendo di opzione donna, è necessario possedere i seguenti requisiti anagrafici:

  • 35 anni di anzianità contributiva;
  • 61 anni di età anagrafica (requisito incrementato di un anno rispetto ai 60 anni previsti lo scorso anno) che si riducono di un anno per ogni figlio entro il limite massimo di 2 anni, cioè con non meno di 59 anni di età.

A questi si aggiunge:

  • lo status di caregiver, cioè, assistere da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravitaÌ€ abbiano compiuto 70 anni oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
  • avere una riduzione della capacitaÌ€ lavorativa uguale o superiore al 74%;
  • essere lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali eÌ€ attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale (in questo caso vale il requisito anagrafico di almeno 59 anni a prescindere dal fatto di essere o meno madre di 2 figli).

 

Ape sociale

I requisiti per accedere all’Ape sociale sono:

  • età anagrafica 63 anni e 5 mesi.

I lavoratori devono inoltre appartenere alle seguenti categorie:

  • disoccupati che hanno cessato il trattamento di disoccupazione con almeno trent’anni di anzianità contributiva;
  • caregiver cioè coloro che assistono da almeno sei mesi un familiare convivente portatore di handicap con almeno trent’anni di anzianità contributiva;
  • invalidi con almeno 74% di invalidità con almeno trent’anni di anzianità contributiva;
  • addetti ai lavori gravosi ai sensi della legge 234/2021, con almeno 36 anni di anzianità contributiva, ridotti a 32 anni per addetti ai lavori edili e alla produzione di ceramica.

 

Quota 103

Per chi matura i requisiti di quota 103 nel corso del 2024 la pensione sarà integralmente calcolata con il sistema contributivo anziché con quello misto. Nel settore pubblico lre finestre di uscita passano dagli attuali 7 mesi a 9 mesi.

La disciplina sulla quota 103 prevede ancora la facoltà, per il lavoratore dipendente, pubblico o privato, che abbia raggiunto entro il 31 dicembre 2024 i requisiti per il trattamento pensionistico anticipato inerenti alla medesima quota, di richiedere al datore di lavoro la corresponsione in proprio favore dell’importo corrispondente alla quota a carico del medesimo dipendente di contribuzione alla gestione pensionistica, con conseguente esclusione del versamento della quota contributiva e del relativo accredito. Si tratta cioè del cosiddetto incentivo al posticipo della pensione regolato dal Dm 21 marzo 2023.

 

La pensione di medici ed infermieri

Per medici ed infermieri che hanno meno di 15 anni di contributi antecedenti il 1996 l’aliquota di rendimento applicabile alla retribuzione pensionabile risulterà inferiore rispetto alle percentuali in vigore fino al 31 dicembre 2023, determinando così una quota retributiva più bassa rispetto ai valori precedenti. Ld modifiche riguardano medici ed infermieri i cui trattamenti pensionistici decorrono successivamente al 31 dicembre 2023;nei casi in cui l’anzianità contributiva relativa alla quota retributiva sia inferiore a 15 anni.

da Ntlavoro