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Gli infermieri del reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale di Sassari e i voli sanitari

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 22/06/2016 vai ai commenti

Le intervisteNurSind dal territorioSardegna

Gli infermieri del reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale di Sassari pronti a partire in ogni momento per i trasferimenti dei piccoli pazienti

 

Non c'è tempo da perdere, bisogna attivare immediatamente il protocollo per il trasferimento del piccolo”.

E' più o meno così che ha inizio tutta la procedura che consente di avviare un trasporto aereo verso un ospedale adeguato al problema di un piccolo paziente del reparto di Pediatria dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari.

Non appena arriva l'ok al trasferimento, uno degli infermieri in turno sa bene che non rientrerà a casa per quel giorno; il piccolo deve essere accompagnato fino all'ospedale che lo accoglierà, c'è da fare un volo per assisterlo.

L'aeronautica ha già pronto l'aereo da far volare fino ad Alghero, ci vuole un C130 che accolga nella sua pancia un'ambulanza. La Croce Blu ha già l'equipaggio pronto e la “neonatale” è immediatamente a disposizione con tutta l'attrezzatura e l'equipaggiamento in ordine e i volontari pronti a fare la loro parte. Il nostro neonato è pronto nell'incubatrice che viene caricata sull'ambulanza appositamente progettata per accoglierla ed ancorarla. Il mezzo si trasferisce ad Alghero dove il C130 è atterrato nel frattempo. L'ambulanza viene caricata attraverso la passerella e l'aereo può cominciare le fasi di rullaggio e decollo verso Genova. Anche il trasferimento dall'aeroporto al Gaslini non avrà intoppi e il piccolino viene così affidato alle cure dei suoi nuovi medici e infermieri. Tutto è andato bene, ora si può pensare al rientro. L'ambulanza in nave l'equipaggio sanitario forse in aereo.

E' la cronaca di una giornata come un'altra gravata da una necessità per cui organizzazione ed efficienza sono ormai collaudate da una esperienza che ha prodotto un protocollo operativo solido ed efficace.

Le cronache locali non mancano mai di riferire di questi voli che se da un lato dimostrano l'efficienza di una organizzazione perfetta, dall'altro mettono in luce una serie di “carenze” che costringono alcuni bambini a volare verso lidi attrezzati per le cure specialistiche del caso, cure che purtroppo non trovano residenza in regione Sardegna.

 

Abbiamo pensato che fosse giusto dare voce ai nostri colleghi e farci raccontare direttamente da loro l'esperienza di questi voli di trasferimento. Volevamo capire esattamente quale ruolo svolgano all'interno di questa organizzazione e come si realizza l'assistenza durante tutte le fasi del protocollo.

Attraverso la collega Maria Zichi che ha parlato a nome di tutto il gruppo, abbiamo potuto realizzare un'intervista che vi proponiamo di seguito.

 

La collega Infermiera Coordinatrice Maria ZichiMaria da quanti anni sei infermiera e da quanti in Neonatologia e TIN?

Sono Infermiera da 33 anni e da 12 svolgo le funzioni di coordinamento, ho sempre lavorato in questa Unità Operativa. Reparto che dispone di 30 posti letto, di cui 5 di terapia intensiva e 12 sub intensiva. Nessuno dei nostri pazienti è autosufficiente e le apnee ricorrenti sono uno dei nostri incubi peggiori. Infatti nella dotazione organica, per questi posti letto sarebbe previsto un numero ben superiore alle 40 unità. Noi siamo solo 29 e il carico di lavoro ve lo lascio immaginare. Ma l'assistenza al neonato patologico, seppur impegnativa, è gratificante e perché no, appassionante. Non riesci più ad allontanarti da loro.......

 

Stefania, Giusi, Alessandra, Francesco, Felice, VeronicaLe cronache riportano spesso di voli sanitari per trasportare piccoli pazienti verso altri ospedali. Viaggiano sempre accompagnati da un infermiere? La presenza dell'infermiere durante i voli di trasporto risulta sempre necessaria e fondamentale?

Si, quanto riportano le cronache corrisponde al vero, capita spesso di dover effettuare dei viaggi extra regione per i quali è sempre necessaria, quanto fondamentale, la presenza dell'infermiere. Poiché nella nostra regione non è attivo un sistema di Trasporto in Emergenza Neonatale  (STEN), quando si presenta il problema partono sempre un Neonatologo ed un Infermiere dell'unità Operativa. Talvolta, se le condizioni Camilladel neonato sono particolarmente critiche, possono partire anche due infermieri.

