Demansionamento… lettera agli studenti in Infermieristica
Sulla scorta dei commenti di due studentesse in Infermieristica all'articolo "Se il Demansionamento... nasce già all'Università" (Clicca) si è delineata la riflessione del collega Adriano Vàccone, che di seguito riportiamo...
Cari studenti,
sono un collega molisano, che da anni lavora a Bologna. Ho avuto anche un'importante esperienza a Londra, che sicuramente avrete letto su questa pubblicazione online qualche tempo fa (Clicca).
Sono contento di vedere che giovani studenti hanno già preso buona pratica nell'informarsi, tramite la rete e le pagine a noi dedicate, sulla nostra professione. Condividere è essenziale, è la base per la maturazione di una professione intellettuale quale è la nostra.
Sono però un po' in disappunto con i commenti lasciati da due giovani future colleghe. Ammiro e stimo molto la loro voglia di apprendere e di imparare, nonché appunto quella di confrontarsi e partecipare da subito nel discorso di evoluzione della professione. Però mi sento di dovervi un po' "raddrizzare" il tiro della vostra visione, non per farvi la paternale, ma per provare a farvi vedere le cose magari da un altro punto di vista. Dieci anni fa ero anche io un giovane studente e ricordo ancora bene quella grinta, quella voglia di fare, che fortunatamente ancora oggi mi accompagna. E capisco la frustrazione del dover agire in ambiti non così sempre interessanti quali possono sembrare l'igiene quotidiana e la somministrazione della terapia.
In cuor mio so che voi sentite il carico di tutte le conoscenze scientifiche e che vi sembra assurdo non poterle mettere in pratica adesso che siete tirocinanti, per crearvi la vostra manualità ed applicare le conoscenze avanzate. Ma sottovalutate forse l'importanza delle prestazioni di base che queste apportano. Sulla carta vi potrebbe sembrare che gli infermieri debbono solo occuparsi di piani assistenziali e tecniche avanzate. Ed è in effetti così. Ma proprio in quei piani d'assistenza non verranno mai a mancare i bisogni di base che ogni paziente merita di esser soddisfatti.
E come possiamo soddisfarli se non sappiamo bene a menadito di cosa stiamo parlando? Come possiamo vigilare gli operatori di supporto, se non siamo noi in grado di insegnare, seguire, indirizzare. E non parlo nemmeno del capire il perché! Perché non dovrebbe essere importante l'angolo del letto? Sembra roba da crocerossine con il velo in testa vero? Eppure un letto fatto a dovere non si spiegazzerà così facilmente e voi potrete così mettere un bel segno di spunta alla voce "prevenzione delle ldd" sul vostro ben compilato piano d'assistenza anche grazie a quello (oltre che movimentre, idratare...).
Oppure, quando un giorno capiterà a voi o ad un collega di dire "cavolo, ho sbagliato a dare la terapia! ho dato questo al paziente X e quello al paziente Y...", voi saprete già cosa fare per correre ai ripari, informando ovviamente il medico, ma senza quell'aria da dio-mio-cosa-ho-fatto-adesso-morirà? stampata in faccia! Attenzione, questo non vuol dire che bisogna passare tre anni a rifare dei letti, oppure che l'infermiere deve fare solo quello.
Qui il concetto è che se parliamo di demansionamento, dobbiamo saper bene di cosa parliamo. Cos'è il demansionamento? È saper rifare il letto e rifarlo quando il paziente è andato in sala operatoria o a fare un esame in radiologia? Forse. È quando un medico ti manda a fare il caffè mentre tu sei impegnato su altre prestazioni? Sicuramente!
Ma Demansionamento è anche non saper riconoscere per tempo segni clinici che un paziente ha sul corpo, perché non conosciamo quel corpo, non l'abbiamo mai visto.
Demansionamento è anche quando telefoniamo a casa di un paziente per effettuare il follow up e non sapere chi l'ha medicato per ultimo o chi lo ha istruito sulla terapia prescritta alla dimissione.
Demansionamento è anche vedere sul display del pc della nostra unità operativa che le analisi ematochimiche del paziente, che attendiamo con ansia, non sono state eseguite perché il campione è arrivato coagulato e nessuno l'aveva notato prima di inviarlo.
Demansionamento è anche non denunciare un collega se fa una cazzata e voi assistete, oppure non lamentarsi ed accettare l'ennesimo straordinario forzato senza ordine di servizio.
Demansionamento è anche assistere a tecnici di radiologia medica che incanulano vene ed iniettano mezzo di contrasto e non prendere carta e penna ed informare di questa assurdità i coordinatori, la dirigenza infermieristica, la dirigenza sanitaria, il Collegio di appartenenza e quella dei tecnici.
Mi sdegno anche io a sentire un Oss che dice agli studenti tirocinanti "dovete venire con me"... semmai è il contrario! Ma senza metterci a fare la guerra tra poveri, senza farsi terra bruciata della serie "no guarda, io sono l'infermiere e tu sei l'oss", semplicemente cambiare direzione perché siamo noi a supervisionare e mai il contrario, nemmeno da studenti, non è compito loro e guai se lo fosse: stareste accendendo un lanciafiamme sulla vostra pergamena della laurea...
Spero di non esser sembrato sentenzioso, né di esser frainteso. Resto ben disponibile per continuare questo interessante dibattito.
Sinceramente,
Infermiere Adriano Vàccone.