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Movimento Esiliati Lazio Sanità : Stabilizzazioni come assunzioni pilotate in sanità

Riceviamo e pubblichiamo l'accorato appello del Movimento Esiliati Lazio Sanità, che denunciano come nella Regione siano state autorizzate assunzioni di ogni tipo e bloccate invece tutte le forme di mobilità:  “conferimenti di incarico a tempo determinato”, per non parlare di interinali e somministrazione di lavoro ecc. ecc.

Con la legge 114/2014 sono di fatto impedite tutte le forma di mobilità:  un comportamento errato e criminoso

Chiedono quindi di  essere i primi ad essere valutati in quanto hanno dimostrato le loro capacità superando selezioni nazionali in cui hanno partecipato migliaia di altri candidati ed inoltre hanno acquisito conoscenze e competenze formalmente documentate ed utilizzabili nell’immediato nelle aziende sanitarie del Lazio.

 

Di seguito il comunicato: 

 

La Regione Lazio, sottoposta a blocco del turn over per via dei problemi economici, ha perpetrato negli anni un comportamento criminoso, assumendo centinaia di lavoratori con contratto precario, in moltissimi casi con assunzioni dirette, in palese violazione di tutte le normative nazionali ed internazionali. Invece di fare una politica di contenimento della spesa pubblica, sono state autorizzate assunzioni di ogni tipo e bloccate invece tutte le forme di mobilità, in violazione del principio del contenimento della spesa pubblica. La Circolare del Ministero Funzione Pubblica 4/2008 aveva chiarito perfettamente il concetto, riservando un particolare favore alla mobilità, spiegando appunto che il “previo esperimento delle procedure di mobilità” è un principio secondo cui le PA devono conformarsi al fine di contenere la spesa pubblica che non è regionale ma soprattutto NAZIONALE.

Sempre nella succitata circolare si parlava proprio delle regioni con situazioni particolari come appunto la Regione Lazio che, alla situazione attuale non sa come far fronte al caos precari da essa stessa creato. Secondo la giurisprudenza in materia l’istituto della mobilità non si configura come nuova assunzione ma come cessazione di contratto. Tutto questo era stato definito e chiarito dal legislatore, i Governi probabilmente negli anni non hanno operato nessun meccanismo di controllo consentendo lo scempio che infatti si sta verificando.

Secondo l’orientamento giurisprudenziale attuale infatti il reclutamento dei dipendenti pubblici avviene attraverso un procedimento complesso nell’ambito del quale la procedura concorsuale non è affatto soppressa, ma dovrebbe essere subordinata alla previa obbligatoria attivazione della procedura di mobilità, in attuazione dei fondamentali principi di imparzialità e buon andamento La Regione Lazio, nonostante il “blocco del turn over” ha continuato ad assumere centinaia di lavoratori con contratti di tutti i tipi, spesso con “conferimento di incarico a tempo determinato”, per non parlare di interinali e somministrazione di lavoro ecc. ecc.

Con la legge 114/2014 sono di fatto impedite tutte le forma di mobilità. Il comportamento errato e criminoso si evince dalle note emanate dalla regione, esempio la nota UB 711 del 26/07/2011, in cui si dice che sono vietate tutte le assunzioni che comportano un aggravio di spesa per la regione, prima fra tutti la mobilità extraregionale. Negli anni però non sono mai stati impediti avvisi pubblici per favorire sempre le stesse persone e i contratti interinali e cococo ecc. ecc.

Il criterio di accesso alla PA che si sta considerando è solo quello economico ma ci si dimentica che la Costituzione prevede che l'accesso alla PA è riservato ai MERITEVOLI. Quelli che chiedono il rientro nella Regione Lazio sono VINCITORI di concorso e quindi dovrebbero essere favoriti secondo l'articolo 97 della Costituzione Italiana, non ostacolati vergognosamente. Noi chiediamo che sulla base del principio di buon andamento ed efficienza che deve connotare l’intera organizzazione amministrativa, all’accertamento della sussistenza di una vacanza di organico l’amministrazione sia tenuta: - in primis, ad avviare la procedura di mobilità finalizzata ad agevolare pubblici dipendenti già in servizio, dotati della necessaria professionalità, che si trovino nella legittima condizione di poter ricoprire il posto vacante, anche e soprattutto nel rispetto delle vigenti disposizioni finanziarie di contenimento della spesa pubblica. I professionisti sanitari che operano fuori regione hanno cercato la stabilizzazione seguendo le regole, ed oggi si trovano vergognosamente penalizzati. - successivamente coprire il restante 50% dei posti con procedure assunzionali riservate/stabilizzazioni e altre forme di reclutamento.

I dirigenti della Regione Lazio, da noi consultati, hanno invocato il principio della discrezionalità amministrativa in relazione alla gravosa situazione precari nella regione, ed anche sulla base delle nuove procedure assunzionali della PA del DPCM 06 Marzo 2015 e legge 208/2015. Noi riteniamo che il confine tra discrezionalità amministrativa e violazione del principio di imparzialità sia stato ampiamente superato. “Pur essendo come principio molto ampia, la discrezionalità amministrativa non è mai assoluta e può essere oggetto di controllo da parte dell'organo della giustizia amministrativa.

