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La questione infermieristica oggi e, soprattutto, domani. Intervista al Sottosegretario di Stato alla Salute Vito De Filippo.

Chiara D'Angelodi
Chiara D'Angelo
Pubblicato il: 24/12/2015 vai ai commenti

Le interviste

Abbiamo fatto il punto sugli scenari che si aprono nel nostro Paese in merito alla “questione infermieristica” con il Sottosegretario di Stato alla Salute, onorevole Vito De Filippo.

De Filippo, che ha iniziato la sua carriera politica in Basilicata, in cui dopo essere stato consigliere provinciale è stato Consigliere regionale, Assessore regionale e poi Presidente della Regione dal 2005 al 2013, ricopre l’importante carica di vice-ministro alla Salute dal febbraio 2014, allorché è stato chiamato in questo ruolo dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Sicuramente non poteva capitare in un periodo più turbolento e, pur in un contesto certamente non semplice e, come dimostrano i fatti, di complessità ingravescente nel tempo, con lui abbiamo avuto modo di parlare del futuro del sistema sanitario e del ruolo delle professioni, apprezzandone l’equilibrio e la visione prospettica.

Nell’intervista, rilasciataci in esclusiva, il Sottosegretario, che in tutte le occasioni si è dimostrato sempre particolarmente sensibile e vicino alle istanze promosse dagli Infermieri volte alla valorizzazione della nostra professione, ha risposto a tutto tondo alle questioni oggi aperte: dai contenuti e dai tempi della contrattazione, all’esperienza della Cabina di Regia, ai problemi della precarietà e della mobilità.

Il quadro che emerge è di una situazione fluida, in cui molti sono gli aspetti all’ordine del giorno e molti i vincoli che sugli stessi operano e si contrappongono.

Il denominatore comune che ci ha rincuorato è la convinzione, già nota ma qui una volta in più rinnovata, del Sottosegretario De Filippo che la professione infermieristica sia centrale nel processo di riorganizzazione del SSN, costituendo un bacino di competenza e professionalità dal potenziale enorme che ora va aiutato a potersi manifestare e ad essere adeguatamente riconosciuto, sia dal punto di vista giuridico-normativo che economico. In questo senso, ci rassicura De Filippo, verranno stilati gli atti di indirizzo per il rinnovo della contrattazione per la Sanità, che per le sue peculiarità si vuole gestire come comparto separato rispetto al resto del Pubblico Impiego, e verrà istituito, come concordato con la Presidente Nazionale della Federazione dei Collegi IPASVI, Barbara Mangiacavalli, un Tavolo tecnico sulla professione infermieristica.

Così come il Sottosegretario si dice intenzionato a risvegliare dall’ ”anno sabbatico” la Cabina di Regia, ritenuta strumento centrale nella progettazione e nella gestione dei processi di riorganizzazione che, necessariamente, richiedono nuovi rapporti interprofessionali. Disponibilità inoltre a sostenere l’assunzione di idonei provvedimenti per riattivare la mobilità volontaria, ora rallentata o bloccata dall’obbligo di nulla-osta delle aziende cedenti.

Rivolgendo la riflessione al tema, grave, del precariato e dell’emigrazione dei professionisti, De Filippo ripone fiducia nei passi che pian piano ritiene si stiano facendo attraverso le varie misure normative di volta in volta messe in campo, partendo dalla considerazione dell’impatto non risolutivo del DPCM sui precari. La volontà, sottolinea il Sottosegretario, è fare il possibile affinché i nostri giovani professionisti abbiano la possibilità di un impiego degno e possano spendere nel nostro Paese il patrimonio di competenze e professionalità che li rendono così ambiti all’estero.

 


INTERVISTA AL SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA SALUTE

On. VITO DE FILIPPO

di Chiara D'Angelo

 

1. Onorevole De Filippo, quando pensa si possa partire realisticamente con la contrattazione e cosa ha intenzione di scrivere il Ministero sull’atto di indirizzo per gli infermieri?

Non appena si sarà raggiunto l’accordo sui comparti di contrattazione per i quali il Ministero della Salute si è da sempre espresso perché la Sanità, per la sua palese specificità, sia un comparto distinto dagli altri; già il Presidente dell’ARAN in un pubblico convegno ha convenuto recentemente in tal senso.

