Iscriviti alla newsletter

Angelo Grasso, Infermiere, risponde alle Dieci Domande

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 04/02/2015 vai ai commenti

Dieci Domande

Risponde alle Dieci Domande Angelo Grasso, infermiere che si presenta come segue:

 

Infermiere dal 2002, mi sono inserito nel mondo del lavoro una settimana dopo la laurea o meglio D.U., che poi successivamente ho convertito in laurea. Ho iniziato la mia carriera presso una struttura privata convenzionata per un breve periodo, direi il tempo giusto per capire che quello non era il mio posto. Feci un concorso al Policlinico S. Orsola Malpighi e lo vinsi. Quindi lasciai la mia amata Sicilia per andare a lavorare al nord. Bellissima esperienza lavorativa e di vita per me, ma la voglia e i legami con la mia terra mi portarono a tornare, grazie alla mobilità volontaria.

Oggi lavoro presso l’ARNAS Garibaldi di Catania da quasi dieci anni, nel reparto di Anestesia e Rianimazione. Mi occupo di formazione e sono un istruttore BLSD, mi ritengo un fautore della rcp. Per me poter salvare una vita è la cosa che più al mondo mi gratifica. Questo lavoro mi ha cambiato totalmente la vita; essere infermiere significa per me esserlo sempre anche fuori dal lavoro. Credo fortemente che questa professione non è per tutti. Per essere infermieri bisogna avere molte caratteristiche: tenacia, cultura, elasticità, umanità, autostima e molto altro ancora. Secondo me un cambiamento è ormai vicino e soprattutto inevitabile.

Circa quattro anni fa insieme a dei colleghi e amici abbiamo dato vita alla segreteria Nursind nella mia azienda. Da allora ad oggi non c’è giorno che non spendo per la crescita e il cambiamento della mia professione nella mia realtà, sia sindacalmente che professionalmente e penso sempre più che non ci possa essere alternativa per noi infermieri a Nursind. Infermieri per gli infermieri; solo noi stessi possiamo rappresentare gli infermieri e con Nursind ciò è possibile.

 

Pensare la nostra professione per la nostra professione

Progetto di InfermieristicaMente: DIECI DOMANDE AGLI INFERMIERI

di Chiara D'Angelo

Risponde Angelo Grasso, Infermiere

 

  1. Quali sono per te i problemi più rilevanti che oggi hanno gli infermieri

Io credo che oggi il problema più grande degli infermieri sia insito nell’infermiere  stesso. Cioè abbiamo perso la speranza di vedere le cose cambiare e ci si adagia troppo su quello che accade come se nulla più possa cambiare, come se non dipendesse più da noi stessi.

Purtroppo negli ultimi  vent’anni, nonostante giuridicamente “sulla carta”, la nostra professione sia cresciuta molto di fatto "nella realtà” poco o quasi niente è cambiato. Il riconoscimento sociale tarda ad arrivare e come se rimanessimo sempre nell’ombra; troppi di noi non credono più che la nostra professione possa arrivare ad una svolta.

 

  1. Come risolvere questi problemi, cioè con quali idee, proposte e progetti

Credo che tutto debba partire dall’inizio cioè dalla formazione pre e post base. Purtroppo ancora oggi la formazione universitaria non dà chiarezza e impronta forte sul nostro ruolo. Mi spiego meglio, a mio modo di vedere la formazione universitaria è medicocentrica e poco infermieristica. I piani di studio sembrano simili a quelli di medicina ma con programmi più esili. Anche la laurea magistrale vede riprendere molte delle stesse materie della triennale. Se è vero che i nostri mondi coesistono è anche vero che la visione e la gestione infermieristica è diversa.

 

  1. Quali soluzioni organizzative si dovrebbero adottare

Come dicevo il cambiamento parte da noi stessi. Molti di noi hanno la competenza e la voglia di spendersi per la professione. Dovrebbero fare parte della formazione universitaria, docenti infermieristici universitari. Inoltre bisogna stravolgere il modo di lavorare, creare sempre più progetti infermieristici che portino protocolli nuovi per far sì che l’infermiere possa essere sempre più autonomo nella gestione del paziente in collaborazione con gli altri professionisti della salute.

 

  1. Quali iniziative collettive si renderebbero necessarie

Iniziare ad unificare la sanità italiana; purtroppo da nord a sud gli standard qualitativi e i Lea sono molto diversi. Fatto ciò bisognerebbe allargare gli orizzonti uniformandoci all’Europa. Tutto questo io lo vedo possibile, può avere inizio non solo credendoci ma muovendo le giuste carte nei giusti luoghi con una rappresentanza infermieristica. Sindacato di categoria, Collegio IPASVI.

  

  1. “Unità, Progetto, Politica” per te cosa significano

Unità significa per me stare tutti sotto la stessa bandiera, qualunque essa sia, remare tutti nella stessa direzione. Quello che oggi sta cercando di fare Nursind.

Progetto vuol dire avere idee chiare da mettere nero su bianco per far sì che la nostra professione possa crescere dal punto di vista sociale culturale e lavorativo.

Politica: qui ci sarebbe molto da dire, mi limito a dire solo che fino ad oggi nessuno purtroppo si è interessato a noi o ha fatto solo finta di farlo. È il momento che questo cambi. Gli infermieri devono essere rappresentati da infermieri.

 

  1. Cosa pensi della proposta di organizzare gli Stati Generali degli infermieri

Sarebbe bello ma aimè lo vedo troppo distante come obiettivo. Niente è impossibile ma a quanto pare qualcuno rema contro.

 

  1. Cosa si dovrebbe fare per prepararli adeguatamente

Bisognerebbe cambiare molte cose, in primis, come dicevo prima, tutti sotto un’unica bandiera, quella del Nursind perché sono chiaramente di parte, ma anche di chi vuole spendersi per la professione, verso un obiettivo trasversale, poi una sinergia con i collegi IPASVI, chiaramente rinnovati.

 

  1. Sintetizza in tre parole quello che chiederesti ai Collegi

Ai collegi chiederei di non poltrire più, la nostra immagine e tutela professionale viene prima di tutto e spetta a loro vigilare su essa.

 

  1. Sintetizza in tre parole quello che chiederesti ai sindacati

Impegno, rappresentanza e coerenza. Nursind continua così. Vorrei un contratto  di area infermieristica.

 

10. Mi descrivi succintamente la tua idea di infermiere del terzo millennio

L’infermiere del terzo millennio deve essere fiero di se stesso prima di tutto, preparato e perennemente aggiornato su tecniche e tecnologie, su nuovi protocolli; deve avere voglia di mettersi sempre in gioco per la crescita professionale deve essere un buon tutor per gli studenti; un professionista che sa rapportarsi con gli altri professionisti della sanità, ben pagato per il lavoro che svolge, riconosciuto dalla società come tale. Un professionista che metta sempre al centro di tutto il paziente, i familiari e il cittadino in genere; perché non dobbiamo dimenticare mai che al centro di tutto ci sta lui, il paziente, che ci chiede aiuto e ha bisogno di noi nel momento più fragile della sua vita, la malattia.

Basta con l’infermiere tuttologo e tappabuchi che ognuno faccia il proprio lavoro con le giuste competenze, l’infermiere deve essere specialista.

 

ADERISCI ANCHE TU, SCARICA (QUI) RISPONDI ALLE DIECI DOMANDE E INVIALE A chiara.dangelo@nursind.it