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Regioni in pressing: Autonomia di spesa o la crisi infermieristica esplode

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 14/11/2025

Governo

La proposta di legge di bilancio è passata al vaglio delle Regioni e dalla sua lettura, pur riconoscendo gli sforzi del governo per aumentare le disponibilità economiche, sono comunque emerse criticità che ha prodotto una serie di richieste che puntano il dito sulla capacità locale di incidere sulla spesa per risolvere i gravi problemi che attanagliano i servizi sanitari regionali.

Le Regioni, nel loro dibattito, richiedono maggiori autonomie nella gestione del Fondo Sanitario, auspicando meno vincoli e maggiori possibilità di spesa diretta per medici e infermieri. Questo perché la rigidità nelle attuali regole di spesa ostacola la capacità di adottare misure di incentivazione efficaci, fondamentali per contrastare la carenza di personale e il turnover spesso associato a condizioni lavorative difficili e ritmi di lavoro intensi.

In particolare, la carenza di organico infermieristico rappresenta una criticità urgente da affrontare con strumenti non solo finanziari, ma anche organizzativi e normativi, che consentano di valorizzare il ruolo degli infermieri, migliorare le condizioni di lavoro e favorire percorsi di carriera e di formazione continua. L'autonomia di spesa è vista come un elemento strategico per realizzare questa trasformazione, permettendo alle realtà regionali di adattare le risorse alle esigenze locali in modo più flessibile ed efficace. Tale autonomia economica favorirebbe una maggiore capacità di risposta alle esigenze locali e un miglior impiego delle risorse, con impatto diretto sulla qualità dell’assistenza e sul clima lavorativo. La decentralizzazione degli strumenti di incentivazione finanziaria è vista quindi come una leva strategica per il rafforzamento dell’organico sanitario e per la migliore realizzazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA).

Le richieste di modifica sono state concretizzate in una serie di emendamenti di modifica del testo di cui le regioni Emilia Romagna, Veneto e Lombardia sono capofila e non potrebbe essere diversamente anche alla luce delle ultime dichiarazioni del presidente Emilia Romagna de Pascale che ha lanciato un grido d’allarme sulla pressione che deriva dai flussi di pazienti extra regione.

Dal punto di vista dei presidenti, se le richieste fossero accolte si potrebbero creare le condizioni per attenuare almeno in parte i problemi esistenti. Dal punto di vista della professione infermieristica è apprezzabile notare come la questione infermieristica cominci a ricevere l’attenzione che merita, qualcosa di buon auspicio per un futuro che al momento è fatto solo di gravi allarmi.

Andrea Tirotto