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Campania. Bandi di mobilità "bizzarri" dell’asl avellino: tra regolamento interno illegittimo, preselezione e spreco di denaro pubblico. Monta la protesta degli Infermieri che hanno partecipato all’avviso. 

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 15/07/2016 vai ai commenti

CampaniaNurSind dal territorio

Rosapane Michele, Infermiere, scrive alla nostra redazione, per segnalarci i fatti successi durante preselezione per l’Avviso Pubblico di mobilità presso il Dipartimento di Salute Mentale, dell’Asl Irpina, e per descriverci le anomalie riguardanti i "BANDI DI MOBILITA'" nella regione Campania, rispetto a quanto legiferato dalle norme vigenti in materia.

 

Gentile Redazione, vi scrivo per segnalarvi la protesta pacifica di circa 350 infermieri campani il 1 luglio 2016 presso il palazzetto dello sport di Ariano Irpino (Av) in merito ad uno dei tanti bandi  di mobilità illegittimi espletati in Regione Campania con tanto di preselezione che riguardava gli infermieri.

Purtroppo in Campania sembra che ci sia un contratto collettivo nazionale del lavoro diverso dalle altre Regioni, ma soprattutto sembra che in questa Regione le norme sul pubblico impiego in tema di mobilità, sia del comparto sanitario sia della dirigenza medica, siano interpretate in modo arbitrario da ogni direttore generale delle  aziende sanitarie, forse con l’influenza di qualche corrente politica cattiva consigliera.

Tanto per chiarire le idee a qualche direttore generale o commissario che persevera nell’ espletare bandi di mobilità illegittimi, la principale fonte di regolamentazione dell’istituto della “mobilità volontaria” è attualmente costituita dall’art. 30 del D.lgs n°165/2001 come modificato dall’art.49 del D.lgs n°150 del 2009 e dall’art.1 comma 19 del Decreto legge 138/2011 convertito con legge n. 148 del 14 settembre 2011.

Il primo periodo della citata norma stabilisce che le “amministrazioni possono ricoprire posti vacanti mediante cessione del contratto di dipendenti appartenenti alla stessa qualifica in servizio presso altre amministrazioni che facciano domanda di trasferimento”. 

Di questo si è pronunciata anche la Corte Costituzionale precisando, pertanto, che, l’istituto della mobilità volontaria altro non è che una fattispecie di cessione del contratto.

A sua volta la cessione del contratto è un negozio tipico disciplinato dal codice civile (art. 1406-1410). Si è pertanto, in materia di rapporti di diritto privato e gli oneri imposti alla pubblica amministrazione dalle nuove disposizioni introdotte dall'art. 49 del D.lgs n°150 del 2009 rispondono semplicemente di rispettare l'art. 97 cost. e precisamente i principi di imparzialità e di buon andamento dell'amministrazione.  

Non va infatti dimenticato che si tratta pur sempre della cessione di un rapporto di lavoro di natura privatistica al quale il dipendente ceduto ha avuto già accesso previo superamento da un pubblico concorso che ne ha attestato l'idonietà alle mansioni/funzioni da svolgere e a questi ha conferito una specifica "qualifica" e "area professionale". 

La norma di cui all'art. 30 D.lgs n° 165/2001, anche alla luce dei principi in materia di accesso al pubblico impiego rinvenibili nella sentenza Cort. COST. n°108/2011, deve essere applicata secondo una stretta interpretazione letterale ossia deve essere intesa come la previa indicazione di criteri oggettivi (plausibilmente "meccanici") che consenta al massimo una "valutazione comparativa per soli titoli" (titoli di servizio, titoli di studio, anzianità di servizio, esperienza professionale maturata, età anagrafica ecc.) eventualmente stabilendo distinte "aree professionali" per le quali la mobilità puo' essere espletata ma senza che la stessa possa essere soggetta a ulteriore discrezionalità (o peggio al mero arbitrio) nella valutazione di ciascun candidato. 

Ebbene in Regione Campania, da molti anni oramai, avviene il contrario di quanto detto pocanzi.

Infatti quasi tutti i bandi di mobilità, sia del comparto sanitario che della dirigenza medica, sono illegittimi come testimoniano anche le varie sentenze dei giudici dei Tar Campani. Forse all’attuale commissario straordinario dell’ Asl Avellino dottor Mario Vittorio Ferrante sfugge che il Tar di Salerno con ordinanza 01971 già nel novembre 2014 aveva sospeso un bando di mobilità per un posto di dirigente medico di radiodiagnostica all’asl Avellino. I giudici in quel caso evidenziarono un indebito diaframma di discrezionalità attraverso la previsione del colloquio e peraltro dal peso prevalente in termini di punteggio assegnabile.

Ciò nonostante, l’attuale commissario straordinario dell’asl Avellino Mario Ferrante è stato più creativo dei suoi predecessori; si è inventato un regolamento interno della mobilità all’Asl stilato il 25 marzo 2015 (guarda caso proprio nello stesso periodo in cui è uscito un bando di mobilità per tre posti di infermiere alla salute mentale dell’Asl) che riguardava sia il personale sanitario che quello di dirigenza medica prevedendo la preselezione per i bandi di mobilità (la Regione Campania è l’ unica regione d’italia che effettua preselezioni per le mobilità) e violando tutte  le norme attuali in tema di mobilità del pubblico impiego.

In questo a dir poco scabroso regolamento interno, si precisa che ”l’amministrazione si riserva la possibilità di non procedere alla copertura del posto per il quale è indetto avviso di mobilità qualora dal colloquio effettuato  e dall’esame dei titoli posseduti dagli aspiranti non si rilevino professionalità rispondenti alle esigenze aziendali”.