Per quanto riguarda l’atto di indirizzo, avendo avuto dal Ministro Lorenzin la delega a rappresentare il Ministero nel Comitato di Settore Regioni–Sanità, ritengo, ma lo pensano anche molte se non tutte le Regioni, che per gli infermieri debba essere finalmente reso spendibile per loro e fruibile dai cittadini tutto il potenziale, sinora inespresso completamente, di operatività professionale derivante dalle varie leggi  e normative che hanno costituito la riforma di questa importante, centrale e strategica per il diritto alla salute individuale e collettiva che è la professione di infermiere.

In questo scenario rientra a pieno titolo la corretta collocazione contrattuale, sia normativa che economica dell’infermiere che a seguito di scelte programmatorie aziendali, regionali o nazionali, svolga ulteriori competenze avanzate o specialistiche, fenomeno che negli ultimi anni si sta già realizzando in alcune Regioni ed in molte Aziende Sanitarie.

Quale sia la corretta valorizzazione (indennità di incarico, salario di produttività, nuova collocazione in fascia o categoria superiore) è compito della contrattazione collettiva individuare la migliore e condivisa soluzione; l’indirizzo politico del Ministero della Salute è quello che si attui completamente sia quanto previsto dal DM 734/94 di istituzione del vostro profilo professionale che già prevedeva la aree di formazione complementare ieri post diploma oggi post laurea e l’articolo 6 della legge 43/06 che ha istituito l’infermiere specialista al quale si accede a seguito dello specifico master specialistico.

E’ un indirizzo politico che vuol archiviare per sempre la concezione di un infermiere unico e polivalente ma che lo si valorizzi quale professione laureata complessa e che per rispondere ai vecchi e nuovi bisogni di salute necessita di un suo ulteriore completamento di conoscenza sanitaria teorica e pratica rispondente, anche, alla continua evoluzione scientifica e tecnologica che si ha in sanità.

Come per le altre professioni, medici compresi, è da attuare in parallelo alla carriera gestionale ma con una dimensione numerica di gran lunga maggiore, anche la carriera di tipo professionale.

E’ evidente che questo quadro di riferimento prevede il superamento definitivo di attività ormai improprie per gli infermieri che invece debbano essere ricondotte ad  altri operatori ad iniziare dagli operatori sociosanitari ma anche agli amministrativi, per talune funzioni.

 

2. Nel 2014 abbiamo visto il Ministero della Salute impegnato in diversi incontri con le rappresentanze sindacali: elaborazione bozza DPCM precari, bozza DPR sulla responsabilità professionale, accordo sulla Cabina di regia (già recepito in Stato-Regioni), ecc. Nel 2015 un solo incontro sulla modifica del comma 566 della legge di stabilità del 2014. Pensa ci saranno altre occasioni di incontro oppure è da ritenersi conclusa l’esperienza della Cabina di regia?

L’idea forza sottesa nell’Accordo Stato-Regioni della Cabina di Regia che prevede che tutti gli attori protagonisti in sanità si confrontino insieme rimane quanto mai valida e vincente in assoluto,  e mi auguro che ci sia un ripensamento da parte di quei sindacati medici che ancora non hanno espresso i propri rappresentanti; è positivo il fatto, invece, che la Federazione nazionale degli ordini dei medici abbia nominato i propri rappresentanti in seno alla Cabina di regia.

Certamente nel prossimo anno ci saranno nuovi ed articolati incontri con le organizzazioni sindacali del comparto e della dirigenza non appena approvata la legge di stabilità… l’anno sabbatico sta per finire.

 

3. Che ne pensa del DDL Gelli?

Tutto il bene possibile… è, nelle condizioni date l’ottimo possibile, spero che venga approvato quanto prima per creare un clima lavorativo differente nelle corsie, nelle camere operatorie, nei distretti etc…non vi pare apprezzabile che si parli sempre di “esercenti le professioni sanitarie” e non di “ esercenti la professione medica”, già questo è una  scelta di campo.

 

4. Il fenomeno del precariato purtroppo non ha trovato nel DPCM una norma abbastanza valida per risolvere almeno in gran parte il problema. Pensa ci siano altre possibilità per la stabilizzazione dei precari della sanità?

Sui limiti attuali del DPCM sui precari sia il Ministro Lorenzin che io ci siamo espressi più volte ed iniziamo ad onorare questo impegno con quanto previsto nella legge di stabilità con cui si continua ad approvare norme per il superamento del lavoro precario, di qualsiasi natura, avviare nuovi concorsi non solo per affrontare la vexata quaestio dell’orario di lavoro ma anche e soprattutto per dare speranza alle migliaia di infermieri, medici ed altri professionisti della salute delle nuove generazioni per i quali ad oggi l’unica speranza di un lavoro concreto è quello fornito dalla via dell’emigrazione; è motivo d’orgoglio che negli altri Stati i nostri infermieri e medici siano apprezzati, ma noi li vorremo, per quelli che vorranno,  riportare in patria.