 

Quanti voli sono necessari in media all'anno?

Mediamente effettuiamo 10-12 voli per anno, spesso i voli sono concentrati in un breve periodo. Da poco ad esempio è successo che si sia dovuti partire in urgenza per due pazienti diversi a distanza di un giorno l'uno dall'altro.....

 

Fasi di imbarco sul FalconCosa manca in Sardegna perché questi voli non siano necessari?

La maggior parte dei trasporti da noi effettuati riguardano neonati cardiopatici e neonati che hanno necessità di un intervento neurochirurgico, questo perché non è presente in Sardegna un centro di Cardiochirurgia e di Neurochirurgia pediatrica. I centri presenti trattano solo gli adulti.

 

Abbiamo letto che alcuni voli avvengono con un piccolo aereo mentre per altri si imbarca un'ambulanza. Che differenza esiste tra un L'ambulanza si imbarca sul C130trasporto e l'altro?

Il tipo di vettore utilizzato dipende dalla disponibilità dell'Aeronautica Militare e dalla necessità o meno di dover eseguire il trasferimento con una culla da trasporto attrezzata per la rianimazione del piccolo paziente. Per il trasporto in sicurezza dei neonati in condizioni particolarmente critiche è necessaria anche un'ambulanza dedicata e il trasporto avviene con un aereo capace di contenere al suo interno il mezzo di soccorso, solitamente un C130.

Se i neonati sono abbastanza stabili, e possono viaggiare senza l’incubatrice, il trasporto avviene con un aereo più piccolo, solitamente un Falcon.

 

L'ambulanza che si imbarca sul C130 ha particolari caratteristiche o si tratta di un mezzo qualsiasi?

No, si tratta di un'ambulanza che consente il caricamento in sicurezza della L'ambulanza nella pancia del grande aereonostra culla da trasporto e permette agli operatori di lavorare agevolmente al suo interno.

 

Quali sono le criticità di questo tipo di voli?

Le criticità in questo tipo di trasporto sono legate principalmente alle condizioni del neonato, trasferire un piccolo in imminente pericolo di vita desta sempre un po' di tensione. Anche la poca disponibilità di risorse umane rappresenta spesso una criticità, capita frequentemente che la Maura, Mavi, Giovannapartenza avvenga dopo aver effettuato già diverse ore di servizio. Parte un infermiere presente in turno (non è prevista la reperibilità per i trasferimenti). Inoltre il viaggio di ritorno spesso avviene dopo tante ore dalla partenza e, sopratutto nel periodo estivo o in prossimità delle feste, rappresenta un vero e proprio problema. E' capitato diverse volte di rientrare dopo 24 ore dalla partenza per mancanza di posti disponibili per il ritorno.

 

Maria GiovannaPuoi raccontarci un aneddoto o una condizione particolarmente complessa che ti è capitata durante un volo?

Ce ne sarebbero tante, alcune capitate a me personalmente, altre ai miei colleghi……quello che ricordo in particolare è stato un volo effettuato il giorno di ferragosto. Accompagnare il piccolo all’ospedale Gaslini è stato facile come non mai….la città era deserta.

Sicuramente i voli più complessi sono quelli effettuati con il mezzo C130 con ambulanza al seguito, anche solo entrare in quel “grande garage” suscita in noi un po' di inquietudine……….non siamo abituati ad assistere i nostri piccoli in quel contesto. Anche le avverse condizioni meteo rappresentano una grande criticità...non è facile lavorare nei cieli con turbolenze in atto….

 

La culla sul Falcon dell'AeronauticaChe ruolo gioca il coinvolgimento emotivo derivante dal trovarsi tra le mani una piccola vita la cui salvezza può dipendere da un volo di questo tipo?

Il coinvolgimento è notevole però la consapevolezza di fare tutto ciò che è possibile per salvare una vita umana da la forza per affrontare tutto al meglio….

 

Si assite il neonato durante il voloBisogna avere particolari competenze per accompagnare un paziente in volo? E nel caso, come le hai acquisite?

Serve avere una buona preparazione nella gestione del neonato critico, infatti non parte mai un infermiere neoassunto. Prima di effettuare un trasferimento si deve aver terminato il periodo di affiancamento con un collega esperto di riferimento ed aver acquisito tutte le competenze per soddisfare i bisogni del neonato in terapia intensiva.