Nel bando di mobilità per Infermieri all’asl Avellino, uscito come detto a marzo 2015, erano previsti (cosi’ come previsto dal regolamento interno bizzarro della stessa azienda sanitaria) l’attribuzione di 60 punti per i titoli e 40 per il colloquio…ecco quindi la prima illegittimità: il colloquio discrezionale.

Dopo un anno circa, a marzo 2016, vengono ammessi al bando di mobilità circa 750 infermieri. L’8 giugno 2016 l’Asl Avellino, nella sua creativa interpretazione delle norme in tema di mobilità del pubblico impiego, comunica tramite delibera che come “da regolamento aziendale” organizzerà una preselezione (non precisa che appalterà ad una ditta esterna l’organizzazione della preselezione con spreco di denaro pubblico).

Il 1 luglio circa 350 infermieri si presentano alla preselezione, si accorgono che la ditta che organizza la preselezione è la stessa che organizzò la famosa preselezione per la mobilità di infermieri al Ruggi di Salerno avvenuta nel settembre 2014 e che portò a grosse polemiche sia per carenze organizzative sia per la poca trasparenza che ci fu in quella selezione.

Da qui nasce la protesta pacifica di rifiutarsi di effettuare una preselezione illegittima e la consegna dei fogli delle risposte in bianco, l’arrivo dei carabinieri e la sospensione della prova. Giunto sul posto, il commissario straordinario Ferrante, incalzato dagli inviti degli infermieri campani, che chiedevano come mai il bando di mobilità non fosse stato indetto per soli titoli, ha risposto con una dichiarazione infelice dicendo che “voi allora non volete lavorare all’Asl”ed è andato via.

Tre infermieri denunciati per interruzione pubblico servizio nonostante una protesta pacifica e senza peraltro disordini.

Il sottoscritto era presente alla preselezione farlocca e posso assicurare che c’è stata un democratico rifiuto di quasi la totalità dei candidati ad effettuare un qualcosa che non era previsto dalle norme in vigore in tema di pubblico impiego.

Noi infermieri campani siamo offesi e denigrati da anni da queste procedure illegittime stilate  dalle varie aziende sanitarie campane.

Lavoriamo da anni fuori regione e per motivi familiari vorremmo riavvicinarsi a casa ma siamo vittime, nostro malgrado, di uno sporco gioco politico di chi amministra malamente la sanità della nostra terra e  che invece mira al solito clientelismo con continue procedure a dir poco trasparenti in contrasto con ogni forma di meritocrazia.

La riflessione che faccio sull’Asl Avellino è come sia stato possibile regolamentare internamente un istituto come la mobilità, la quale è già di per se regolamentata da leggi del CCNL e del pubblico impiego.

La solita indifferenza poi degli RSU locali e dei collegi IPASVI campani è a dir poco agghiacciante. Gli unici che si sono occupati seriamente di questo dramma tutto campano e che hanno preso posizione in merito a questa vicenda, oltre  al presidente dell’associazione “Ariano in Movimento” Giovanni Maraia (che ringrazio vivamente per la solidarietà mostrata nei nostri confronti e per le sue affermazioni sugli organi di stampa) sono stati il Coordinamento Regionale NurSind Campania e la Segretaria Territoriale NurSind di Avellino, nella persona di Romina Iannuzzi, molto sensibile a queste problematiche e sempre in nostra difesa.

Dalle altre sigle sindacali e dai collegi ipasvi locali l’indifferenza mostrata è segno di una negazione di  tali problematiche, la mia opinione è che  non vogliano palesemente prendere una posizione in merito.

Tornando al “creativo” commissario straordinario Mario Ferrante, con questo regolamento interno in tema di mobilità, pertanto,  ha di fatto trasformato i bandi di mobilità in veri e propri concorsi con spreco di denaro pubblico.

L’Asl di Avellino, oltretutto, ha appaltato l’organizzazione della preselezione alla stessa ditta che organizzò la selezione al Ruggi di Salerno.

In merito a questo appalto, in contrasto con le norme sulla trasparenza nel pubblico impiego, allo stato attuale non c’è  traccia sul sito aziendale della procedura di esternalizzazione, non si capisce ad oggi questa ditta come si chiami, di dove sia, se sia stata fatta una normale gara d’appalto o un affidamento diretto, ma soprattutto non si sa quanti soldi pubblici siano stati sprecati in una regione in cui la sanità è commissariata dal 2009.

Concludo facendo una riflessione sulla situazione di noi infermieri campani emigrati.

Secondo il parere del sottoscritto lo stato di imparzialità e legalità delle aziende sanitarie regionali si misura anche attraverso il legale e corretto espletamento  di bandi per il reclutamento di personale sia del comparto sanitario che di quello dirigente.

Ebbene gentile redazione, in Campania, tra giunte di destra o di sinistra, tra Bassolino, Caldoro e l’avvento di De Luca, la musica è sempre  la stessa e al peggio non c’è mai fine.

Tra un pò assisteremo al solito teatrino di nomine dei direttori generali delle varie aziende sanitarie locali scelti molto probabilmente in base alle correnti politiche ma poi (mi auguro sia smentito ma è quasi un miraggio che avvenga il contrario di quanto detto), non ci stupiremmo nel vedere spuntare ancora bandi di mobilità illegittimi e   preselezioni per mobilità come fossero abiti cuciti su misura per qualcuno, monopoli di agenzie interinali, continui sprechi di denaro pubblico e facili fenomeni corruttivi. Il tempo sarà galantuomo, un grazie comunque ai nostri politici regionali e alla classe dirigente figlia di una politica miope e malata  i quali hanno fatto si che  questo sistema clientelare andasse avanti negli anni; un fallimento ed un dramma tutto campano con cui conviviamo da decenni.  

Infermiere Rosapane Michele