Ma soprattutto bisognerà operare perché, come prevede già la legge, il lavoro a tempo indeterminato sia la normalità nel  SSN e che sia bandito per sempre il ricorso a fenomeni di lavoro sottopagato e supersfruttato privo di ogni diritto assimilabile più al caporalato che al ricorso a lavoro interinale.

 

5. Infine vogliamo chiederle un parere sulla possibilità di modifica della legge 114/2014 art. 4, che prevede il nulla osta da parte dell’amministrazione cedente per accedere alla mobilità volontaria. Tale "clausola" limita molto la possibilità di avvicinamento a casa (intra regionale o extra regionale) per migliaia di infermieri. C’è una speranza magari legata ai decreti delegati della riforma della Pubblica Amministrazione?

Come uomo di Stato ma soprattutto come uomo del Mezzogiorno d’Italia questo per me è un argomento quanto mai sensibile e mi adopererò con i Ministri Lorenzin e Madia per individuare e attuare la migliore soluzione possibile che contemperi le  giuste esigenze aziendali con quelle, altrettante giuste, individuali dei professionisti ed operatori della sanità ed in questo caso possono costituire il volano per la rinascita delle strutture sanitarie delle Regioni meridionali attraverso il ritorno di infermieri e medici del Sud che per tanti anni hanno lavorato nelle aziende sanitarie del Nord contribuendo al loro ottimo funzionamento, è, per me, la giusta restituzione alla sanità ed alla società meridionale.

 

6. Vuole rivolgere un messaggio a tutti gli infermieri italiani in questo momento storico di indubbie difficoltà?

Certamente sì, converrete che nel nostro paese, così come accade a livello internazionale, l'istanza di garantire percorsi di cura in grado di offrire risposte appropriate ai bisogni emergenti di salute, nel rispetto dei vincoli economici imposti al SSN, fa emergere la necessità di rimodulare in termini organizzativo-gestionali le attuali modalità di erogazione del servizio.

In tale mutato contesto, assume valenza imprescindibile la valorizzazione delle competenze di tutti i professionisti coinvolti in tale ambito; in particolare, la novità più rilevante è data dalle competenze che la professione infermieristica ha raggiunto in ragione sia dei percorsi formativi sia dell'esperienza maturata e sviluppata nella realtà quotidiana in coerenza al vigente quadro normativo di riferimento, così come sancito solennemente  dall’insieme delle norme e leggi che hanno attuato la riforma della professione infermieristica, tutte volute e votate all’unanimità dalle aule parlamentari in più legislature.

Purtroppo per alcune di esse, non vi sia stata integrale attuazione con effetti e ricadute negative nella realtà per i cittadini e per gli stessi operatori: un Governo delle riforme come l’attuale vuole, invece portarle ad attuazione la più estensiva possibile.

Per questo,  onorando un impegno assuntomi con la Presidente della Federazione Ipasvi, Barbara Mangiacavalli, nei recenti incontri, ho ritenuto opportuno, soprattutto, tenutoconto delle mie deleghe e dell’avvio dei rinnovi contrattuali, che potranno e dovranno dar corpo a questa esigenza, dar vita, presso i miei uffici,  ad uno specifico Tavolo tecnico sulla professione infermieristica  che riprenda il cammino interrotto con il precedente positivo del Comitato Ministeriale sulle scienze infermieristiche insediato dal Ministro Turco, affrontando con la partecipazione di esperti qualificati le tematiche di interesse professionale, sia in ambito di organizzazione del lavoro che di adeguamento dei percorsi formativi di base e post base.

Insieme potremmo fare gli infermieri, insieme ai medici e a tutti i professionisti ed operatori della salute protagonisti del cambiamento in sanità, consolidando e potenziando la sua natura di sistema universale e solidaristico.

 

Vito De Filippo

Sottosegretario di Stato alla Salute

 

Ringraziamo il Sottosegretario per la disponibilità all’intervista e, anche e soprattutto, per l’impegno che ci testimonia di profondere per istituire un sistema sanitario rinnovato e moderno in cui gli infermieri trovino un adeguato spazio professionale; si sta compiendo un cambiamento storico, e c’è bisogno di una classe dirigente, politica e non solo, valida per poterlo sostenere; certamente De Filippo ne fa parte.