Cosa accade tecnicamente dal momento in cui si palesa la necessità Luca, Anna, Daniela, Vanna, Vittoriodel trasferimento e dall'ospedale di accoglienza danno l'ok?

Si stabilizza il neonato e si tiene sotto stretta sorveglianza. Appena ricevuto l'ok dalla struttura accogliente si attiva la Direzione Sanitaria e la Prefettura per organizzare il trasporto. Appena l'aereo militare è pronto inizia il trasferimento. Solitamente si parte dall'aeroporto di Alghero che si raggiunge in ambulanza.

 

Come rientrate dalla trasferta? Con un volo? In nave con l'ambulanza dei volontari? 

Una volta terminato il volo e consegnato il neonato, spesso, inizia per noi, un'odissea….l'aero militare non ci riporta in Sardegna, la loro L'ambulanza allo sbarcomissione termina all'aeroporto di Roma Ciampino o, se il piccolo viene trasferito all'ospedale Gaslini, a Genova. Da li dobbiamo fare noi…...si va a Fiumicino per il rientro in aereo di linea. Se ci sono posti disponibili si prende il primo volo e si rientra ma se non coincidono gli orari (es. trasferimenti nel tardo pomeriggio) oppure l'aereo è al completo dobbiamo metterci in lista d'attesa. Il primo volo disponibile, a volte, è il giorno seguente, allora si cerca un alloggio nelle vicinanze per la notte e il pernottamento avviene in Hotel, se non si trova posto si aspetta tutta la notte in aeroporto……..su una panchina…….

Racconta Anna: durante un trasferimento di un piccolino a Roma, affidato alle cure dei colleghi del Bambin Gesù, verso le tre del mattino ci siamo avviate alla ricerca di n posto dove dormire; stanche e sfinite siamo arrivate in un albergo nei pressi dell'aeroporto di Fiumicino, abbiamo chiesto una stanza ma ci hanno detto di essere al completo; per la faccia sfinita e i particolari bagagli da lavoro al seguito ci avranno scambiate per barbone; risultato, 5 ore buttate in aeroporto in attesa del primo volo utile per rientrare.

Il rientro da Genova è più difficoltoso perché è necessario prendere più voli e a volte trovare le coincidenze è un'impresa, allora si rientra in nave, solo a volte infatti l'aereo militare ci porta a Roma Ciampino.

Una volta rientrati ad Alghero un mezzo dell'azienda o un'ambulanza ci riporta in clinica, dove finalmente, lasciamo tutta l'attrezzatura usata per il trasporto. Stimbriamo il cartellino e facciamo ritorno in famiglia…..stanchi ma contenti per aver dato il nostro contributo per salvare una vita appena iniziata……..

 

Grazie Maria e grazie a tutti i colleghi del gruppo: Antonella Soggia, Vanna Fiori, Giovanna Tavera, Veronica Martinelli, Stefania Arras, Manuela Pisoni, Vittorio Fancellu, Daniela Murrai, Sandra Porcu, Piera Calvisi, Corrado ruiu, Camilla Colorito, Luca Cubeddu, Francesco Carta, Anna Carta, Irina Shvetsova, Maura Sechi, Felice Curcio, Maria Giovanna Santarsiero, Donatella Serra, Mavi Foddai, Lalla Falchi, Alessandra Ledda, Bruna Morittu, Caterina Bellu, Sara Arca, Antonella Mudadu, Alessandra Zamburru, Grazia Manca, Spissu Giannella, Ilaria Satta.

 

Si vola anche di notteRiteniamo doveroso riportare che il mezzo neonatale attraverso cui questi trasferimenti sono possibili in piena sicurezza, è un'ambulanza appartenente all'associazione di volontari Croce Blu, appositamente progettata e allestita per questa finalità. Le particolari caratteristiche dell'allestimento rispondono pienamente alle esigenze di questo tipo di trasporto indipendentemente dall'età del bambino. La modularità è in fatti la caratteristica principale del mezzo che consente trasporti sia in barella che in in incubatrice nella piena e totale sicurezza di paziente e operatori che trovano all'interno un ambiente confortevole, attrezzato e pienamente rispondente alle necessità tecniche di manovra sul paziente.

 

Ringraziamo ancora una volta Maria e tutti i colleghi della Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale per la disponibilità e l'entusiasmo che hanno dimostrato nel volerci raccontare questa loro esperienza.

Da parte nostra i complimenti per la professionalità con cui operano e i migliori auguri di buon lavoro.

 

Andrea Tirotto