Vige, anche, il principio di trasparenza ed imparzialità della pubblica amministrazione; sulla base di esso è diventata prevalente l'opinione che il giudice possa intervenire a sindacare l'attività dell'amministratore quando quest'ultimo abbia posto in essere un comportamento sproporzionato rispetto all'esigenza che si era preposto”. Il documento di programmazione con cui la regione opera queste scelte discrezionali è soprattutto il Decreto del Commissario ad Acta U00403/2016 “Approvazione del budget assunzionale per l'anno 2016 e per l'anno 2017 per le Aziende ed Enti del Servizio Sanitario Regionale”. Secondo questo documento le assunzioni pianificate sono ripartite come segue: Stabilizzazioni DPCM 6.03.2015 Bandi con riserva ex l. 208/2015 Di cui posti riservati Di cui posti NON riservati Totale 2017 671 1276 625 651 1947 Pertanto i 671 posti delle procedure di “stabilizzazione” prevedono la totale riserva al personale precario. I rimanenti 1276 posti saranno bandi con la riserva del 50% dei posti.

Le mobilità riguarderebbero appunto una “quota” di questa parte non riservata ma i dirigenti hanno specificato che si tratta di una quota minima appunto per il rispetto del famoso criterio del 50%. Il DPCM 06 Marzo 2015 non può essere svolto con la riserva del 100% dei posti per il solo personale precario, in rispetto dei principi fondamentali della Costituzione, il buon andamento della PA e soprattutto l’IMPARZIALITA'. Con la recente proposta (approvata) dal Consigliere Simeone sono abrogati i commi da 73 a 76 della legge L.R. n. 14/2008 (assestamento del bilancio annuale e pluriennale 2008-2010 della Regione Lazio), pertanto chiediamo che dato che non esistono più vincoli di natura economica vengano effettuate normali procedure concorsuali PREVIO esperimento di procedure di mobilità, alle quali tutti i cittadini possano partecipare. Secondo le nuove normative, chiunque abbia maturato 3 anni di servizio in un ente del SSR, ha maturato il diritto alla assunzione.

Per cui se ogni singola Azienda emette un bando, le persone che saranno presenti in tutte queste graduatorie che gli enti stanno per attuare HANNO TUTTE DIRITTO ALL’ASSUNZIONE. Questo causerà danni economici e patrimoniali enormi perché le persone che parteciperanno a queste procedure selettive sono MIGLIAIA. La Regione Lazio sta agendo in palese violazione delle normative vigenti e con sperpero di denaro pubblico in quanto invece di fare concorsi regionali ogni azienda sta facendo un proprio concorso di stabilizzazione, con conseguenti costi che gravano come sempre sui cittadini. Inoltre diverse aziende della Regione Lazio stanno procedendo con Avvisi pubblici per il reclutamento di personale sanitario, in netto contrasto con le direttive del Ministero. Gli avvisi pubblici sono reclutamenti e quindi comportano aumento di costi per il SSR. Questo comportamento è punibile dalla legge e noi ovviamente chiederemo giustizia. L’avviso pubblico verrà utilizzato per far maturare ai candidati già interni alla azienda che bandisce il diritto alla assunzione configurandosi come abuso d’ufficio “Art. 323 codice penale: Abuso d’ufficio.

Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno un carattere di rilevante gravità”. Quindi i candidati che vinceranno l’avviso pubblico sono noti e già facenti parte dell’organico degli enti che bandiscono!!!!! Il sistema di stabilizzazioni è un modo per mascherare un illecito molto grave e cioè quello delle assunzioni pilotate in sanità!!!! Questo significa che ogni azienda potrà “stabilizzare” chi vuole a proprio piacimento. Sono stati recentemente approvati e pubblicati dei bandi per la stabilizzazione del personale precario in cui chiunque a qualsiasi titolo abbia prestato un servizio nella Regione Lazio vi può partecipare.

Questo è discriminatorio e assolutamente non imparziale. I concorsi riservati sono per il personale che abbia maturato una anzianità nella PA dopo avere superato una selezione come ad esempio un avviso pubblico. Se tutti devono essere ammessi allora è giusto che si facciano procedure concorsuali Nazionali previa attivazione di mobilità esterna come la legge prevede. Queste scelte sono estremamente lesive e anticostituzionali, pertanto chiediamo intervento immediato per il ripristino della legalità nella Regione Lazio.

Ogni azienda sta facendo una sua procedura selettiva, che è comunque un concorso che ha dei costi, viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale e fa capo a normative concorsuali nazionali. Chiediamo la DECADENZA IMMEDIATA delle graduatorie legate alle procedure di stabilizzazione che devono servire solo a stabilizzare il personale che abbia i requisiti. Chiediamo che per nessun motivo possano essere utilizzate dette graduatorie che hanno il solo scopo di pilotare le assunzioni in sanità, con conseguenze gravissime. Noi pensiamo che il primo criterio di copertura dei posti vacanti debba essere quello delle mobilità che hanno costo zero per le amministrazioni, per concedere a chi ha seguito le regole di ricongiungersi alle proprie famiglie.

Le regioni hanno difficoltà a rilasciare i nulla osta per concedere a noi di tornare ad avere una vita normale, pertanto chiediamo che vengano fatte graduatorie NAZIONALI PERENNI di personale precario, che possa sostituire quanti giustamente DEVONO tornare dalle proprie famiglie prima possibile. Se l’intento della Regione Lazio è quello di valorizzare le professionalità della Regione, chiediamo di essere i primi ad essere valutati in quanto abbiamo dimostrato le nostre capacità superando selezioni nazionali in cui hanno partecipato migliaia di altri candidati ed inoltre abbiamo acquisito conoscenze e competenze formalmente documentate ed utilizzabili nell’immediato nelle aziende sanitarie del Lazio. Chiediamo inoltre che al personale che venga inserito con procedura di mobilità extraregionale sia consentito di scegliere una sede vicina alla propria residenza, al fine di potersi ricongiungere ai propri affetti dopo anni di sacrifici.

Movimento Esiliati Lazio Sanità